Mary Shelley

La scrittrice inglese nacque nel 1797 dal filosofo William Godwin, uno degli esponenti più importanti del razionalismo anarchico, e da Mary Wollstonecraft, una donna forte e determinata, fra i primi personaggi della sua epoca a promuovere i diritti della donna. Purtroppo, questa madre così eccezionale che avrebbe potuto sicuramente dare tantissimo alla figlia, morì poco dopo il parto.

Durante un soggiorno in Scozia Mary conosce il giovane e geniale poeta ribelle Percy Bysshe Shelley, che sposa in seguito nel 1816, appena diciannovenne e dopo una rocambolesca fuga in Svizzera. Con lui viaggia in Francia, Germania e Olanda.
Nel 1822, dopo essersi trasferiti a La Spezia, Percy Shelley ed un suo amico, marito di un'amica comune, partono alla volta di Genova: i due non torneranno più; il poeta viene infatti rinvenuto tra i flutti il 15 luglio.

Tornata a Londra dopo la morte del marito, Mary visse in Inghilterra con i proventi del proprio lavoro di scrittrice professionista. Autrice di vari romanzi, è diventata famosa soprattutto per Frankenstein o il Prometeo moderno, il suo primo libro scritto nel 1818 e nato quasi per gioco: Byron, durante un soggiorno estivo con gli Shelley e John Polidori a Ginevra, propose che ciascuno di loro scrivesse un racconto dell'orrore, racconto che poi ognuno avrebbe letto agli altri come passatempo serale. Shelley compose un'opera breve intitolata The Assassins, Byron scrisse il racconto The burial" mentre Polidori creò la romantica figura di un vampiro affascinante e misterioso, con il romanzo breve The vampire (il primo libro sui vampiri); Mary scrisse invece Frankenstein, dopo averlo sognato in un terribile incubo (così almeno narra la leggenda). Il soggetto è comunque palesemente ispirato al mito antichissimo dell'uomo creatore della vita (ma anche alle Metamorfosi di Ovidio e al Paradiso perduto di Milton), ma in cui al prodigio si sostituiscono chimica e galvanismo.

Il libro tratta la storia di un giovane svizzero studioso di filosofia naturale, il dottor Victor Frankestein appunto (spesso si confonde il nome del medico con quello della sua creatura), che, servendosi di parti anatomiche sottratte a vari cadaveri costruisce una creatura mostruosa, cui riesce, con procedimenti di cui lui solo ha il segreto, a infondere la scintilla della vita.
Malgrado l'aspetto terrificante, la creatura si rivela la quintessenza della bontà di cuore e della mitezza d'animo. Ma quando si accorge del disgusto e della paura che suscita negli altri, subisce una totale trasformazione e diviene un'autentica furia distruttiva; dopo molti delitti finisce addirittura per uccidere anche il suo creatore.

Brian W. Aldiss, critico inglese e scrittore egli stesso, pone alla base della moderna fantascienza proprio il romanzo della Shelley ed è indubbio che tutte le storie scritte in seguito e basate sul binomio Creatore-Creatura viaggino sulla falsariga di Frankenstein.

A Mary Shelley si devono naturalmente anche altre opere, alcune della quali precorrono anch'esse temi tipicamente fantascientifici (come L'ultimo uomo, un romanzo che narra dell'unico superstite di una terribile epidemia che ha cancellato l'intera umanità; da cui il celebre Io sono leggenda, di Richard Matheson, e il film del 1975 Occhi bianchi sul pianeta Terra, con Charlton Heston), novelle che però non raggiunsero mai la fama della sua opera prima.

Il successo di quel suo primo libro, che ha goduto di costante fortuna ed è stato oggetto di innumerevoli imitazioni, si deve indubbiamente alla quantità di domande e di dubbi etico-filosofici che è in grado di sollevare: le speculazioni sulle origini della vita, il ruolo ambiguo della scienza, spesso inconsapevole creatrice di "mostri", il problema della bontà e creatività originaria dell'uomo, in seguito corrotto dalla società, e così via.

Innumerevoli i film tratti da Frankenstein: dal primo, del 1910, a quello - il più famoso - del 1931, diretto da James Whale e intepretato da Boris Karloff, dalle imitazioni più meno grossolane, come Dracula contro Frankenstein, alla parodia di Mel Brooks Frankenstein Junior (1974), a Frankenstein di Mary Shelley (1994) diretto da Kenneth Branagh.

Una nota inquietante: quasi tutti i partecipanti a quelle serate ginevrine fecero una brutta fine: Percy Shelley, come detto, morì annegato a causa di un naufragio, Byron morì giovanissimo a Missolungi, Polidori si suicidò.
Mary, invece, dopo una tormentata esistenza (che dopo il successo e la morte del marito proseguì infarcita di scandali, di difficoltà economiche e di amori respinti), morì a Londra nel 1851, dopo aver condotto una serena vecchiaia in compagnia dell'unico figlio rimastole.