Nicola Tranfaglia

Investire nella scuola


Il governo ha annunciato che vi è un surplus di entrate fiscali di 8,7 miliardi di euro.
Bene. Parte di queste entrate aggiuntiva vanno immediatamente destinate alla scuola pubblica per garantire il tempo pieno, il contratto degli insegnanti e il miglioramento della pubblica istruzione che ha subito pesanti tagli con l'ultima finanziaria.
Basti pensare che vi sarà un aumento degli alunni per classe dello 0,4 in un anno quando la media è di 0,5 negli ultimi cinque anni. Con i tagli sono stati messi in discussione il tempo prolungato, gli insegnanti di sostegno, le strutture stesse della didattica. Servono fondi, inoltre, per il contratto dei docenti e per l'assorbimento dei precari.
È ora che il governo dia un segno di cambiamento di rotta utilizzando il surplus fiscale per garantire il buon funzionamento della scuola pubblica.


Interrogazione

On. Tranfaglia: Interrogazione a risposta immediata al Ministro della Pubblica Istruzione

Per sapere, premesso che:

-         La gravissima situazione dei conti pubblici ha costretto il governo ad operare,  all’interno della Legge finanziaria 2007, tagli pesantissimi alla scuola;

-         Detti tagli, per aspetti sostanziali, si rivelavano di una gravità senza precedenti se riferiti, per esempio,  all’incremento medio di 0,4 alunni per classe da realizzarsi in un anno a fronte di un incremento medio complessivo dello 0,5 nell’ultimo quinquennio e dello 0,9 negli ultimi nove anni;

-         Le conseguenze dei predetti tagli sulla scuola pubblica italiana si stanno rivelando molto serie e preoccupanti per quanto concerne , ad esempio, 1) la realizzazione del tempo pieno, 2) l’organico degli insegnanti di sostegno, 3) la sopravvivenza di sedi scolastiche qualificate in località disagiate, 4) un numero eccessivamente elevato di alunni per classe tale da compromettere la qualità dell’insegnamento, 5) fondi  inadeguati a disposizione delle singole istituzioni scolastiche necessari per il loro normale funzionamento;

-         La situazione sopra descritta sta producendo malcontento e proteste in larghi settori del mondo della scuola , dagli insegnanti, ai genitori ed  agli studenti;

-         I tagli della finanziaria 2007 fanno seguito ad un lungo periodo di forte penalizzazione, in termini di risorse, della scuola pubblica al punto che, secondo recenti ricerche, le spese per l’istruzione negli ultimi sedici anni sarebbero aumentate in misura nettamente inferiore (+73%) rispetto alla spesa pubblica totale (+ 84%) ed a tutti gli altri settori di spesa del bilancio pubblico ( sanità +121%; difesa +110%; protezione sociale +127 %; ordine pubblico-sicurezza +101%);

-         Non ponendo urgente rimedio con adeguati finanziamenti  a detta situazione la scuola pubblica italiana rischierebbe di vedere compromessa, insieme alla sua qualità, il proprio ruolo e la propria fondamentale finalità di assicurare un’istruzione qualificata a tutti i  giovani cittadini italiani;

-         A fronte di una persistente carenza di risorse,  la scuola pubblica  italiana rischia una inaccettabile deriva privatistica,  con finanziamenti di famiglie e privati in contrasto con i caratteri di  laicità, pluralismo e democrazia ad essa attribuiti dalla Costituzione;

-        La situazione prefigurata rappresenta l’esatto contrario di quanto unanimemente  perseguito dal Governo dell’Unione, essendo la scuola pubblica indicata fra le priorità del Programma dell’Unione e collocata al secondo posto fra i dodici punti programmatici indicati dal Governo Prodi;

-         Gli indicatori economici , grazie alla incisiva azione del Governo di centro-sinistra, rappresentano come cessata l’emergenza del ripianamento del debito pubblico  , soprattutto in presenza di significativi sintomi di ripresa economica;  

-         il Governo, inoltre, ha annunciato entrate fiscali aggiuntive corrispondenti alla cifra di 8,7 milioni di euro, risultato di una efficace politica volta a colpire l’evasione fiscale;

 -         Essendo in atto scelte a livello di Governo sulle modalità di utilizzo della somma sopracitata;

 

-         se non intenda il Governo utilizzare parte delle risorse sopra indicate a favore dell’istruzione , più specificamente, al fine di ridurre l’aumento medio previsto degli alunni per classe da 0,4 a 0,2,  assicurare il soddisfacimento di tutte le richieste di tempo pieno e prolungato,  mantenere il numero degli insegnanti di sostegno,  garantire risorse adeguate alle istituzioni scolastiche anche  per il rinnovo del contratto dei docenti e per l’immissione in ruolo dei precari.

On.  Nicola  TRANFAGLIA