Malcom Sylvers

Gli Stati Uniti tra dominio e declino

Ed. Riuniti, 1999, € 12


"Le mani dello Zio Sam grondano sangue, grondano del sangue dei neri di questo paese. Egli è il più grande ipocrita del mondo: ha il coraggio e la sfacciataggine di atteggiarsi a leader del mondo libero. Il mondo libero!".
Queste parole di Malcom X potrebbero essere il filo conduttore del libro di Sylvers : che però non è un pamphlet antiamericano, ma una rigorosa e documentata analisi della società americana sotto il profilo delle strategie globali del governo e delle tendenze dell'apparato industriale e finanziario.
I risvolti culturali e sociali di queste scelte sono, per così dire, la verifica concreta di quelli che sono i prezzi umani che vengono pagati dai cittadini.
Ad esempio: "Dal punto di vista della salute, i neri vivono quasi 5 anni di meno rispetto ai 77 dei bianchi, la loro mortalità infantile è doppia e registrano quasi il 30% dei casi di Aids. Un maschio nero ha più del doppio delle possibilità di un maschio bianco di morire per un eccesso di stupefacenti e di alcool e, per quanto possa sembrare incredibile, nove volte più possibilità di morire vittima di omicidio o della pena di morte; un dato, quest’ultimo, connesso al fatto - di per se stesso emblematico - che i neri (il 12% della popolazione statunitense) rappresentano un terzo di tutti gli arrestati dalla polizia, e la metà del milione e ottocentomila detenuti nelle carceri del paese. Una sola occupazione è aumentata tra gli afro-americani: quella di militari nelle forze armate, cioè di carne da macello al servizio degli interessi delle corporations, della finanza e dello stato Usa."

Ma il centro d'attenzione dello studio è rappresentato dalla profonda contraddizione tra una società per molti versi aperta alle opportunità e creatrice di nuovi spazi di libertà, e i ristretti gruppi di potere che la governano:
A fronte di questo aspetto - e della vocazione neoimperialista della Casa Bianca - vi sono i nuovi problemi che si aprono nello scenario internazionale: "Si può senz'altro ipotizzare che sia la natura concorrenziale del capitalismo sia la struttura degli Stati tendono ad impedire il raggiungimento di accordi stabili tra le potenze che contano. Eppure, lo scenario della conflittualità con possibili forti aumenti della tensione internazionale non si dispiega come un'alternativa diretta al coordinamento; esistono elementi di entrambe le tendenze anche se nel panorama contemporaneo ci sono ben più evidenza della prima".
Sylvers svolge poi una considerazione che merita estrema attenzione quando nega qualsiasi tentazione "isolazionista" degli USA verso i partner europei e sostiene che - al contrario -"una lettura attenta delle pubblicazioni ufficiali del Pentagono e degli specialisti militari dà tutt'altra impressione: esse indicano come rivali potenziali in conflitti armati non solo la Cina e la Russia ma anche gli altri paesi appena nominati (gli europei): il mondo é sempre più turbolento e le minacce vanno al di là del tradizionale antagonismo est-ovest".

M. Sylvers, docente all'Università di Venezia, è autore dell'utilissimo Sinistra politica e movimento operaio negli Stati Uniti, Liguori, 1983 (esaurito)