Lessico gramsciano

  • IN Gli intellettuali e l'organizzazione della cultura, Einaudi, 1966, Q
  • LC Lettere dal carcere, Einaudi
  • LVN Letteratura e vita nazionale, Einaudi, 1966, Q
  • MA Note sul Machiavelli, sulla politica e sullo Stato moderno, Ed. Riuniti, 1971, Q
  • MS Il materialismo storico e la filosofia di Benedetto Croce, Einaudi, 1966, Q
  • ON L’Ordine Nuovo (1919-1920,) Einaudi, 1970
  • PP Passato e presente, Ed. Riuniti, 1971, Q
  • Q Quaderni del carcere, Einaudi
  • QM La questione meridionale, Ed. Riuniti, 1969
  • RI Il Risorgimento, Ed. Riuniti, 1971, Q
  • SF Socialismo e fascismo (1921-1922) Einaudi, 1970
  • SG Scritti giovanili (1914-1918) Einaudi, 1958
  • SM Sotto la Mole (1916-1920), Einaudi, 1960

    Q = lavoro compreso nei Quaderni del Carcere



BLOCCO STORICO MS 47-55
U. Cerroni,
Lessico gramsciano, Ed. Riuniti, 1978, p. 18: "Secondo Gramsci la struttura e le superstrutture formano un “blocco storico” (Q. p. 1501; M.S., p. 47). Ne segue che la dipendenza delle seconde dalle prime è solo logica, non cronologica e che nella realtà le une e le altre formano un organismo unico e complesso che solo a fini conoscitivi può essere disarticolato e la cui disarticolazione concettuale deve compiersi solo al fine di restaurare l’organismo nella pienezza di tutte le sue connessioni. Nel blocco storico che si presenta in una data epoca “le forze materiali sono il contenuto e le ideologie la forma”, ma la distinzione è “meramente didascalica, perché le forze materiali non sarebbero concepibili storicamente senza forma e le ideologie sarebbero ghiribizzi senza le forze materiali” (Q., p. 869; M.S., p. 55). Si tratta per ciò di spiegare l’intero blocco storico, rinunciando al semplicismo di denunciare la “funzionalità” delle ideologie alle forze materiali.

CIRCO BARNUM SF 172
Il PSI è un partito vecchio e glorioso, che non conosce espulsioni, che non conosce disciplina, Barnum dove ogni italiano liberamente può fare i suoi giochi!

COSTRUTTORI di SOFFITTE PP 141
Una generazione può essere giudicata dallo stesso giudizio che essa dà della generazione precedente, un periodo storico dal suo stesso modo di considerare il periodo da cui è stato preceduto.  Una generazione che deprime la generazione precedente, che non riesce a vederne le grandezze e il significato necessario, non può che essere meschina e senza fiducia in se stessa, anche se assume pose gladiatorie e smania per la grandezza. È il solito rapporto tra il grande uomo e il cameriere. Fare il deserto per emergere e distinguersi. Una generazione vitale e forte, che si propone di lavorare e di affermarsi, tende invece a sopravalutare la generazione precedente perché la propria energia le dà la sicurezza che andrà anche più oltre; semplicemente vegetare è già superamento di ciò che è dipinto come morto. Si rimprovera al passato di non aver compiuto il compito del presente: come sarebbe più comodo se i genitori avessero già fatto il lavoro dei figli. Nella svalutazione del passato è implicita una giustificazione della nullità del presente: chissà cosa avremmo fatto noi se i nostri genitori avessero fatto questo e quest’altro… ma essi non l’hanno fatto e, quindi, noi non abbiamo fatto nulla di più.  Una soffitta su un pianterreno è meno soffitta di quella sul decimo o trentesimo piano? Una generazione che sa far solo soffitte si lamenta che i predecessori non abbiano già costruito palazzi di dieci o trenta piani. Dite di esser capaci di costruire cattedrali, ma non siete capaci che di costruire soffitte.

CULTURA MA 55
Fa comodo a molti credere di poter avere in saccoccia, a poco prezzo e con nessuna fatica, tutta la storia e tutta la sapienza filosofica concentrate in qualche formuletta.

EDUCAZIONE IN 106-

EGEMONIA RI 94
La supremazia di un gruppo sociale si manifesta in due modi: come "dominio" e come "direzione intellettuale e morale […] Un gruppo sociale può e anzi deve essere dirigente già prima di conquistare il potere governativo.

FALLIMENTI SG 72
Gli uomini cercano sempre fuori di sé la ragione dei propri fallimenti spirituali: non vogliono convincersi che la causa ne è sempre la loro animuccia. Ci sono i dilettanti della fede così come i dilettanti del sapere. Per molti la crisi di coscienza non è che una cambiale scaduta, il desiderio di aprire un conto corrente

FILOSOFI MS 3
Tutti sono filosofi, sia pure inconsapevolmente, perchè anche solo nella minima manifestazione di una qualsiasi attività intellettuale, il linguaggio, è contenuta una determinata concezione del mondo

FILOSOFIA MS 32
Tutto è politico, anche la filosofia, e la sola filosofia è la storia in atto, cioè la vita stessa. In questo senso si può interpretare la tesi secondo cui il proletariato tedesco è l’erede della filosofia classica tedesca, e la realizzazione dell’egemonia fatta da Lenin è stato anche un grande avvenimento metafisico.

FILOSOFIA DELLA PRASSI Q., v. 3, p. 1860
così G. definisce il materialismo dialettico, erede della Rinascita e la Riforma, la filosofia tedesca e la rivoluzione francese, il calvinismo e l’economia classica inglese, il liberalismo laico e lo storicismo che è alla base di tutta la concezione moderna della vita.

"FUR EWIG" LC 19.3.27
Sono assillato (è questo fenomeno proprio dei carcerati, penso) da questa idea: che bisognerebbe far qualcosa “für ewig”, secondo una complessa concezione di Goethe, che ricordo aver tormentato molto il nostro Pascoli. Insomma, vorrei, secondo un piano prestabilito, occuparmi intensamente e sistematicamente di qualche soggetto che mi assorbisse e centralizzasse la mia vita interiore.

GRANDE e PICCOLA POLITICA MA 185
C’è  la grande politica: quella che comprende le questioni connesse con la fondazione di nuovi Stati, con la lotta per la distruzione, la difesa di determinate strutture economico-sociali. E c'è la piccola politica: la politica non creativa, ma di equilibrio, la politica del giorno per giorno. Non si può praticare solo la grande politica: anche i rivoluzionari devono sapere fare viaggiare i treni.

GUERRA MANOVRATA PP 103
Nella politica sussiste la guerra di movimento fino a quando si tratta di conquistare posizioni non decisive e quindi non sono mobilizzabili tutte le risorse dell'egemonia dello Stato; ma quando, per una ragione o per l'altra, queste posizioni hanno perduto il loro valore e solo quelle decisive hanno importanza, allora si passa alla guerra d'assedio, compressa, difficile, in cui si domandano qualità eccezionali di pazienza e di spirito inventivo. Traendo le conseguenze del fallimento della rivoluzione in Italia, Gramsci distingue le “guerre di movimento” e le “guerre di posizione”. La rivoluzione russa del 1917 è un esempio di guerra di movimento: lo Stato zarista era essenzialmente un “apparato di Stato” burocratico e militare che non si appoggiava su una potente società civile, vale a dire su un importante complesso ideologico e culturale. L’essenziale era quindi il rovesciamento dell’apparato di Stato. Al contrario, in Occidente, in cui la forza della classe dirigente risiede soprattutto nella sua egemonia culturale, con l’intermediazione di potenti apparati ideologici, lo Stato è “solo una trincea avanzata, dietro cui sta una robusta catena di fortezze e di casematte [la società civile]”

INDIFFERENZA SG 78 (v. E.P. 116)
L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera.

INTELLETTUALE COLLETTIVO ON 1920
Questo miracolo dell'operaio che quotidianamente conquista la propria autonomia spirituale [...] lottando contro la stanchezza, contro la noia, contro la monotonia del gesto che tende a meccanizzare e quindi a uccidere la vita interiore, questo miracolo si organizza nel Partito comunista.

INTELLETTUALI IN 6
Tutti gli uomini sono intellettuali, ma non tutti hanno nella società la funzione di intellettuali.

INTELLETTUALI MS 149 6
Il compito degli intellettuali è quello di determinare e organizzare la riforma morale e intellettuale, cioè di adeguare la cultura alla funzione pratica.

INTELLETTUALI p. 86, QM 13

INTELLETTUALI p. 94-95, I, 20

LAVORATORI ON 34
I lavoratori devono essere produttori di storia.

MARXISMO SG 115
Se i bolscevichi rinnegano alcune affermazioni del Capitale, non ne rinnegano il pensiero vivificatore, non hanno compilato sulle opere del Maestro una dottrina esteriore, di affermazioni dogmatiche e indiscutibili. Vivono il pensiero marxista, quello che non muore mai.

NAZIONAL POPOLARE MA 96
La letteratura popolare in senso deteriore (tipo Sue e tutta la sequela) è una degenerazione politico-commerciale della letteratura nazional-popolare, il cui modello sono appunto i tragici greci e Shakespeare.

PARTITO MA 42-43
Tre sono le componenti fondamentali del partito:
1) Un elemento diffuso di uomini comuni, medi, la cui partecipazione è offerta dalla disciplina e dalla fedeltà, non dallo spirito creativo ed altamente organizzativo [...]
2) L’elemento coesivo principale, che centralizza nel campo nazionale, che fa diventare efficiente e potente un insieme di forze che lasciate a sé conterebbero zero o poco più [...]
3) Un elemento medio che articoli il primo e il secondo elemento.

PARTITO MA 20
Il moderno principe non può essere una persona reale, un individuo concreto; può essere solo un organismo; un elemento di società complesso nel quale già abbia inizio il concretarsi di una volontà collettiva riconosciuta e affermatasi parzialmente nell’azione. Questo organismo è già dato dallo sviluppo storico ed è il partito politico: la prima cellula in cui si riassumono dei germi di volontà collettiva che tendono a diventare universali.

PESSIMISMO PP 23
Pessimismo dell'intelligenza, ottimismo della volontà. (da Romain Rolland)

POLITICANTI IN 108
I politicanti sono gente che non legge, che non studia, che non pensa, eppure si pongono come maestri di saggezza.

POLITICO MA 61-62
Il politico in atto è un creatore, un suscitatore, ma né crea dal nulla, né si muove nel vuoto torbido dei suoi desideri e sogni [...] Applicare la volontà alla creazione di un nuovo equilibrio delle forze realmente esistenti ed operanti, fondandosi su quella determinata forza che si ritiene progressiva, e potenziandola per farla trionfare è sempre muoversi sul terreno della realtà effettuale, ma per dominarla e superarla (o contribuire a ciò). Il ‘dover essere’ è quindi concretezza; anzi è la sola interpretazione realistica e storicistica della realtà, è sola storia in atto e filosofia in atto, sola politica.

POPOLO DELLE SCIMMIE SF 12
La piccola borghesia, anche in questa sua ultima incarnazione politica, il fascismo, ha dimostrato di essere fondamentalmente incapace di svolgere un qualsiasi compito storico: il popolo delle scimmie riempie la cronaca, non crea storia, lascia traccia sul giornale, non offre materiale per scrivere libri.

PRINCIPE Q 1558
Il moderno Principe, il mito principe non può essere una persona reale, un individuo concreto, può essere solo un organismo; un elemento di società complesso nel quale già abbia inizio il concretarsi di una volontà collettiva riconosciuta e affermatasi parzialmente nell'azione ... Il moderno Principe, sviluppandosi, sconvolge tutto il sistema di rapporti intellettuali e morali in quanto il suo svilupparsi significa appunto che ogni atto viene concepito come utile o dannoso, come virtuoso o scellerato, solo in quanto ha come punto di riferimento il moderno Principe stesso e serve a incrementare il suo potere o a contrastarlo. Il Principe prende il posto, nelle coscienze, della divinità o dell’imperativo categorico, diventa la base di un laicismo moderno e di una completa laicizzazione di tutta la vita e di tutti i rapporti di costume.

RELIGIONE MA 317
Si tratta di "compromettere" lo spirito infantile appena comincia a riflettere.

RIFORMA MA 23
Una riforma intellettuale e morale non può non essere legata a un programma di riforma economica, anzi il programma di riforma economica è appunto il modo concreto con cui si presenta ogni riforma intellettuale e morale.

RIVOLUZIONE ON 311
Il problema essenziale della rivoluzione è problema di rapporti tra istituzioni.

RIVOLUZIONE PASSIVA MA 96
Il Risorgimento è stato una «rivoluzione passiva», una restaurazione: una reazione delle classi dominanti al sovversivismo sporadico e disorganico delle masse popolari con ‘restaurazioni’ che accolgono una qualche parte delle esigenze popolari.

SAPERE MS 114
L'elemento popolare "sente", ma non sempre comprende o sa; l'elemento intellettuale "sa", ma non sempre comprende e specialmente "sente". I due estremi sono pertanto la pedanteria e il filisteismo da una parte e la passione cieca e il settarismo dall'altra.

SENSO COMUNE
La cultura della classe dominante diventa la morale, il costume, l'insieme delle regole di comportamento dell'intera società. ON 144 Ogni corrente filosofica lascia una sedimentazione di "senso comune": è questo il documento della sua effettualità storica. Il senso comune non è qualcosa di irrigidito e di immobile, ma mi trasforma continuamente, arricchendosi di nozioni scientifiche. Il senso comune è il folclore della filosofia.

SOVVERSIVISMO PP 17
Il sovversivismo popolare è una posizione negativa e non positiva di classe: il “popolo” sente che ha dei nemici e li individua solo empiricamente nei cosi detti signori. Questo sovversivismo non è ancora un documento di coscienza di classe: ne è appena il primo barlume, è solo, appunto,la posizione negativa e polemica elementare.

SOVVERSIVISMO DALL'ALTO SF 204
Non essendo in Italia mai esistito un “dominio della legge”, ma solo una politica di arbitrii e di cricca personale o di gruppo, il sovversivismo delle classi dirigenti é correlativo a quello dei subalterni.

STATO MA 96
In oriente, lo stato era tutto, la società civile era primordiale e gelatinosa. Nell’occidente, tra Stato e società civile c’era un giusto rapporto e nel tremolio dello stato si scorgeva subito una robusta struttura della società civile. Lo Stato era solo una trincea avanzata dietro a cui stava una robusta catena di fortezze e di casematte.

TOTALITARISMO MA 176

VERITÀ PP 222
È opinione molto diffusa in alcuni ambienti che sia essenziale dell'arte politica il mentire, il sapere astutamente nascondere le proprie vere opinioni: l'opinione è tanto radicata e diffusa che a dire la verità non si è creduti.