inizio rosso e giallo


 

Introduzione a Auguste Dupin investigatore


È luogo comune affermare che il poliziesco, il genere di narrativa che in Italia viene chiamato «giallo», sia nato con l'uscita nell'aprile 1841 sul «Graham's Magazine» di Filadelfia del racconto The Murders in the Rue Morgue di Edgar Allan Poe (Boston 1809 - Baltimora 1849), poeta maledetto del Nuovo Mondo, prosatore prolifico e brillante, raziocinante e lucidissimo artista, nonostante la fosca leggenda personale da lui stesso accreditata, ma potenziata oltre Atlantico da una viscerale e interessata agnizione di Charles Baudelaire (Parigi 1821-1867), poeta maledetto del Vecchio Mondo, che lo tradusse e propagandò in Europa a propria immagine e somiglianza.

Baudelaire lesse il suo primo racconto di Poe, The Black Cat (1843), nel 1847, nella traduzione di Isabelle Meunier, giovane allieva di Fourier, e data 1848 la sua prima traduzione di un altro racconto di Poe, Mesmeric Revelation (1844). Il suo primo saggio su Poe venne pubblicato dalla «Revue de Paris» nel 1852: è la stesura inaugurale di quella che diventerà la notizia premessa alla sua prima raccolta in volume di traduzioni di racconti di Poe. Nel 1853 Baudelaire fece apparire su «l'Artiste» la traduzione della celebre lirica di Poe The Raven (1845) e nel 1854 iniziò a presentare su «Le Pays» in francese tutti i racconti di Poe da lui preferiti, una serie che proseguì sino a metà del 1855.
La prima raccolta in volume, Histoires Extraordinaires, è del 1856. Una seconda raccolta, Nouvelles Histoires Extraordinaires, precedette di appena tre mesi nel 1857 l'uscita del capolavoro poetico baudelairiano Les Fleurs du Mal, che suscitò dibattiti e processi per oltraggio alla morale, imposizioni di tagli e la consacrazione come «revolté». L'ultima raccolta di racconti di Poe tradotti da Baudelaire, Histoires Grotesques et Sérieuses, uscì nel 1865, sedici anni dopo la morte di Poe e due prima della morte di Baudelaire,

Avendo Poe praticato febbrilmente, anche e soprattutto per motivi economici, tutti o quasi i filoni creativi in poesia, prosa, pubblicistica e pubblicità, inevitabilmente si è cominciato prima o poi a scegliere il brutto e il bello, il gastronomico e l'ispirato, l'arte e l'artigianato, il frivolo e il serio nella sua folta opera.
Il primo distinguo illustre è, forse, quello avanzato nel 1890 dal poeta e saggista francese Paul Ambroise Valéry, secondo il quale sarebbe veramente esistito solo un Edgar Allan Poe padrone di sé, filosofo geniale, acuto teorico della creazione letteraria. Le centinaia di pagine di racconti dell'orrore e di poesie strampalate sarebbero da ritenersi appena dei pastiches critici della cattiva letteratura di consumo, di cui il primo a burlarsi sarebbe stato lo stesso autore.
Questa tesi è andata diventando certezza negli studi francesi e americani degli ultimi decenni. E la colpa del fraintendimento del vero Poe è attribuita tutta all'interpretazione di Baudelaire.

Le tre inchieste dell'investigatore dilettante Auguste Dupin che presentiamo in questo volume apparterranno al Poe spazzatura o al Poe cultura? The Murders in the Rue Morgue (1841), The Mistery of Marie Rogêt (1842-1843) e The Purloined Letter (1845) forse non raccolsero, al momento, tanto interesse critico e tanto successo economico da incoraggiare Poe a continuare la serie.
In compenso, hanno fissato per l'avvenire le regole del poliziesco. Il «giallo», come si dice qui da noi perché Arnoldo Mondadori scelse, appunto, il color giallo citrino per la collana in cui, alla vigilia degli Anni Trenta, iniziò a pubblicare i mgliori testi stranieri del genere, deve moltissimo a Poe come il fantastico, l'orrore, la fantascienza, una gran parte della narrativa cosiddetta d'evasione. Proprio per dimostrare che non si tratta di tre testi isolati, in questo volume abbiamo aggiunto le traduzioni, sempre di Giorgio Manganelli, di altri racconti che parlano dei rapporti di Edgar Allan Poe con i crimini, le masse, gli incubi della vita sociale e il modo in cui narrarli.

da: Auguste Dupin investigatore, Einaudi, 1991