CANZONI DELLA COMUNE

Jean Baptiste Clément e Eugène Pottier scrissero rispettivamente La settimana di sangue e l’Internazionale mentre erano nascosti a Parigi per sfuggire alla feroce repressione di Thiers. Più tardi La settimana di sangue fu adattata alle note del Chant des paysans di Pierre Dupont, mentre l’Internazionale - che probabilmente avrebbe dovuto essere cantata sulll’aria della Marsigliese - rimase a lungo sconosciuta: fu un operaio-musicista, Pierre Degeyter, poco tempo dopo la morte di Pottier, a comporre la musica che tutti conosciamo.
L'Internazionale si diffuse col Congresso di Stoccarda della II Internazionale e da allora accompagnò tutte le grandi lotte popolari, divenendo ovunque l’inno del movimento operaio (e per un certo tempo fu anche l’inno nazionale dell’URSS): ciò si deve sia ad una musica coinvolgente sia ad un testo che seppe raccogliere con grande semplicità, ma non senza una certa raffinatezza, il nucleo teorico del nuovo socialismo formulato nel Manifesto del ‘48.
In ogni caso, sia La settimana di sangue che l’Internazionale hanno uno stile decisamente popolare; La tomba dei fucilati, invece (1887), ha tutt’altra impronta: l’autore, Jules Jouy, era un giornalista che aveva scritto diverse canzoni per il café chantant e riuscì assai bene in un’operazione che in seguito molti altri proseguirono (in Francia Charles Trenet, Pete Seeger e Woody Guthrie negli USA, negli anni ’60 il gruppo raccolto intorno al Nuovo Canzoniere Italiano, ecc.): innestare sul filone della canzone popolare un’attenzione compositiva e letteraria propria della musica “colta”, senza tuttavia togliere nulla all’immediatezza di canzoni destinate non semplicemente a un pubblico intellettuale, ma a chi era impegnato, in situazioni anche molto diverse, in difficili e spesso drammatici momenti di lotta e di protesta.

LA SETTIMANA DI SANGUE

(Clément-Dupont)

Sauf des mouchards et des gendarmes
On ne voit plus par les chemins
Que des vieillards tristes aux larmes
Des veuves et des orphelins
Paris suinte le misère
Les heureux mêmes sont tremblants
La mode est aux conseils de guerre
Et les pavés sont tout sanglants
Oui, mais...
Ça branle dans le manche
Ces mauvais jours-là finiront
Et gare à la revanche
Quand tous les pauvres s'y mettront!
Les journaux de l’ex-préfecture
Les flibustiers, les gens tarés
Les parvenus par aventure
Les complaisants, les décorés
Gens de bourse et de coin de rues
Amants de filles aux rebuts
Grouillent comme un tas de verrues
Sur les cadavres des vaincus
On traque, on enchaîne, on fusille
Tout ce qu’on ramasse au hasard:
La mère à coté de sa fille
L’enfant dans les bras du vieillard
Les châtiments du drapeau rouge
Sont remplacés par la terreur
De tous les chenapans de bouge
Valets de rois et d’empereur
Nous voilà rendus aux jésuites
Aux Mac-Mahon, aux Dupanloup
Il va pleuvoir des eaux bénites
Les troncs vont faire un argent fou
Dès demain, en réjouissance
Et Saint-Eustache et l’Opéra
Vont se refaire concurrence
Et le bagne se peuplera
Demain les manons, les lorettes
Et les dames des beaux faubourgs
Porteront sur leur, collerettes
Des chassepots et des tambours
On mettra tout au tricolore
Les plats du jour et les rubans
Pendant que le héros Pandore
Fera fusiller nos enfants
Demain les gens de la police
Refleuriront sur le trottoir
Fiers de leurs états de service
Et le pistolet en sautoir
Sans pain, sans travail et sans armes
Nous allons être gouvernés
Par des mouchards et des gendarmes
Des sabre-peuple et des curés
Le peuple au collier de misère
Sera-t-il donc toujours rivé?..
Jusque à quand les gens de guerre
Tiendront-ils le haut du pavé?..
Jusque à quand la sainte clique
Nous croira-t-elle un vil bétail?..
A quand enfin la République
De la justice et du travail?

Tranne spioni e gendarmi / Vedi soltanto per le vie / I vecchi tristi fino al pianto / Vedove e orfani / Parigi trasuda di miseria / Persino i ricchi sono tremanti / Consigli di guerra ogni momento / E il lastricato è sanguinante / Sì, ma... / Ciurla nel manico / I brutti giorni finiranno / E occhio alla vendetta / Quando tutti i poveri ci si metteranno! / I giornali dell'ex-prefettura / I pirati, i mascalzoni / Gli arricchiti per puro caso / I compiacenti, i decorati / Gente di borsa e dei meandri / Amanti di donne tra i rifiuti / Brulicano come tanti vermi / Sopra i cadaveri dei vinti / Sì, ma... / Si bracca, si arresta, si fucila / La gente raccolta senza ragione / La madre accanto alla sua figlia / Il bimbo in braccio all'anziano / Le leggi della bandiera rossa / Sono rimpiazzate dal terrore / Di tutti i rifiuti di casino / Servi di re e d'imperatore / Sì, ma... / Rieccoci in mano ai gesuiti / Ai Mac-Mahon, ai Dupanloup / Pioverà l'acqua benedetta / Le chiese faranno affari d'oro / Da domani, in grande festa / Sant’Eustacchio e l’Opera / Si rifaranno concorrenza / E la galera si riempirà / Sì, ma... / Domani tutte le puttane / E le signore dei bei quartieri / avranno sulle camicette / Dei fucilini e dei tamburi / Tutto sarà in tricolore / I piatti del giorno e le medaglie / Mentre il grande eroe Pandore / Farà sparare ai nostri figli / Sì, ma... / Domani la stirpe dei poliziotti / Rifiorirà sul marciapiede / Fiera d'aver ben meritato / Con la pistola in bella mostra / Senza pane, lavoro e armi / Saremo di nuovo governati / Dagli spioni e dai gendarmi / Dagli assassini e dai curati / Sì, ma... / Il popolo sarà sempre inchiodato / al suo collare di miseria?... / Fino a quando i militari / trionferanno per le strade?... / Fino a quando la sacra cricca / ci crederà un vile bestiame? / Quando verrà la Repubblica / della giustizia e del lavoro? / Sì, ma...

L'INTERNAZIONALE

(Pottier-Degeyter)

Debout, les damnés de la terre!
Debout, les forçats de la faim!
La raison tonne en son cratère, C’est l’éruption de la fin
Du passé
faisons table rase
Foule esclave, debout! debout!
Le monde va changer de base
Nous ne sommes rien,
soyons tout!
C’est la lutte finale
Groupons-nous, et demain
L’Internationale
Sera le genre humain
Il n'est pas de sauveurs suprêmes
Ni Dieu, ni César, ni tribun
Producteurs, sauvons-nous nous-mêmes!
Décrétons le salut commun!
Pour que le voleur rende gorge
Pour tirer l’esprit du cachot,
Soufflons nous-mêmes notre forge
Battons le fer quand il est chaud!
L’Etat comprime et la Loi triche,
L’impôt saigne le malheureux
Nul devoir ne s’impose au riche
Le droit du pauvre est un mot creux.
C'est assez languir en tutelle
L’Egalité veut d’autres lois
Pas de droits sans devoir, dit-elle
Egaux, pas de devoirs sans droits!
Hideux dans leur apothéose
Les rois de la mine et du rail
Ont-ils jamais fait autre chose
Que dévaliser le travail?
Dans les coffres-forts de la bande
Ce qu’il a créé s’est fondu
En décrétant qu’on le lui rende
Le peuple ne veut que son du
Les rois nous saoulaient de fumées
Paix entre nous, guerre aux tyrans!
Appliquons la grève aux armées
Crosse en l’air et rompons les rangs!
S’ils s’obstinent, ces cannibales
A faire de nous des héros
Ils sauront bientôt que nos balles
Sont pour nos propres généraux!
Ouvriers, paysans, nous sommes!
Le grand parti des travailleurs
La terre n’appartient qu’aux hommes
L’oisif ira loger ailleurs
Combien de nos chairs se repaissent
Mais si les corbeaux, les vautours
Un de ces matins disparaissent
Le soleil brillera toujours

(qui riportiamo la traduzione: il testo della versione italiana è stato modificato e adattato)

In piedi, dannati della terra! / In piedi, forzati della fame! / La ragione tuona nel suo cratere / È l’eruzione della fine / Del passato facciamo tavola rasa / Folla schiava, in piedi! in piedi! / Il mondo cambierà di base / Non siamo nulla, saremo tutto! È la lotta finale / Uniamoci, e domani / L’Internazionale / Sarà il genere umano / Non ci sono sommi salvatori / Né Dio, né Cesare, né tribuno / Produttori, salviamoci da soli! / Decretiamo la salvezza comune! / Perché i ladri rendano il maltolto / Per toglier lo spirito di prigione / Soffiamo da noi sulla fucina / Battiamo il ferro finché è caldo / Lo Stato opprime e la Legge inganna / L'imposta dissangua l'infelice / Nessun dovere si impone al ricco / Il diritto del povero è una vuota parola / Basta languire sotto tutela! / L'Uguaglianza vuole altre leggi / "Niente diritti senza doveri, dice, / Niente doveri senza diritti !" / Odiosi nel loro trionfo / I re della miniera e della rotaia / Hanno forse mai fatto altro / Che derubare il lavoro? / Ciò che esso ha creato è fuso / nelle casseforti della banda / Decretando che glielo si renda / Il popolo vuole ciò che gli è dovuto / I re ci ubriacavano di fumo / Pace tra noi, guerra ai tiranni! / Applichiamo lo sciopero agli eserciti / Diserzione, rompiamo le righe! / Se si ostinano, quei cannibali / A far di noi degli eroi / Presto sapranno che le nostre pallottole / Sono per i nostri generali! / Operai, contadini, siamo / Il gran partito dei lavoratori / La terra appartiene agli uomini, / L’ozioso andrà a vivere altrove / Quanti si cibano delle nostre carni! / Ma se i corvi, gli avvoltoi / Una di queste mattine spariranno / Il sole brillerà per sempre

NON È MORTA

(Pottier-Parizot)

Elle n’est pas morte

On l’a tuée à coups d’ chassepot
A coups de mitrailleuse
Et roulée avec son drapeau
Dans la terre argileuse
Et la tourbe des bourreaux gras
Se croyait la plus forte
Tout ça n’empech’ pas, Nicolas
Qu’ la Commune n’est pas morte!

Comme faucheurs rasant un pré
Comme on abat des pommes
Les Versaillais ont massacré
Pour le moins cent mille hommes
Et ces cent mille assassinats
Voyez c’ que ça rapporte.
Tout ça n’empech’ pas, Nicolas
Qu’ la Commune n'est pas morte!

On a bien fusillé Varlin
Flourens, Ouval, Millière,
Ferré, Rigault, Tony-Moilin,
Gavé le cimetière
On croyait lui couper les bras
Et lui vider l'aorte
Tout ça n’empech’ pas, Nicolas
Qu’ la Commune n'est pas morte!

Ils on fait acte de bandits
Comptant sur le silence
Ach’vés les blessés dans leurs lits
Dans leurs lits d'ambulance
Et le sang inondant les draps
Ruisselait sous la porte
Tout ça n’empech’ pas, Nicolas
Qu' la Commune n’est pas morte!

Les journalistes policiers
Marchands de calomnies
Ont répandu sur nos chamiers
Leurs flots d’ignominies
Les Maxim’ Oucamp, les Dumas
Ont vomi leur eau-forte
Tout ça n’empech’ pas, Nicolas
Qu’ la Commune n'est pas morte!

C’est la hache de Damoclès
Qui plane sur leurs têtes
A l’enterrement de Vallès
Ils en étaient tout bêtes
Fait est qu’on était fier un tas
A lui servir d’escorte!
C’ qui vous prouve en tout cas, Nicolas
Qu’ la Commune n'est pas morte!
Bref, tout ça prouve aux combattants
Qu’ Marianne a la peau brune
Du chien dans l’ ventre et qu’il est temps
D’ crier: vive la Commune!
Et ça prouve à tous les Judas
Qu’ si ça marche de la sorte
Ils sentiront dans peu
Nom de Dieu
Qu’ la Commune n’est pas morte!

L’hanno uccisa a colpi di fucile / A colpi di mitraglia / E rotolata con la sua bandiera / Nella terra fangosa / E la turba dei grassi boia / Si credeva più forte / Tutto ciò non impedisce, Nicola / Che la Comune non è morta! / Come falciatori che rasano un prato / Come si buttano giù le mele / I Versagliesi han massacrato / Per lo meno centomila uomini / E quei cento mila assassinii / Vedete cosa fruttano / Tutto ciò non impedisce, Nicola / Che la Comune non è morta! / Hanno fucilato Varlin / Flourens, Duval, Millière / Ferre, Rigault, Tony-Moilin / Ingozzato il cimitero / Credevano di tagliarle le braccia / Di svuotarle l’aorta / Tutto ciò non impedisce, Nicola / Che la Comune non è morta! / Hanno agito da banditi / Contando sul silenzio / Han finito i feriti nei letti / Nei letti d’ambulanza / E il sangue che inondava i lenzuoli / Scorreva sotto la porta / Tutto ciò non impedisce, Nicola / Che la Comune non è morta! I giornalisti poliziotti / Mercanti di calunnie / Ci hanno sparso sulle ossa / I loro fiotti d’ignominia / I Maxime Ducamp, i Dumas / Han vomitato acido / Tutto ciò non impedisce, Nicola / Che la Comune non è morta! / Hanno l’ascia di Damocle / Sospesa sulla testa / Al funerale di Vallès / Son rimasti a bocca aperta / Il fatto è che eravamo in tanti / A fargli da scorta! Il che prova comunque, Nicola / Che la Comune non è morta! / In breve tutto ciò prova ai combattenti / Che Marianna ha la pelle scura / Del cane sul ventre e che è tempo / Di gridare “Viva la Comune !” / E prova a tutti i Giuda / Che se va come deve / Si accorgeranno tra poco, per Dio / Che la Comune non è morta!

LA TOMBA DEI FUCILATI

(Jouy-Doria)

Ornant largement la muraille
vingt drapeaux rouges assemblés
cachant les trous de la mitraille
dont les vaincus furent criblés
bien plus belle que la sculpture
des tombes que bâtit l’orgueil
l’herbe couvre la sépulture
des morts enterres sans cercueil
Ce gazon que le soleil dore
quand mai sort des bois réveillés
ce mur que l’histoire décore
qui saigne encore
c’est le tombeau des fusillés (bis)
Autour de ce tombeau sans bronze
Le prolétaire, au nez des lois
Des héros de soixante et onze
Ecoute chanter les exploits
Est-ce la tempête ou la houle
Montant a l’assaut d’un ecueil?
C’est la grande voix de la foule
Consolant les morts, sans cercueil!
Ecoute bon bourgeois qui tremble
Pleurant ceux qu’on croit oubliés
Le peuple tout entier s’assemble
Et vient ensemble
Près du tombeau des fusillés (bis)
Loups de la semaine sanglante
sachez-le, l’agneau se souvient
du peuple la justice est lente
Elle est lente mais elle vient
Le fils fera comme le père
la vengeance vous guette au seuil
craignez de voir sortir de terre
les morts enterrés sans cercueil
Tremblez, les lions qu’on courrouce
mordent quand’ils sont réveillés
fleur rouge éclose dans la mousse
l’avenir pousse
sur le tombeau des fusillés (bis)

Ornando largamente la muraglia / Venti bandiere rosse adunate / Coprono i fori di mitraglia / Che crivellarono i vinti / Molto più bella della scultura / Delle tombe costruite dall'orgoglio / L 'erba copre la sepoltura / Dei morti sepolti senza bara / Questo prato che il sole dora / Quando maggio esce dai boschi ridestati / Questo muro che la storia decora / Che sanguina ancora / È la tomba dei fucilati / Attorno a questa tomba senza bronzo / Il proletario, in barba alle leggi / Ascolta cantare le imprese / Degli eroi del settantuno / È la tempesta o l’onda / Che cresce assaltando uno scoglio? / È la gran voce della folla / Che consola i morti senza bara! / Ascolta, buon borghese che trema / Piangendo chi si credeva dimenticato / Il popolo intero si raduna / E viene insieme / Alla tomba dei fucilati / Lupi della settimana di sangue / Sappiatelo, l’agnello ricorda / La giustizia del popolo è lenta / È lenta ma arriva / Il figlio farà come il padre / La vendetta vi aspetta al varco / Temete di veder uscire dalla terra / I morti sepolti senza bara / Tremate, i leoni che si stuzzicano / Mordono quando sono svegliati / Fiore rosso schiuso tra il muschio / L’avvenire spunta / Sulla tomba dei fucilati.

LE TEMPS DES CERISES

(J.B. Clément - A. Renard)

Quand nous chanterons le temps des cerises,
Et gai rossignol et merle moqueur
Seront tous en fête.
Les belles auront la folie en tête
Et les amoureux du soleil au cœur.
Quand nous chanterons le temps des cerises
Sifflera bien mieux le merle moqueur.
Mais il est bien court le temps des cerises
Où l’on s’en va deux cueillir en rêvant
Des pendant d’oreilles,
Cerises d'amours aux robes pareilles
Tombant sous la feuille en gouttes de sang.
Mais il est bien court le temps des cerises
Pendant de corail que l’on cueille en rêvant.
Quand vous en serez au temps des cerises
Si vous avez peur des chagrins d'amour
Evitez les belles.
Moi qui ne craint pas les peines cruelles
Je ne vivrai pas sans souffrir un jour
Quand vous en serez au temps des cerises
Vous aurez aussi des chagrins d'amour.
J’aimerai toujours le temps des cerises
C'est de ce temps là que je garde au cœur
Une plaie ouverte.
Et dame Fortune, en m’étant offerte,
Ne pourra jamais calmer ma douleur.
J’aimerai toujours le temps des cerises
Et le souvenir que je garde au cœur


Nel 1832 Franz Liszt scrisse un pezzo per piano intitolato Lyon: in onore degli operai
tessili lionesi protagonisti dell'insurrezione del novembre 1831, per certi versi molto simile
(soprattutto nella sua replica durante la Settimana di sangue del 1834) a quella parigina del 1871.
Il musicista Aristide Bruant ne ha tratto una canzone nel 1894:

Pour chanter Veni Creator
Il faut une chasuble d’or.
Pour chanter Veni Creator
Il faut une chasuble d’or.
Nous en tissons pour vous gens de l’Eglise,
Et nous pauvres canuts n’avons pas de chemise.
C’est nous les canuts,
Nous allons tout nus.
Pour gouverner il faut avoir
Boutons et rubans en sautoir.
Pour gouverner il faut avoir
Boutons et rubans en sautoir.
Nous en tissons pour vous grands de la terre,
Et nous pauvres canuts tout nus on nous enterre.
C’est nous les canuts,
Nous allons tout nus.
Mais notre règne arrivera
Quand votre règne finira.
Mais notre règne arrivera
Quand votre règne finira.
Nous tisserons le linceul du vieux monde,
Et l’on entend déjà la révolte qui gronde.
C’est nous les canuts,
Nous n’irons plus nus.

 

Ormai introvabile è il bel libro curato da Guido Armellini La canzone francese, Savelli, 1979,
con un’ampia raccolta di testi - popolari e d’autore - dalla Comune fino al dopo-maggio ‘68.


Yves Montand, Le temps des cerises (Jean-Baptiste Clément, 1866 - musica di Antoine Renard)