Karlheinz Deschne

Croazia 1941-1944: una cattolicissima macelleria

Il nazista Paveliç e l'arcivescovo Stepinac, alleati di genocidio

 Il testo che segue è la traduzione letterale di quello presentato da Karlheinz Deschner il 26 dicembre 1993 in occasione dell'ultima puntata della sua serie televisiva sulla politica dei Papi nel XX secolo. Questa serie è stata trasmessa in Germania da Kanal 4. Il testo è stato ripreso dalla rivista marxista tedesca Konkret (n. 3-1994) e tradotto in italiano a cura del Coordinamento Romano per la Jugoslavia.

Il Papato di Roma - divenuto grande attraverso la guerra e l'inganno, attraverso la guerra e l'inganno conservatosi tale - ha sostenuto nel XX secolo il sorgere di tutti gli Stati fascisti con determinazione, ma più degli altri ha favorito proprio il peggior regime criminale: quello di Ante Paveliç in Jugoslavia.
Questo ex-avvocato zagrebino, che negli anni '30 addestrò le sue bande soprattutto in Italia, fece uccidere nel 1934 a Marsiglia il re Alessandro di Jugoslavia in un attentato che costò la vita anche al ministro degli Esteri francese. Due anni più tardi celebrò con un libello le glorie di Hitler, "il più grande ed il migliore dei figli della Germania", e ritornò in Jugoslavia nel 1941, rifornito da Mussolini con armi e denari, al seguito dell'occupante tedesco. Da despota assoluto Paveliç si pose nella cosiddetta Croazia Indipendente a capo di tre milioni di Croati cattolici, due milioni di Serbi ortodossi, mezzo milione di Musulmani bosniaci nonché numerosi gruppi etnici minori. Nel mese di maggio cedette quasi la metà del suo paese con annessi e connessi ai suoi vicini, soprattutto all'Italia, dove con particolare calore fu accolto e benedetto da Pio XII in udienza privata (benché già condannato a morte in contumacia per il doppio omicidio di Marsiglia sia dalla Francia che dalla Jugoslavia). Il grande complice dei fascisti si accomiatò da lui e dalla sua suite in modo amichevole e con i migliori auguri, letteralmente, di "buon lavoro".

Così ebbe inizio una crociata cattolica che non ha nulla da invidiare ai peggiori massacri del Medioevo, ma piuttosto li supera. Duecentonovantanove chiese serbo-ortodosse della "Croazia Indipendente" furono saccheggiate, annientate, molte trasformate persino in magazzini, gabinetti pubblici, stalle. Duecentoquarantamila Serbi ortodossi furono costretti a convertirsi al cattolicesimo e circa settecentocinquantamila furono assassinati. Furono fucilati a mucchi, colpiti con la scure, gettati nei fiumi, nelle foibe, nel mare. Venivano massacrati nelle cosiddette "Case del Signore", ad esempio duemila persone solo nella chiesa di Glina. Da vivi venivano loro strappati gli occhi, oppure si tagliavano le orecchie ed il naso, da vivi li si seppelliva, erano sgozzati, decapitati o crocifissi. Gli Italiani fotografarono un sicario di Paveliç che portava al collo due collane fatte con lingue ed occhi di esseri umani.
Anche cinque vescovi ed almeno 300 preti dei Serbi furono macellati, taluni in maniera ripugnante, come il pope Branko Dobrosavljevic, al quale furono strappati la barba ed i capelli, sollevata la pelle, estratti gli occhi, mentre il suo figlioletto era fatto letteralmente a pezzi dinanzi a lui. L'ottantenne Metropolita di Sarajevo, Petar Simonic, fu sgozzato. Ciononostante l'arcivescovo cattolico della città di Oden scrisse parole in lode di Paveliç, "il duce adorato", e nel suo foglio diocesano inneggiò ai metodi rivoluzionari, "al servizio della Verità, della Giustizia e dell'Onore". Le macellerie cattoliche nella "Grande Croazia" furono così terribili che scioccarono persino gli stessi fascisti italiani; anche alti comandi tedeschi protestarono, diplomatici, generali, persino il servizio di sicurezza delle SS ed il ministro degli Esteri nazista Von Ribbentrop. A più riprese, di fronte alle "macellazioni" di Serbi, truppe tedesche intervennero contro i loro stessi alleati croati.

E questo regime - che ebbe per simboli e strumenti di guerra "la Bibbia e la bomba" - fu un regime assolutamente cattolico, strettamente legato alla Chiesa Cattolica Romana, dal primo momento e sino alla fine. Il suo dittatore Ante Paveliç, che era tanto spesso in viaggio tra il quartier generale del Führer e la Berghof hitleriana quanto in Vaticano, fu definito dal primate croato Stepinac "un croato devoto", e dal papa Pio XII (nel 1943!) "un cattolico praticante". In centinaia di foto egli appare fra vescovi, preti, suore, frati. Fu un religioso ad educare i suoi figli. Aveva un suo confessore e nel suo palazzo c'era una cappella privata. Tanti religiosi appartenevano al suo partito, quello degli ustasa, che usava termini come dio, religione, papa, chiesa, continuamente. Vescovi e preti sedevano nel Sabor, il parlamento ustasa. Religiosi fungevano da ufficiali della guardia del corpo di Paveliç. I cappellani ustasa giuravano ubbidienza dinanzi a due candele, un crocifisso, un pugnale ed una pistola. I Gesuiti, ma più ancora i Francescani, comandavano bande armate ed organizzavano massacri: "Abbasso i Serbi!". Essi dichiaravano giunta "l'ora del revolver e del fucile"; affermavano "non essere più peccato uccidere un bambino di sette anni, se questo infrange la legge degli ustasa".

"Ammazzare tutti i Serbi nel tempo più breve possibile": questo fu indicato più volte come "il nostro programma" dal francescano Simic, un vicario militare degli ustasa. Francescani erano anche i boia dei campi di concentramento. Essi sparavano, nella "Croazia Indipendente", in quello "Stato cristiano e cattolico", la "Croazia di Dio e di Maria", "Regno di Cristo", come vagheggiava la stampa cattolica del paese, che encomiava anche Adolf Hitler definendolo "crociato di Dio". Il campo di concentramento di Jasenovac ebbe per un periodo il francescano Filipovic-Majstorovic per comandante, che fece ivi liquidare 40.000 esseri umani in quattro mesi. Il seminarista francescano Brzien ha decapitato qui, nella notte del 29 agosto 1942, 1.360 persone con una mannaia. Non per caso il primate del paradiso dei gangsters cattolici, arcivescovo Stepinac, ringraziò il clero croato "ed in primo luogo i francescani" quando nel maggio 1943, in Vaticano, sottolineò le conquiste degli ustasa. E naturalmente il primate, entusiasta degli ustasa, vicario militare degli ustasa, membro del parlamento degli ustasa, era bene informato di tutto quanto accadeva in questo criminale eldorado di preti, come d'altronde Sua Santità lo stesso Pio XII, che in quel tempo concedeva una udienza dopo l'altra ai Croati, a ministri ustasa, a diplomatici ustasa, e che alla fine del 1942 si rivolse alla Gioventù Ustasa (sulle cui uniformi campeggiava la grande "U" con la bomba che esplode all'interno) con un: "Viva i Croati!".

I Serbi morirono allora, circa 750.000, per ripeterlo, spesso in seguito a torture atroci, in misura del 10-15% della popolazione della Grande Croazia - tutto ciò esaurientemente documentato e descritto nel mio libro La politica dei papi nel XX secolo [Die Politik der Paepste im XX Jahrhundert, Rohwohl 1993; si veda pure L'Arcivescovo del genocidio, di M.A. Rivelli, ediz. Kaos 1999]. E se non si sa nulla su questo bagno di sangue da incubo non si può comprendere ciò che laggiù avviene oggi, avvenimenti per i quali lo stesso ministro degli Esteri dei nostri alleati Stati Uniti attribuisce una responsabilità specifica ai tedeschi, ovvero al governo Kohl-Genscher.

Più coinvolto ancora è solo il Vaticano, che già a suo tempo attraverso papa Pio XII non solo c'entrava, ma era così impigliato nel peggiore degli orrori dell'era fascista che, come già scrissi trent'anni fa, "non ci sarebbe da stupirsi, conoscendo la tattica della Chiesa romana, se lo facesse santo". Comunque sia: il Vaticano ha contribuito in maniera determinante alla instaurazione di interi regimi fascisti degli anni venti, trenta e quaranta. Con i suoi vescovi ha sostenuto tutti gli Stati fascisti sistematicamente sin dal loro inizio. È stato il decisivo sostenitore di Mussolini, Hitler, Franco, Paveliç; in tal modo la Chiesa romano-cattolica si è resa anche corresponsabile della morte di circa sessanta milioni di persone, e nondimeno della morte di milioni di cattolici. Non è un qualche secolo del Medioevo, bensì è il ventesimo, per lo meno dal punto di vista quantitativo, il più efferato nella storia della chiesa.

POSTILLA:
In occasione del primo viaggio in Croazia di Giovanni Paolo II, il quotidiano italiano la Repubblica taceva su tutto quanto sopra raccontato, però scriveva: "...Ma il contatto con la folla fa bene a Giovanni Paolo II. I fedeli lo applaudono ripetutamente. Specie quando ricorda il cardinale Stepinac, imprigionato da Tito per i suoi rapporti con il regime di Ante Paveliç, ma sempre rimasto nel cuore dei Croati come un'icona del nazionalismo. Woityla, che sabato sera ha pregato sulla sua tomba, gli rende omaggio, però pensa soprattutto al futuro..." (la Repubblica, 12-9-1994). Tre anni dopo, lo stesso papa proclamava beato il nazista Stepinac, con una pomposa cerimonia alla quale partecipava pure Franjo Tudjman, regista della cacciata di tutta la popolazione serba delle Krajne nella versione di fine secolo della "Croazia indipendente".

Petar Makara

Niente serbi, né ebrei, né nomadi


Parte 1 - MACELLO ETNICO

[Estratto] "Il più grande massacro etnico si compì in Jugoslavia, poco dopo l'invasione tedesca dell'Aprile 1941.
La creazione dello stato separatista di Croazia... controllato dai fascisti, Cattolici, dal movimento estremista Ustasha che preparava la tragedia... Adesso, la Croazia storica si era espansa fino a includere la Bosnia-Herzegovina e altri territori, e gli Ustasha furono messi al governo di una popolazione di circa 7 milioni di persone, di cui la metà Croata, altri 2 milioni erano serbi, e circa 750.000 Mussulmani, e piccole comunità di protestanti e ebrei... Il Ministro dell'Educazione, Mile Budak, chiarì il proclama degli Ustasha: 'la nostra nuova Croazia si sbarazzerà dei serbi tra di noi, allo scopo di avere il cento per cento di cattolici tra dieci anni.'
Prof. Clive Ponting, "Armageddon," Random House, Inc., New York, 1995, pagg. 231-232.

Parte 2 - EFFERATEZZA INSUPERATA

[Estratto] "In Bosnia... i fascisti croati iniziarono il massacro dei serbi che, in tutto il periodo della seconda guerra mondiale, fu sorpassato in ferocia solo dallo sterminio degli ebrei polacchi.
Le citazioni è stata ripetuta diverse volte da tute le versioni dell'Encyclopedia Britannica dal 1971 al 1987. Si può trovare, per esempio, nell'Encyclopedia Britannica Edizione 1971, Volume 23, pag. 922 o nell'Encyclopedia Britannica, Edizione 1987, Volume 29, pag. 1054.
(Capitolo intitolato: "Jugoslavia, 2° G.M."). Non si trovano più nelle edizioni seguenti. Molti dei dati precedenti divennero politicamente scorretti, fin da quando gli USA e la Germania iniziarono a sponsorizzare la nuova Croazia indipendente, alla fine degli anni '80.

Parte 3 - METODI DI STERMINIO DEGLI 'ELEMENTI ESTRANEI'

[Estratto] "La Croazia [sotto il controllo fascista, si chiamava 'Stato indipendente di Croazia' o 'Nazavisna Drzava Hrvatska,' da cui le iniziali NDH) ... Instaurato durante la 2° G.M., esistette dall'Aprile 1941 al Maggio 1945. La sua area occupava quello che oggi è la Repubblica Federativa di Croazia e la Repubblica Federativa di Bosnia e Herzegovina... la sua capitale era Zagabria. Aveva una popolazione di 6.3 milioni di persone, di cui 3.3 milioni croati cattolici, 1.9 milioni di serbi, 700.000 Mussulmani... 40.000 ebrei e 30,000 Zingari...
" ... Poco dopo la presa del potere, gli Ustasha, con l'aiuto di molti croatI, iniziarono la cosiddetta ' Purga della Croazia dagli elementi esteri' il cui scopo principale era lo sterminio della minoranza serba.
"In una brutale campagna terroristica, più di mezzo milione di serbi venne uccisa, circa 250.000 furono espulsi, e 200.000 forzati alla conversione al cattolicesimo.
"Il regime Ustasha in Croazia, che guidò, nell'estate 1941 lo sterminio e la cacciata dei serbi, fu uno degli episodi più orrendi della seconda guerra mondiale.
"gli assassini in massa attuati dagli ustasha erano straordinariamente primitivi e sadici: migliaia vennero gettati dalle cime montane, altri bastonati a morte, o ebbero le gole tagliate, interi villaggi furono bruciati, le donne violentate, le popolazioni sottoposte alle marce della morte in pieno inverno, e molti altri sfruttati a morte."
'Encyclopedia of the Holocaust,' Vol. 1, pag. 323, capitolo: 'Croatia.'

Parte 4 - STERMINIO DI SERBI E EBREI

[Estratto] "Nell'Aprile 1941 i separatisti croati dell'organizzazione fascista croata 'Ustasha' installarono a Zagabria un regime indipendentista croato, con Ante Paveliç quale fuehrer, o "Poglavnik," e con il maresciallo Slavko Kvaternik come ministro della guerra. "Il nuovo stato, organizzato su linee strettamente fasciste e autoritarie, eccelse subito, per ferocia e crudeltà, nella persecuzione, e parziale sterminio, della grande minoranza serba e della piccola popolazione ebrea..."
"Encyclopedia Britannica, 1943 - Book of the year," pag. 215, Capitolo: 'Croatia'

Parte 5 - SCIOCCARE I TEDESCHI

[Estratto] "Slavko Kvaternik spiegava [in un programma della radio il 10 Aprile 1941, il giorno della nascita dello 'Stato indipendente di Croazia'] come una Croazia pura sarebbe stata costruita - forzando un terzo dei serbi a lasciare la Croazia, un altro terzo a convertirsi al cattolicesimo, e un altro terzo ancora sarebbe stato sterminato. Subito le bande di ustasha iniziarono un'orgia di sangue, con l'assassinio in massa di serbi, sfortunatamente troppi per essere convertiti o scacciati in tempo dalla Croazia.
"L'enormità di questo crimine scioccò persino la coscienza dei comandanti tedeschi, ma Paveliç aveva il supporto personale di Hitler per questa azione, che provocò centinaia di migliaia di morti tra i serbi in Croazia e Bosnia-Herzegovina."
'Worldmark Encyclopedia of the Nations,' Europa, edizione 1995, pag. 91, capitolo: 'Croatia.'

Parte 6 - UCCISE 'SOLO' 750.000 PERSONE

[Estratto] "La ricetta ortodossa di Ante Paveliç, capo degli Ustashi e Fuehrer croato, ricorda una guerra religiosa nei suoi aspetti più sanguinari: un terzo doveva divenire cattolico, un terzo doveva lasciare il paese, e un terzo doveva morire. L'ultimo punto venne eseguito. Quando i dirigenti del movimento Ustashi dichiaravano che avrebbero massacrato un milione di serbi (incluso neonati, bambini, donne e vecchi), questa è la mia opinione, è una esagerata vanteria. Secondo i documenti che possiedo, la mia stima del numero di indifesi massacrati è circa di 750.000 persone".
Herman Naubacher, "Sonderauftrag Sudosten 1940-1945. Bericht eines fliegenden Diplomate," Gottingen, 1956, pag.31. Naubacher era un assistente personale di Hitler's per gli affari dell'Europa del Sud-est e dei Balcani.

Parte 7 - BESTIALITÀ INDESCRIVIBILE

[Estratto] "Gli Ustashi uccisero e torturarono ebrei e serbi in modo indescrivibilmente bestiale. Uno dei più famosi campi dell'Europa di Hitler: Jasenovac, era in Croazia. Qui gli Ustashi usavano strumenti primitivi per mettere a morte le loro vittime: coltelli, asce, e altri strumenti simili. Un modo caratteristico era legare una coppia di prigionieri, schiena a schiena, e gettarli sul fiume Sava. Una fonte stima che 770.000 serbi, 40.000 zingari e 20.000 ebrei furono assassinati nel campo di Jasenovac."
Dr. Nora Levin, "The Holocaust - The destruction of European Jewry 1933 - 1945," Schocken Books, New York, Edizione 1973, pag. 515

Parte 8 - SUPERARE I NAZISTI

[Estratto] "In Croazia i fascisti del regime locale intrapresero una politica di 'purificazione razziale' che superò persino i metodi dei nazisti. Minoranze come ebrei o zingari furono eliminate, così come i serbi: venne dichiarato che un terzo dei serbi sarebbe stato deportato, un terzo convertito al cattolicesimo, un terzo liquidato... le bande Ustasha terrorizzavano la campagna. La parziale collaborazione del clero cattolico in tali azioni, continua a essere elemento dei sospetti dei serbi di Croazia."
'Encyclopaedia Britannica,' Edizione 1991, Macropedia, Vol. 29, pag. 1111

Parte 9 - SPONSOR CLERICALI

[Estratto] "Le fonti imparziali sono d'accordo nel fatto che il genocidio venne autorizzato dallo stato di Croazia. Concorse nell'istigare, pianificare e eseguire assassini di massa contro la minoranza serba ortodossa... e che il clero cattolico approvasse, conducesse o non denunciasse i massacri. L'odio collettivo croato verso i serbi ortodossi era esplicito nelle gente, come dimostra il detto: "serbi ai pioppi (impiccare i serbi)."
Nel giugno 1941 "NIENTE SERBI, EBREI, NOMADI ['Zingari'] E CANI" - Testo di testimonianza sul governo della Croazia secessionista nel giugno 1941.
Prof. Helen Fein, "Accounting for Genocide - Victims and Survivors of the Holocaust," The Free Press, New York, Edizione 1979, pagg. 102-103.

Parte 10 - IL CLERO CATTOLICO PARTECIPÒ CON FIEREZZA

[Estratto] "i monaci cattolici e altri preti erano fieri di aver preso parte a questa lotta per la 'purezza' della terra croata.
'The New Encyclopedia Britannica,' edizione 1986, Macropedia (studiare a fondo), Volume 27, page 467, capitolo: 'Fascism in the Balkans (1930's).'

Parte 11 - IL PIÙ GRANDE GENOCIDIO IN RAPPORTO ALLA POPOLAZIONE

[Estratto] "Il più grande genocidio durante la seconda guerra mondiale, in proporzione alla popolazione di una nazione, fu attuato non nella Germania nazista, ma nello stato fantoccio filo-nazista di Croazia. Qui, negli anni 1941-1945, circa 750.000 serbi, 60.000 ebrei e 26.000 zingari, uomini, donne, bambini, morirono in un gigantesco olocausto. Questa è l'espressione usata da parecchi autori stranieri, soprattutto tedeschi, che erano nella posizione migliore per sapere...
"...La gravità e la natura bestiale di tali atrocità rendono difficile credere che ciò possa essere accaduto in una parte evidentemente civilizzata del mondo. Persino un libro come questo può tentare di dirci una parte soltanto della verità."
Professore Edmond Paris, 'Genocide in Satellite Croatia, 1941-1945,' Novembre, 1961, The American Institute for Balkan Affairs, dall'introduzione.

Parte 12 - FIUME INCUBO

[Estratto] "Persino uno dei più grandi massacri dell'era oscura della storia non avrebbe sporcato il suo nome, Croazia... uccidi, uccidi, gridavano gli Ustashi contro i serbi. E tagliavano le loro teste e gettavano i loro corpi sul fiume Sava che scorreva lentamente e tranquillamente in direzione di Belgrado... "Torna nella tua patria, Torna nella tua patria".
"Né i fascisti, né i nazisti avevano la minima somiglianza con gli Ustashi, erano una fauna assolutamente strana e straordinaria..."
Alfio Russo, "Rivoluzione in Jugoslavia," Roma 1944

Parte 13 - ANTE PAVELIÇ, IL FUEHRER CROATO

[Estratto] "Il vero dominatore [della Croazia della 2a G.M.] era Ante Paveliç, un nazionalista croato zelante e fanatico nemico dei serbi... Paveliç guidava un gruppo terrorista chiamato gli Ustashi... 'un buon Ustasha,' diceva, 'è colui che puà usare il suo coltello per strappare un neonato dal ventre della madre.'
"Partisans and Guerillas, W.W.II," Time-Life books, pag. 87.

Parte 14 - ATROCITÀ INENARRABILI

[Estratto] "Ho iniziato ad avere notizie dalla Croazia che parlano di una montante marea di assassini, di atrocità inenarrabili, di massacri di serbi inermi da parte di croati pazzi furiosi e di mussulmani fascisti nella Croazia bosniaca. Nei piccoli retrobottega di uomini di fiducia, le storie vengono diffuse. Io non posso credere a un quarto di esse. Sfortunatamente, sono presto venuto a sapere che erano una pallida conoscenza della realtà. Uomini che erano giunti a Dubrovnik si recavano con strisce di lingue di serbi e con cesti di occhi serbi da vendere.
Ruth Mitchell, "The Serbs Choose War," Doubleday, Doran, 1943, pag. 148.
La signora Mitchell, sorella del fondatore U.S. Air Force, Generale Bill Mitchell, era a Dubrovnik, in Croazia, nell'Aprile 1941, quando la Jugoslavia venne occupata dai nazisti e gli Ustashi salirono al potere.


Parte 15 - IL CAMPO DI CONCENTRAMENTO DI JASENOVAC

[Estratto] "Jasenovac [era] il più grande campo di concentramento in Croazia. Jasenovac era in effetti un complesso di parecchi subcampi, assai vicini tra loro, presso le rive del Sava... istituito nell'Agosto 1941 e smantellato solo nell'Aprile 1945...
"Circa 600.000 persone vennero massacrate a Jasenovac, soprattutto serbi, ebrei, zingari e oppositori degli Ustasha... la condizioni di vita nel campo erano estremamente severe... Un regime particolarmente crudele, e dal comportamento incredibilmente crudele delle guardie Ustashe...
"Gli assassini e gli atti di crudeltà nel campo raggiunsero il culmine nella tarda estate del 1942, quando decine di migliaia si contadini serbi furono deportati a Jasenovac dall'area di combattimento contro i partigiani, nelle montagne Kozara."
'Encyclopedia of the Holocaust,' Vol. 2, pag. 739.

Parte 16 - SE HAI DELLE LACRIME, PREPARATI A PIANGERE

[Estratto] "...è stato stimato che un totale di 200.000 persone morirono [a Jasenovac] durante solo il 1941-1942! Folle di bambini serbi vennero bruciati vivi in vecchi forni per mattoni, trasformati in forni crematori.
"Vjekoslav Luburic, comandante in capo di tutti i campi croati, annunciò la grande efficienza di questo massacro, in una cerimonia del 9 Ottobre 1942... durante il banchetto seguente, riportò con orgoglio: "abbiamo sterminato qui a Jasenovac più persone di quanto fosse capace l'Impero Ottomano durante l'occupazione dell'Europa.'"
Professor Edmond Paris, "Genocide in Satellite Croatia 1941-1945," The American Institute for Balkan Affairs, edizione 1961, pag. 132

Parte 16 - UNA NOTTE

[Estratto] "Nei campi di concentramento di Jasenovac, nella notte del 29 Agosto 1942, furono emanati gli ordini di esecuzione. Scommesse furono fatte su quanto grande sarebbe stato il numero di giustiziati. Peter Brzica sgozzò 1.360 prigionieri con uno speciale coltello da macellaio. Avendosi proclamato vincitore della competizione, venne eletto Re dei tagliagola. Un orologio d'oro, un servizio di posate d'argento e un maiale arrosto con vino furono i suoi premi..."
Avro Manhattan, "The Vatican's Holocaust," 1986, pag. 48.
Durante la seconda guerra mondiale, il sig. Manhattan era operatore radio presso "Radio Freedom" che era rivolto all'Europa occupata.

Parte 17 - IL PASSATO RITORNA...

[Estratto] "Non vi sarà ritorno al passato, al tempo in cui i serbi costituivano il cancro nel cuore della Croazia, cancro che distruggeva la nazione croata e che non permetteva al popolo croato di regnare a casa sua, di portare la Croazia a una vita indipendente e sovrana, sotto questo grande, azzurro cielo tra la comunità di stati sovrani... essi (i rifugiati serbi cacciati dalle loro case dall'esercito croato) non hanno avuto il tempo di prendere con sé la loro sudicia moneta straniera e le loro cianfrusaglie. " Radio croata, trascritta dalla BBC Summary of World Broadcasts, 28 Agosto 1995
Tale estratto proviene da Tudjman, Presidente dello stato indipendente di Croazia. Questo stato è modellato su suoi predecessori nazisti.
È stato creato quando la Croazia è violentemente separata dalla Jugoslavia nel Giugno 1991, come diretto risultato della strategia USA-Germania di impiego delle forze terroriste per spezzare la Jugoslavia. Tudjman parlava durante un viaggio in treno in ciò che era la Krajina serba, in Croazia nell'agosto 1995. Addestrate delle forze armate USA, armate dai tedeschi, con l'appoggio aereo dei caccia-bombardieri statunitensi, l'esercito croato aveva cacciato circa 250.000 serbi dalle loro terre natie.
I contadini serbi che avevano vissuto e coltivato la terra nella Krajina per più di 400 anni, ma che il 'New York Times' chiama 'ribelli', dando legittimità a quest'incubo. Il 'New York Times', titolava le foto, che mostravano i rifugiati serbi cacciati dall'offensiva neo-Ustashi: "Migliaia di serbi sono stati scacciati dall'offensiva croata che rioccupava i tre quarti del territorio occupato dalle forze serbe nel 1991."

The New York Times, 10 Agosto 1995. Traduzione di Alessandro Lattanzio