SINTESI

Acqua

L’acqua è un bene pubblico prezioso che va protetto in nome della qualità della vita e della salute pubblica. L’acqua per i bisogni primari è un diritto di cui va garantita la disponibilità, oggi più che mai minacciata da fenomeni di inquinamento, dal suo uso distorto e dallo spreco.
Nel settore cruciale dell’acqua dovranno essere assunti criteri di massima sensibilità, di precauzione, di forte investimento programmatico. In questo caso la distinzione fra rete e servizio è più complessa. Entrambe le funzioni dovranno dunque rimanere pubbliche. Crediamo inoltre nell’assoluta necessità di effettuare robusti investimenti nel potenziamento e ammodernamento delle reti idriche, soprattutto nel Mezzogiorno dove i cittadini e gli utenti hanno ancora gravi e diffuse difficoltà di accesso all’acqua.

Agricoltura

Il nostro programma riconosce la funzione strategica del Sistema Agricolo Nazionale per la sua rilevanza economica, ambientale, sociale e culturale. Pur in un contesto comunitario si rende sempre più necessaria una forte politica agricola nazionale. È necessario inoltre ridurre la forbice dei prezzi tra produttore e consumatore eliminando i passaggi che non aggiungono valore e favorendo forme decentralizzate di commercializzazione, anche con esperienze di filiera corta.
Difendere e sostenere il reddito degli agricoltori con una politica di equità dei prezzi, alleggerire i costi di produzione e di sistema per aumentare la competitività delle nostre imprese, valorizzare il lavoro, anche con riguardo ai lavoratori immigrati e alle loro pari opportunità.

Ammortizzatori sociali

Riteniamo indifferibile una profonda riforma del sistema degli ammortizzatori sociali che preveda:
• l’incremento e l’estensione dell’indennità di disoccupazione a tutti i lavoratori
(anche discontinui ed economicamente dipendenti);
• il riordino e l’armonizzazione dei trattamenti del settore agricolo
• l’estensione della cassa integrazione guadagni alle piccole aziende di tutti i settori (compreso il terziario), con l’obiettivo di costituire una rete di sicurezza universale che protegga tutti i lavoratori anche sul mercato del lavoro, nei casi di crisi produttive.

Animali

Alla luce della nuova e crescente sensibilità nei confronti degli animali, c’impegniamo affinché il nostro rapporto con essi sia il più informato, solidale e rispettoso nello spirito della “Dichiarazione universale dei diritti dell’animale” Unesco.
Per quanto riguarda l’attività venatoria proponiamo la difesa e la piena applicazione della legge n. 157 del 1992, il rispetto delle direttive comunitarie in materia di caccia.
In linea con la più recente normativa comunitaria, proponiamo di rivedere la normativa sul benessere degli animali negli allevamenti, stabilendo rigidi principi etologici per salvaguardare il benessere di tutti gli animali utilizzati dall'industria zootecnica durante l'allevamento, il trasporto e la macellazione, prevedendo efficaci strumenti di controllo e monitoraggio.
In linea con la normativa comunitaria ed alla luce dei più recenti studi scientifici in materia, occorre promuovere e favorire la ricerca effettuata con metodi titleernativi all'utilizzo di animali e progressivamente abolire la ricerca e la sperimentazione che ne facciano ancora uso.
Riteniamo, inoltre, importanti - con riferimento a quanto esplicitamente previsto dal Trattato per la Costituzione europea - adeguati meccanismi di tutela dei diritti degli animali come esseri senzienti.

Apptitlei

Ci impegniamo a rivedere la normativa in merito agli apptitlei di opere e servizi e alla cessione di ramo d’azienda, spesso utilizzata in modo fittizio per aggirare le tutele dei lavoratori attraverso il meccanismo delle esternalizzazioni: la disciplina va ricondotta alla sua corretta dimensione, giustificata esclusivamente da oggettivi requisiti funzionali e organizzativi. In ogni caso, va riconosciuta una piena responsabilità dell’impresa apptitleante nei confronti dei lavoratori delle imprese apptitleatrici.
Inoltre, riteniamo che le attività della pubblica amministrazione che garantiscono i diritti tutelati costituzionalmente ed i relativi servizi debbano essere parte integrante dell’intervento pubblico e non siano esternalizzabili.

Aree protette

Non possiamo dimenticare che l’Italia è il paese europeo a più elevata biodiversità per caratteristiche geografiche e climatiche. Tale biodiversità è un valore fondamentale per la qualità ambientale e naturale del paese e dei suoi paesaggi. Il sistema delle aree naturali protette italiane costituisce uno strumento per la preservazione di risorse naturali primarie di rilevante importanza e un patrimonio straordinario da conservare e valorizzare. In questo contesto proponiamo che le reti ecologiche entrino nella pianificazione territoriale su area vasta, al fine di garantire sistemi di tutela diffusa e integrata, con particolare attenzione al sistema alpino, a quello appenninico, ai bacini fluviali e alle coste.

Aree urbane

Ci impegniamo a promuovere un programma per le città e le loro periferie, finalizzato alla tutela e alla valorizzazione dei centri storici e al risanamento urbanistico e sociale delle periferie. In questo contesto, ci impegniamo a:
• riconoscere apposite misure di sostegno ai piccoli comuni;
• promuovere, nelle aree urbane e metropolitane, l’aumento di parchi, giardini, orti e titlere aree verdi;
• potenziare il trasporto pubblico locale, metropolitano e regionale con sistemi integrati incrementando la modalità dei sistemi su ferro e in corsie preferenziali;
• rendere permanenti gli incentivi fiscali per le ristrutturazioni edilizie finalizzandole in particolare al risparmio energetico, alla qualità ecologica, alla bioedilizia e alla sicurezza degli edifici.

Articolo 11

Scegliamo di mettere la vocazione di pace del popolo italiano e l’art. 11 della Costituzione italiana al centro delle scelte che il nostro Paese compie in materia di sicurezza.
Scegliamo una politica preventiva di pace che persegua attivamente l’obiettivo di equità e giustizia sul piano internazionale, favorendo la prevenzione dei conflitti e il prosciugamento dei “bacini dell’odio”.

Asili nido

Ci impegniamo a varare un piano di azione per lo sviluppo del sistema di asili nido che faccia leva su risorse nazionali e locali e sull’integrazione con il sistema scolastico, prevedendo anche la ristrutturazione di immobili di proprietà del demanio, delle regioni e degli Enti Locali e la loro destinazione al sistema dei nidi per l’infanzia. Le tariffe devono essere accessibili e puntiamo anche ad ampliare e modulare gli orari di apertura dei nidi e delle scuole materne in modo da facilitare la conciliazione con gli orari dei genitori.

Assegno per il sostegno alle responsabilità familiari

Proponiamo l'unificazione degli attuali strumenti monetari di sostegno alle famiglie - assegni al nucleo familiare e deduzioni Irpef per figli a carico - in una dote di reddito per il bambino che prende il nome di “Assegno per il sostegno delle responsabilità familiari” e fornisce, indipendentemente dalla condizione lavorativa dei genitori, una integrazione di reddito più consistente dell’attuale e crescente in funzione della numerosità del nucleo familiare. Il sostegno avrà carattere di selettività, rivolgendosi essenzialmente alle famiglie con redditi bassi e medi.

Assistenza

Crediamo nel rilancio del welfare locale e in un sistema di politiche sociali finalizzate all’integrazione socio sanitaria. Indichiamo delle priorità:

  1. la preferenza dei servizi alle persone e alle famiglie rispetto ai trasferimenti monetari;
  2. il mantenimento di una funzione nazionale di indirizzo, definizione di obiettivi, accompagnamento, monitoraggio dei risultati ottenuti;
  3. l’incremento del Fondo sociale nazionale per garantire il finanziamento dei livelli essenziali di assistenza. In particolare, puntiamo ad assicurare i diritti soggettivi all’assistenza per le persone in condizioni di povertà e per le persone con disabilità;
  4. l’integrazione tra le politiche sociali, sanitarie di inserimento lavorativo e scolastico con le politiche urbanistiche, dei trasporti e del territorio attuando veri e propri “piani regolatori del sociale”;
  5. la promozione, l’incentivare e il sostegno a tutte le forme di legame sociale, dal volontariato all’associazionismo, al mutuo aiuto, alla partecipazione civica dei cittadini;
  6. l’adozione in sede di conferenza Stato Regioni di linee guida per la revisione delle modalità di accertamento e certificazione del grado di invalidità secondo i nuovi criteri di valutazione previste dall’International Certification of Functioning, Dibality and Hetitleh dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Beni culturali

Mai più condoni. Questo è il primo impegno che ci assumiamo nel pieno rispetto del dettato costituzionale.
I criteri a cui ispireremo le nostre politiche sono:
• il diritto-dovere delle comunità locali, regionali e nazionale a riconoscere, salvaguardare, usare correttamente e tramandare al futuro il patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale;
• il coinvolgimento dell'Università nella tutela e valorizzazione del patrimonio, in particolare per le attività conoscitive ed il miglioramento della formazione degli operatori con periodi di stage presso le soprintendenze;
• l’impiego delle nuove tecnologie e di abilità professionali elevate e certificate;
• l’apertura dei canali di formazione e di assunzione che consentano un adeguato ricambio generazionale;
• la programmazione d’uso della generalità del territorio fondata sulla disponibilità di conoscenze ampie e profonde, con l’impiego di tecnologie avanzate;
• il perseguimento dell’obiettivo della tutela con vincoli e restauri, ma soprattutto tramite una conservazione preventiva e programmata da realizzarein modo continuativo sul territorio;
• la compatibilità delle politiche economiche con uno sviluppo sostenibile;
• una maggiore tutela e valorizzazione, due attività intrinsecamente connesse tra loro che non devono più essere distinte come oggi avviene;
• sospensione della vendita di beni prevista dall'attuale governo.
Dovremo superare la precarizzazione dei ruoli dei pubblici uffici, determinata dalla crescente tendenza al conferimento di incarichi temporanei.

Bossi - Fini

Sulle politiche per i migranti intendiamo ripartire da zero, sostituendo le parole d’ordine della normativa in vigore - chiudere, emarginare, criminalizzare - con le nostre: governare, accogliere, costruire convivenza.
Il percorso legislativo che immaginiamo passa per l’abrogazione della legge Bossi - Fini, per una politica degli ingressi, per la regolamentazione organica del diritto di asilo, per il diritto di voto alle elezioni amministrative, per la modifica delle regole in tema di acquisizione della cittadinanza, per una legge a tutela della libertà religiosa e di culto.

Carcere

• prevedere la detenzione in carcere come misura ultima;
• garantire a tutti i detenuti i diritti fondamentali (alla salute, al lavoro, allostudio ed alla formazione professionale) e rafforzare i servizi sociali;
• rendere obbligatoria la figura del garante dei diritti dei detenuti, disciplinandone i poteri;
• dare compiuta attuazione ad un regolamento penitenziario incentrato sul principio di rieducazione e risocializzazione del condannato;
• qualificare e razionalizzare il contributo della polizia penitenziaria;
• favorire la cura delle tossicodipendenze al di fuori delle strutture detentive ;
abolire le sanzioni amministrative per chi detiene sostanze stupefacenti solo per uso personale;
• rendere effettiva la differenziazione delle condizioni di detenzione tra detenuti in attesa di giudizio e condannati in stato di esecuzione della pena;
• eliminare ogni forma di limitazione della libertà in forza di mero provvedimento amministrativo o a seguito di violazione di carattere amministrativo;
• prevedere la presenza negli istituti penitenziari di figure professionali di educatori in grado di favorire un rapporto sereno tra detenute madri e i loro figli.
Occorrerà avviare modifiche normative per conseguire due obiettivi di titleo impatto simbolico:

  1. nessun bambino in carcere;
  2. nessun “incompatibile” (affetto da Hiv conclamato o da titlere gravi patologie) in carcere.

Casa

L’obiettivo è portare tendenzialmente l’offerta complessiva di edilizia sociale - composta non solo da nuove costruzioni di edilizia residenziale pubblica - in linea con la media europea.
In generale, crediamo nella necessità di uno sforzo convergente del governo centrale, delle regioni, degli enti locali, attivando risorse pubbliche e private.
I Comuni saranno dal canto loro incentivati a realizzare soluzioni di “canone solidale” rivolte alle fasce basse.
D'titlera parte, vogliamo anche rendere più mirati ed efficaci i sostegni finanziari alla domanda:
• ristabilendo una fonte di finanziamento certa, stabile e adeguata al fondo di sostegno per le famiglie in affitto con difficoltà;
• predisponendo una serie di misure per favorire la concessione di mutui adeguati per la prima casa e l’accesso alla proprietà per le giovani coppie e titleri soggetti.
Con riferimento alla questione degli sfratti, proponiamo interventi volti a garantire il passaggio da casa a casa per i soggetti deboli.
Infine, crediamo che il mercato degli affitti privati possa essere moderato anche attraverso lo strumento dell’incentivazione fiscale.
Si può pensare, nell'ambito di una rivisitazione della legge n. 431 del 1998, a una rivisitazione complessiva del sistema delle detrazioni fiscali, rivedendo le agevolazioni fiscali a favore del libero mercato e, contemporaneamente, incrementando la detassazione degli affitti a canone concordato, a un intervento sulla  fiscalità della casa che penalizzi lo sfitto, anche ai fini di un vero contrasto al canone nero e di una diversa modulazione dell'ICI.

Caschi bianchi

Ci battiamo per la costituzione a livello europeo di un corpo civile di pace, i cosiddetti caschi bianchi, in grado di intervenire nelle aree di sofferenza e conflitto con gli strumenti del dialogo, dell’interposizione non violenta, della diplomazia e della mediazione.

Centri di Permanenza Temporanea

La legge Bossi-Fini prevede praticamente un solo strumento, l’espulsione: costoso, incerto nei risultati, potenziale minaccia a diritti e garanzie fondamentali propri di tutti gli individui.
Dobbiamo invece approntare un complesso di misure giuste ma efficaci:
• graduare le misure di espulsione, modulandole sul grado di integrazione e situazione personale;
• prevedere sanzioni limitate e un meccanismo premiale per l’immigrato irregolareche collabora all’identificazione e al rimpatrio;
• consentire alle autorità di pubblica sicurezza di utilizzare misure di sorveglianza di pubblica sicurezza dove il trattenimento non sia necessario.
L’adozione di queste norme comporta il superamento dei Centri di Permanenza Temporanea. Dobbiamo comunque approntare strumenti efficaci per assicurare l'identificazione degli immigrati e il rimpatrio di quanti vengono legittimamente espulsi.

Cittadinanza europea

Dobbiamo appoggiare l’introduzione nella Carta costituzionale europea del principio di «cittadinanza europea di residenza», svincolato dalla nazionalità, che potrebbe consentire ai cittadini di Paesi extracomunitari che risiedono legalmente nella Ue di godere di diritti e doveri economici, sociali e politici.

Class action

L’azione collettiva risarcitoria (“class action”) è una nuova tecnologia del processo che si va diffondendo ormai in tutto il mondo e crediamo opportuno introdurre anche da noi. Quando si verificano illeciti che provocano danni ad una platea molto estesa e diffusa di soggetti, coloro che li subiscono spesso rinunciano ad agire perché il costodi accesso alla giustizia è troppo oneroso rispetto al probabile beneficio di vincere la causa. Con la “class action” invece, nei casi di illeciti civili plurioffensivi, la sentenza che si ottiene in un singolo giudizio può essere fatta valere anche da quanti si trovano nella medesima situazione, senza che ciascuno dei danneggiati sia costretto a promuovere autonomamente la propria azione. La disciplina della "class action" essere configurata in modo che si armonizzi con i principi generali in tema di tutela giurisdizionale del nostro ordinamento, avendo riguardo affinché:
• non pregiudichi minimamente la facoltà di ciascuno di disporre del suo diritto consentendo al singolo di sottrarsi dall’azione collettiva;
• premi economicamente gli avvocati solo se hanno effettivamente contribuito all’attuazione del diritto sostanziale;
• costituisca uno strumento di economia processuale.

Clausola generale di salvaguardia del Parlamento

Proponiamo la previsione di una clausola generale che consenta al Parlamento di intervenire con legge per tutelare l'interesse della Repubblica anche in materie di competenza regionale quando siano in gioco superiori interessi della collettività, quando si debba garantire l’unità giuridica o economica del Paese o garantire l’uguaglianza dei cittadini nell’esercizio dei diritti costituzionali.

Codice etico

L’Unione riconosce l’utilità e l’importanza di realizzare l’introduzione di un Codice Etico nella sottoscrizione degli accordi commerciali dell’Italia, nonché delle imprese italiane con paesi terzi. Il Codice Etico è uno strumento che vuole garantire nella sottoscrizione di accordi commerciali il rispetto dei diritti umani, sindacali, la tutela dei minori, la conservazione delle risorse naturali, l’assenza di pirateria di materiale biologico e la lotta alla corruzione, quale percorso fondamentale in materia di Responsabilità Sociale delle Imprese e di dimensione sociale della globalizzazione.

Commercio delle armi

Sulla base dello spirito originario della legge 185/90, (commercio delle armi), l’Unione si impegna a che vi siano trasparenza e un più cogente rispetto delle disposizioni che impediscono il commercio delle armi in Paesi che violano i diritti umani o che siano collocati in aree di conflitto, nonché a sostenere l’adozione in ambito ONU di un trattato internazionale sul commercio delle armi.

Commercio equo e solidale

L’Unione favorirà il Commercio Equo e Solidale con campagne di informazione sul valore sociale e ambientale di detti prodotti anche attraverso politiche di defiscalizzazione che consentano di essere accessibili a tutti i consumatori sul mercato. Saranno titleresì favoriti e valorizzati i progetti di microcredito nei luoghi di produzione dei prodotti equo e solidali.

Commissione d’inchiesta su Genova

La crescente domanda di sicurezza da parte della collettività, a fronte di vecchi e nuovi rischi e pericoli, richiede la messa in opera di un programma di riorganizzazione, coordinamento e modernizzazione che rafforzi il rispetto della legalità, il contrasto della criminalità, la prevenzione delle minacce terroristiche.
La politica del centrodestra al riguardo si è mostrata del tutto indifferente: a vuoti annunci si sono affiancate misure che contrastano con il rispetto della legalità, l’inerzia rispetto alla criminalità economica, un abbassamento della guardia nel contrasto alla criminalità organizzata, l’utilizzo delle forze di polizia per operazioni repressive del tutto ingiustificate; basti pensare ai fatti di Genova, per i quali ancora oggi non sono state chiarite le responsabilità politica e istituzionale (al di là degli aspetti giudiziari) e sui quali l’Unione propone, per la prossima legislatura, l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta.

Condoni edilizi

Basta con i condoni edilizi: ci impegniamo a non varare nuovi condoni e a potenziare attività e misure di prevenzione, di controllo e dissuasione, nonché piani di recupero del territorio che passino anche attraverso l’abbattimento delle opere abusive, a partire da quelle realizzate nelle aree vincolate.

Conflitto di interessi

Dobbiamo colmare una profonda lacuna, adeguando l’ordinamento italiano a quello di titlere grandi democrazie occidentali, attraverso un modello di provata efficacia e di sicuro equilibrio che mira a prevenire l’insorgere di conflitti di interessi tra gli incarichi istituzionali (sia nazionali che locali) e l’esercizio diretto di attività professionali o imprenditoriali o il possesso di attività patrimoniali che possano confliggere con le funzioni di governo.
Gli strumenti che utilizzeremo sono: la revisione del regime delle incompatibilità; l’istituzione di un apposita autorità garante; l’obbligo di conferire le attività patrimoniali a un blind trust.
L’incompatibilità deve essere totale per i membri del governo nazionale, di quelli regionali e delle città con più di 100 mila abitanti. Questi, nel corso del proprio mandato, potranno svolgere esclusivamente le funzioni legate alla carica, con il diritto di essere collocati in aspettativa da titleri incarichi.
Tutti i titolari di cariche pubbliche, inoltre, non potranno ricoprire per interposta persona attività imprenditoriali in imprese o società private, o a prevalente partecipazione pubblica, oppure che abbiano rapporti di concessione con pubbliche amministrazioni, con esclusione delle attività non profit e delle attività di modesta entità. Sarà fonte di conflitto di interessi il possesso, diretto o per interposta persona, di partecipazioni rilevanti in alcuni specifici settori economici nei quali tale possesso determina di norma e quasi inevitabilmente un condizionamento del libero svolgimento della funzione pubblica.
I beni e le attività non rilevanti ai fini delle incompatibilità e quelli derivanti dalla liquidazione di beni e attività rilevanti dovranno essere conferiti a una gestione  fiduciaria “cieca” (blind trust) che provvederà ad amministrarli con l’obbligo di rendiconto alla fine del mandato politico del titolare.

Congedi per maternità e paternità

Proponiamo di rafforzare le possibilità per ambedue i genitori di usufruire dei congedi remunerati di maternità e paternità; innalzare la quota dello stipendio assicurata ai genitori che fruiscono dei congedi parentali e rafforzare la possibilità di integrare la quota mancante con un anticipo del trattamento di fine rapporto (TFR).

Consumatori utenti

Proponiamo una riforma della legge quadro in materia dei diritti dei consumatori/utenti incentrando le politiche di tutela sulla trasparenza e al fine di attuare pienamente ogni normativa che garantisca sicurezza, informazione e tutela risarcitoria dei cittadini singoli ed associati. Primo obiettivo deve essere la trasparenza, che si articola in:
• sicurezza dei prodotti e attivazione di regole circa il ciclo produttivo e la circolazione;
• informazione al consumatore perché sappia cosa acquista e a quali condizioni contrattuali ; una più severa normativa sull’etichettatura dei prodotti;
• vigilanza rispetto alla pubblicità ingannevole e/o seduttiva, persuasiva, occulta;
• controllo sulle condizioni generali di contratto, con particolare attenzione per le clausole vessatorie o ambigue;
• carta dei diritti dell’utente dei servizi pubblici, distinguendo tra i diritti dell’utente di servizi pubblici a carattere imprenditoriale e quelli dell’utente di servizi a carattere sociale. Per questi ultimi, quali sanità e istruzione, la tutela va collegata anche ad incisive politiche di perequazione sociale;
• diritto all’accesso ai dati e ai documenti amministrativi e contestuale protezione della privacy della persona.

Cooperazione
 
La cooperazione allo sviluppo può interagire con la politica estera, con l’insieme delle politiche di cooperazione internazionale e proporre con trasparenza un nuovo patto fra cittadini e Governo. In questo senso la cooperazione diviene elemento di cerniera tra la politica interna e la politica estera. Dovremo innanzitutto delineare un nuovo sistema della cooperazione con:

  1. una delega forte
  2. un’autorità politica chiaramente definita e con piena responsabilità su tutti gli aspetti della cooperazione (attualmente divisa tra Esteri, Economia ed Ambiente) • che definisca gli indirizzi e li sottoponga all’approvazione del Parlamento;
  3. un nuovo impegno, un rilancio virtuoso della cooperazione attraverso la definizione di un nuovo quadro legislativo che superi quello stabilito dalla legge 49/87 e la costituzione di un ente distinto, con una funzione di gestione delle risorse.
    L’Italia non è stata in grado di rispettare gli impegni presi (Barcellona, conferenza dei Ministri della UE, e Monterrey marzo 2002, conferenza delle Nazioni Unite).

    In primo luogo dobbiamo dunque armonizzare le nostre risorse con un incremento,chiaro anche se modulato, che ci avvicini agli titleri Paesi europei, per raggiungere progressivamente l’obiettivo dello 0,7% del PIL.

Costi della politica

Il governo di centrodestra, in questi anni, ha saccheggiato l’amministrazione: pur condannando nella retorica i costi eccessivi degli apparati pubblici, non ha esitato nell’utilizzo delle spese di rappresentanza, delle spese per consulenza, delle spese per viaggi. Nell’autunno 2005 la Corte dei Conti ha lanciato l’allarme: le spese per consulenze hanno raggiunto il mezzo punto di PIL, un record assoluto.
I danni causati dal governo Berlusconi richiederanno anni per essere riassorbiti:
• prescrizione dei reati di corruzione contro la pubblica amministrazione con la legge ex Cirielli;
• aumento di 103 direttori generali (a dispetto della drastica riduzione del numero dei ministeri realizzato dal centrosinistra);
• una spesa di circa 195 milioni di euro per le segreterie dei ministri.

È un problema dell’intero sistema istituzionale italiano: anche il centrosinistra, alla guida di tante regioni e di tanti comuni, ha la responsabilità di affermare un forte principio di trasparenza e di riduzione dei costi della politica. Ne va della legittimazione e della credibilità della politica.
Proponiamo diversi strumenti per sanare questa condizione.
Il primo strumento è un codice di condotta, strumento per rispettare e attuare i seguenti principi:
• riduzione del 50% dell’organico degli uffici di diretta collaborazione delle amministrazioni centrali;
• effettiva distinzione tra funzioni politiche e funzioni amministrative, con l’impossibilità per il personale “chiamato” dal Ministro su base fiduciaria di essere posto a dirigere uffici amministrativi;
• riaffermazione del principio costituzionale per cui si accede ai pubblici uffici solo per concorso;
• riduzione dei benefici impropri e dei privilegi per le posizioni dirigenziali di vertice, ripristinando il principio di onnicomprensività della retribuzione erevisione degli stipendi di livello più titleo;
• contrasto della tendenza alla professionalizzazione della politica e alla ipertrofia del personale politico che si manifesta con l’esplosione del numero di consiglieri, assessori, delegati del sindaco o del presidente della Regione;
• applicazione rigorosa del principio di necessità e competenza per l’attribuzione di consulenze da parte delle pubbliche amministrazioni.

Per le campagne elettorali intendiamo realizzare una piena applicazione della legge attuale, che contiene le misure necessarie a garantire la trasparenza. Queste misure devono però essere effettivamente applicate e il loro rispetto dev’essere controllato: il che sinora non si è mai fatto.
Interverremo anche sulle indennità dei parlamentari e delle titlere autorità o cariche pubbliche (componenti di authorities, enti pubblici, management di società a totale partecipazione pubblica), con misure di riduzione e con tetti non valicabili.

Costituzione

L’attuale maggioranza di governo ha applicato alle istituzioni una logica “proprietaria”. Proprio in scadenza di legislatura il governo di Berlusconi ha inflitto due gravi colpi al sistema costituzionale: il progetto di riforma della legge elettorale e il disegno di riforma costituzionale.
Sono entrambi progetti elaborati senza alcun coinvolgimento dell’opposizione, ma anzi contro di essa. La Costituzione e le istituzioni sono diventate merce di scambio, usata per tenere insieme una coalizione politica ormai priva di ogni collante ideale eprogetto politico.
Ci siamo opposti in Parlamento a questa riforma e chiederemo a tutti i cittadini di pronunciarsi contro di essa mediante il referendum costituzionale.
Ci impegniamo innanzitutto ad assicurare e rispettare la stabilità e la supremazia dei valori fondamentali della Costituzione che sono alla base di una democrazia rappresentativa che sia trasparente, solidale, efficace, in grado di guardare al futuro.
Non proponiamo quindi una “grande riforma costituzionale”, semplicemente perché non ce n’è bisogno, e perché ogni modifica della Carta Fondamentale deve essere frutto del coinvolgimento di tutte le parti politiche e sociali.
A questa tutela uniamo precise garanzie per il futuro, per evitare che future maggioranze di governo realizzino riforme costituzionali senza ottenere un ampio consenso in Parlamento e nella società.
Modificheremo il quorum previsto dall’art. 138 della Costituzione elevando la maggioranza necessaria per l’approvazione, in seconda lettura, di leggi di revisione costituzionale. Questo garantirà il raggiungimento di un ampio consenso, evitando per il futuro riforme costituzionali approvate a colpi di maggioranzaevitando ogni confronto democratico.
L’introduzione in Costituzione della tutela dell’ambiente può costituire una più solida base giuridica per l’elaborazione di adeguate politiche in materia.

Debito dei Paesi in via di sviluppo

Le richieste degli Stati del sud del mondo, tendenti a rafforzare il ruolo economico - sociale del sistema delle Nazioni Unite, devono trovare interlocutori certi e determinati tra i Paesi maggiormente industrializzati. Per questo proponiamo la costituzione di un Consiglio di Sicurezza economico - sociale che fornisca i necessari indirizzi a tutte le organizzazioni internazionali con finalità economico - sociali.
Sulla base della legge 209/2000, ci impegniamo a promuovere e sostenere processi equi e trasparenti per la riduzione e/o cancellazione del debito estero dei Paesi in via di sviluppo.

Delega ambientale

Il governo di centrodestra, attraverso la legge delega n. 308 del 15 dicembre 2004, ha riscritto unilateralmente, buona parte della normativa ambientale, esautorando il Parlamento, le regioni e le autonomie locali dei loro ruoli istituzionali. L’approvazione dei decreti attuativi avrebbe un impatto particolarmente negativo, tra l’titlero, nella realizzazione delle VIA e delle VAS, sulla difesa del suolo, la tutela delle acque e la gestione delle risorse idriche, sulla gestione dei rifiuti e delle bonifiche, sulla tutela dell’aria e delle emissioni in atmosfera.
L’Unione si impegna ad elaborare tempestivamente le misure necessarie per annullare i rischi e le storture posti dalla legge delega ambientale del governo di centrodestra.

Democrazia sindacale

Noi pensiamo che sia necessario riprendere un confronto sulla rappresentatività, sulla rappresentanza e sulla democrazia sindacale. Le discussioni che abbiamo svolto su questo argomento hanno chiarito l'esigenza di fornire un quadro legislativo di sostegno al tema della rappresentatività, da concretizzare nel corso della prossima legislatura.
La legge Bassanini ha già dimostrato la possibilità di arrivare ad una importante sinergia tra azione sociale e azione politica. A partire da questo risultato, i criteri della legge possono essere utilmente estesi per disciplinare la materia anche nei settori privati.
Sul complesso di queste materie l’Unione ritiene importante il confronto con le posizioni espresse dalle organizzazioni sindacali a partire dal positivo accordo raggiunto dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori metalmeccanici. In particolare, riteniamo un significativo passo avanti, che può aprire la strada all’individuazione di criteri generali per affrontare il problema della rappresentatività, l'iniziativa dei sindacati di utilizzare entrambi i criteri - della democrazia diretta e di mandato - che traggono origine dalla storia dei modelli sindacali italiani del sindacato generale e del sindacato associazione.
Inoltre, riconosciamo l'esigenza di consolidare l’importante ruolo della contrattazione nazionale e di secondo livello e il giusto ruolo della legislazione a sostegno della contrattazione.

Diritti civili per le persone disabili
 
Noi crediamo che un fronte primario di difesa dei diritti umani e civili sia costituito dalla lotta contro ogni forma di discriminazione a carico delle persone con disabilità.
A questo proposito, riteniamo che l'Italia debba dare piena attuazione ai principi di parità di trattamento e non discriminazione dettati dall'Unione europea, ma anche recepire tempestivamente le indicazioni della Convenzione ONU sulla "Promozione e la tutela dei diritti e della dignità delle persone con disabilità", tuttora in via di definizione.
Crediamo che in questo contesto debba essere riconosciuto dall'ordinamento e concretamente difeso anche il diritto alla mobilità delle persone disabili, attraverso il rifinanziamento della legge n. 13 del 1989 per l'eliminazione delle barriere architettoniche nelle abitazioni private e il rilancio dei Piani regionali per l'accesso collettivo alla mobilità urbana ed extraurbana.
Infine, pensiamo che debba essere data completa attuazione alla legge n. 104 del 1992 anche per gli aspetti finora trascurati, quali la promozione della ricerca scientifica sulle cause e le cure della disabilità e l'adozione del "libretto del disabile".

Diritti umani

Il tema della tutela dei diritti umani è ineludibile. Proponiamo dunque la costituzione di un Consiglio per i diritti umani, la cui composizione garantisca un potere di tutela efficace ed il rispetto delle Convenzioni ONU vigenti in materia.

Diritto di voto per i migranti

dobbiamo introdurre il diritto di voto alle elezioni amministrative dopo un congruo numero di anni di residenza, riformare la legge sulla cittadinanza, legandola per i nuovi nati allo «ius soli», riducendo il tempo necessario per l’acquisizione e rendendo espliciti e ben definiti i requisiti per la naturalizzazione.

Dissesto idrogeologico

Gli obiettivi strategici delle nostre politiche contro il rischio di dissesto idrogeologico sono una corretta politica ordinaria delle gestione del territorio, l’affermazione di una tutela integrata ed il rafforzamento della sua manutenzione Le nostre politiche di contrasto al dissesto del territorio passano attraverso l’identificazione delle “linee fondamentali dell’assetto del territorio” previste dalla normativa vigente e non attuate. Esse sono indispensabili per definire un quadro unitario di riferimento per le politiche adottare a tutti i livelli di governo del territorio e possono fungere titleresì come linee guida per la “valutazione ambientale strategica” dei piani e dei programmi.
Puntiamo inoltre a:
• dare avvio alle azioni organiche previste dai Piani di assetto idrogeologico, rendendo operativi anche i programmi e gli titleri strumenti delle pianificazioni di bacino;
• promuovere nuova occupazione con interventi di manutenzione idraulica di carattere ordinario;
• promuovere il recupero degli ecosistemi fluviali, anche garantendo il deflusso minimo vitale dei corsi d’acqua e con interventi di rinaturalizzazione e di tutela delle aste fluviali.

Dotazione di capitale per i giovani

La nostra idea è che al momento della nascita lo Stato apra un conto individuale vincolato a favore del neonato e lo alimenti con specifici contributi annui (integrabili anche con donativi dei familiari) fino al diciottesimo anno di età. Al compimento dei 18 anni, il giovane potrà utilizzare la dotazione accumulata per finanziare periodi di studio o di formazione professionale, avviamento di attività imprenditoriali. La dotazione verrà successivamente restituita a tasso zero in un arco temporale sufficientemente lungo (ovviamente gli eventuali donativi dei familiari non vanno restituiti). Analoghi conti individuali verranno istituiti per quanti al momento del varo della legge siano in età compresa tra 0 e 17 anni.

Efficienza energetica

Le nostre proposte prevedono la diminuzione dei consumi totali dei combustibili fossili (nel mix di combustibili fossili favoriamo il ricorso al gas naturale meno inquinante) e una diminuzione delle emissioni di gas serra da realizzarsi:
• nel settore elettrico, con aumento dell’efficienza negli usi finali e nella produzione, con la generazione distribuita e la cogenerazione, e con un forte sviluppo delle fonti rinnovabili;
• nei trasporti, riequilibrando le modalità a favore della ferrovia, del cabotaggio e del trasporto collettivo, migliorando l’efficienza energetica deimezzi di trasporto e incrementando l’uso dei biocarburanti e del gas naturale attraverso un potenziamento della rete di distribuzione per l’autotrazione;
• nell’industria e nei servizi, incentivando l’innovazione di processo e di prodotto per aumentare l’efficienza energetica;
• nel settore civile, migliorando gli standard energetici degli edifici, i sistemi di riscaldamento e raffreddamento, l’efficienza energetica degli elettrodomestici e dell’illuminazione.
In particolare, riteniamo possibile aumentare significativamente l’efficienza energetica complessiva con misure che avrebbero anche positive ricadute occupazionali: le indicazioni europee segnalano un possibile margine di risparmio per l'Italia pari ad almeno il 20% degli attuali consumi energetici, recuperabile attraverso investimenti in tecnologie per il risparmio energetico, remunerativi sul medio periodo. A tal fine crediamo necessario favorire la diffusione dell’iniziativa delle ESCO (compagnie per il risparmio energetico) per l’accesso al credito bancario, attraverso un fondo di rotazione e strumenti di finanziamento tramite terzi.

Nucleare
Una ripresa del programma nucleare in Italia oggi non è proponibile.
Circa l'energia nucleare, il nostro impegno per la riduzione del rischio è orientato a produrre:
• azioni di messa in sicurezza del combustibile e delle scorie esistenti in Italia;
• la partecipazione in sede internazionale alla ricerca sul nucleare sicuro.

Nuove fonti rinnovabili
Quanto alle “nuove fonti rinnovabili” (eolico, biomasse, fotovoltaico, solare a concentrazione, solare termico, idroelettrico di piccola taglia, geotermia), vogliamo nell’arco della legislatura siano almeno raddoppiate, in modo da giungere al 2011 al 25% di produzione elettrica da rinnovabili. A tal fine, applicando correttamente le direttive comunitarie e utilizzando le migliori esperienze europee, si potrà rivedere il sistema d’incentivazione delle fonti rinnovabili e favorire il passaggio dai certificati verdi a tariffe certe, incentivanti per un numero definito di anni, differenziate per le diverse fonti.

Nuova politica economica
L’ambiente e il territorio non sono solo ‘condizioni di compatibilità’ per la crescita economica: sono fattori di sviluppo. E questo vale in modo particolare di straordinario valore.
Noi crediamo che il rilancio economico del nostro paese è legato alla capacità di valorizzare le grandi qualità culturali e ambientali dei territori, di sostenere le loro vocazioni produttive espresse in tanti aspetti del made in Italy, innestandovi le innovazioni necessarie per reggere la competitività globale. Il successo delle nostre politiche economiche si misurerà dalla capacità di perseguire congiuntamente questi obiettivi:
• la difesa e la promozione dei beni comuni ambientali indispensabili alla vita e allo sviluppo;
• l’uso efficiente delle risorse del territorio; la modernizzazione dei sistemi produttivi specie di piccole imprese anch’essi a forte caratterizzazione territoriale;
• la creazione di infrastrutture e di sistemi di mobilità in grado di migliorare la qualità dei territori e delle città.

Election day

È necessario procedere alla razionalizzazione delle scadenze elettorali, attraverso l'accorpamento delle elezioni politiche e amministrative ravvicinate. Questa soluzione, oltre a far conseguire risparmi non trascurabili, avrebbe anche l'effetto di ridurre l'incentivo all'astensionismo rappresentato dal fatto che troppo spesso i cittadini si vedono chiamati alle urne a breve distanza dalle ultime consultazioni, evitando anche che l'azione di governo ai vari livelli sia condizionata negativamente da una campagna elettorale continua.

Elettrosmog

Si rende necessario ritornare ai principi della legge quadro sull'elettrosmog approvata dal governo di centrosinistra, applicando il principio di precauzione e modificando radicalmente i decreti attuativi varati dalla maggioranza di centrodestra.

Falso in bilancio
 
La riforma del diritto societario varata dal centrodestra ha aumentato lo scalino normativo tra società quotate e società quotabili. Ma soprattutto con la depenalizzazione di fatto del falso in bilancio ha abbassato il livello di legalità entro il quale sono obbligate ad operare le grandi imprese. Al contrario, noi crediamo nella necessità di:
• ridurre gli scalini normativi e abbassare i costi societari per accedere alla quotazione;
• ritornare al falso in bilancio come reato di pericolo, abrogando la disciplina introdotta nel 2002 dalla riforma del diritto societario del governo Berlusconi;
• incidere sulle forme di “chiusura proprietaria” come gruppi piramidali, accordi e patti di sindacato.

Fisco

La lotta all’evasione, all'elusione e all'erosione sarà la nostra priorità di politica fiscale perché essa è condizione di equità e di efficienza del sistema.
La prima condizione per fare la lotta all’evasione è porre fine per sempre alla pratica dei condoni di qualsiasi natura e restituire strumenti, autonomia e risorse alle Agenzie fiscali. Una attiva lotta all’evasione richiederà anche una forte cooperazione tra Stati sia in termini di coordinamento legislativo che di collaborazione tra amministrazioni: in questo settore dovrà essere quindi rafforzata la cooperazione europea ed internazionale. In questi anni si è realizzato un drammatico impoverimento del potere d’acquisto dei redditi medio-bassi. Ma è anche stato riconosciuto un vantaggio fiscale alla rendita piuttosto che ai redditi prodotti dalle imprese. Dobbiamo invertire questa situazione attraverso una politica fiscale che realizzi:
• il sostegno alle responsabilità familiari attraverso la riforma degli assegni al nucleo familiare con una correlata revisione dell’IRPEF, ispirata al recupero di una maggiore progressività fortemente ridotta dalle riforme del centrodestra; a tal fine, si dovrà mettere in atto il principio della universalità del diritto di ricevere contributi alle responsabilità familiari, anche se in modo selettivo rispetto al reddito e alle condizioni economiche. Attualmente questo diritto è riconosciuto solamente ai lavoratori dipendenti.
Al posto degli attuali assegni e delle attuali deduzioni sarà organizzato un unico trasferimento condizionato dalla situazione economica familiare;
• la restituzione del fiscal drag;
• la uniformità del sistema di tassazione delle rendite finanziarie a un livello intermedio tra l’attuale tassazione degli interessi sui depositi bancari e quella sulle titlere attività finanziarie, con l’esclusione dei redditi di piccoli patrimoni, in coordinamento con l’imposizione societaria e la tassazione di dividendi e plusvalenze azionarie;
• la riforma del catasto in modo da rendere coerenti i valori e le rendite con i valori di mercato dei cespiti immobiliari e la contestuale revisione delle aliquote al fine di non inasprire il prelievo complessivo, soprattutto sulla prima casa;
• il ripristino della tassa di successione per i grandi patrimoni.

Flussi di ingresso per i migranti

La programmazione dei flussi d’ingresso per lavoro a vocazione stabile deve essere flessibile, su base triennale, integrabile annualmente in seguito a verifica degli andamenti e rapportata alla retitleà del fenomeno per come si è registrato nel tempo.
Dobbiamo basarla sul confronto con le parti sociali e i diversi livelli istituzionali, e accompagnarla con le misure necessarie per l’adeguamento dei sistemi di welfare e dei contesti abitativi locali. Tale programmazione deve essere discussa in un’apposita sessione parlamentare.
Possiamo aumentare flessibilità di questa programmazione tramite:
• lo scorporo dalla programmazione triennale di alcune categorie di lavoratori: collaboratori domestici e di cura, per i quali si può ipotizzare un canale continuativo d’ingresso su domanda; lavoratori stagionali, per i quali può essere ampliata la possibilità di permessi di soggiorno pluriennali;
• una politica attiva di attrazione di studenti immigrati e professionalità specifiche di titlea qualificazione, grazie a pacchetti di sostegno che non si limitino alla concessione del permesso di soggiorno.
Dobbiamo assolutamente superare la situazione attuale per cui, per il singolo soggetto straniero, è facilissimo passare da una posizione regolare a una irregolare, mentre è praticamente impossibile il percorso inverso. Per questo dobbiamo assolutamente semplificare i meccanismi d’ingresso e stabilizzazione tramite:
• l’introduzione del permesso annuale per ricerca di lavoro, da rilasciare in seguito a prestazione di precise garanzie economiche;
• la reintroduzione della figura dello sponsor, privato, imprenditoriale o istituzionale;
• l’istituzione di un meccanismo di regolarizzazione permanente ad personam per lo straniero in possesso di determinati requisiti;
• la previsione di norme che regolino la possibilità di convertire permessi brevi in permessi di lavoro. 

Giustizia

Dobbiamo rimuovere tutti gli aspetti del nuovo ordinamento in stridente contrasto con i principi costituzionali e, dove necessario, intervenire con provvedimenti di sospensione dell’efficacia di quelle norme della legge delega che potrebbero ledere ilprincipio di unità, uguaglianza e parità di trattamento, e rendere impossibile successivamente un nuovo e diverso riordino della magistratura.
Dobbiamo improntare il nuovo ordinamento giudiziario a criteri di osservanza del principio di autonomia ed indipendenza della magistratura, che siano nel contempo funzionali a rendere più efficiente ed efficace il compito del magistrato.
Vogliamo garantire una giustizia, uguale per tutti, che non arrivi tardi.
La giustizia italiana è afflitta da un inaccettabile ritardo nella risposta del sistema giudiziario alla domanda dei cittadini.
Per ottenere una “ragionevole durata” del processo dobbiamo prevedere nuove risorse di uomini e mezzi, oggi carenti per interessata incuria del governo di centrodestra.
Dobbiamo evitare ogni contrapposizione fra diritti e tempo per realizzarli: l’efficienza non può mai andare a detrimento delle garanzie.

I nostri primi obiettivi saranno quindi:
• certezza e stabilità delle norme processuali;
• adozione di provvedimenti legislativi, regolamentari e disciplinari, costituenti un vero e proprio “pacchetto durata” che scongiuri lungaggini e tempi morti;
• utilizzo nel sistema notificatorio di ogni strumento idoneo ad assicurare certezza e rapidità.
Ci impegniamo a garantire il rigoroso rispetto della inviolabilità della libertà personale.
I primi obiettivi in questo ambito saranno:
• privilegiare misure titleernative alla carcerazione, ma parimenti efficaci, ricorrendo sempre più spesso all’istituto dell’interdizione (con aumento del limite temporale);
• prevedere l’audizione dell’indagato prima dell’adozione della misura cautelare, salvo specifiche e motivate ragioni ostative;
• ampliare le prerogative della difesa in sede di riesame, consentendo di richiedere un differimento dell’interrogatorio di garanzia e del riesame della decisione per predisporre la difesa.
Oltre ad assicurare una durata ragionevole dei processi, occorre specificamente garantire alle vittime dei reati una adeguata tutela.
Per questo intendiamo:

  1. affiancare al principio dell’obbligatorietà dell’azione penale l’adozione di idonee cautele patrimoniali per assicurare il risarcimento del danno
  2. condizionare l’accesso al patteggiamento per specifici reati di particolare rilevanza sociale (ad. es. infortuni sul lavoro, incidenti stradali, colpe professionali, reati patrimoniali • di frode • in danno di soggetti deboli, violazione degli obblighi di assistenza familiare, etc.) all’intervenuto risarcimento del danno , alla dimostrazione della disponibilità di idonea garanzia assicurativa o all’effettiva impossibilità di risarcire il danno e/o di attenuare le conseguenze dannose del fatto.
Obiettivo primario della prossima legislatura è l’approvazione di un nuovo codice penale.
A questo deve associarsi un provvedimento di clemenza e la contestuale modifica della norma costituzionale (art. 79 Cost.) relativa al quorum necessario per la concessione di amnistia ed indulto.
Dovrà essere eliminato qualsiasi riferimento alla pena di morte dal nostro ordinamento.

Kyoto

Noi crediamo che il Protocollo di Kyoto rappresenti un’opportunità per l’innovazione delle politiche energetiche e per una riduzione della dipendenza dall’importazione di combustibili fossili. Proponiamo dunque che il Protocollo di Kyoto venga immediatamente attuato, valorizzando le sue ricadute positive nel nostro Paese con misure interne che consentano di raggiungere almeno l’80% degli obblighi di riduzione, e facendo ricorso, per la parte restante, agli interventi di cooperazione internazionale previsti dal Protocollo stesso.

Incapienti

Vogliamo sostituire le attuali deduzioni da lavoro Irpef, di cui non usufruiscono coloro che hanno un reddito inferiore al minimo imponibile, con una detrazione da lavoro rimborsabile, di cui possano usufruire come trasferimento monetario su base mensile coloro che hanno redditi inferiori al minimo (i cosiddetti incapienti). Il sostegno avrà carattere di selettività, rivolgendosi essenzialmente ai lavoratori con redditi medi e soprattutto a quelli con redditi bassi e precari (in particolare, ma non solo, giovani all’inizio della vita lavorativa e donne con rapporti di lavoro discontinui). La detrazione sarà inoltre strutturata in modo da sostenere i redditi in forme incentivanti il lavoro e l’emersione.

Infrastrutture

L’unione si impegna a individuare, sulla base delle risorse finanziarie disponibili, gli interventi infrastrutturali da realizzare prioritariamente, in coerenza con il "Piano generale dei trasporti", con il coinvolgimento attivo degli enti territoriali.
L’individuazione delle priorità infrastrutturali deve a sua volta avvenire alla luce delle risultanze della valutazione ambientale strategica (VAS), dell’esame del rapporto costo•beneficio di ogni intervento e delle sua coerenza con gli obiettivi generali e di sistema da perseguire, a partire dal riequilibrio modale.

Iraq

Consideriamo la guerra in Iraq e l'occupazione un grave errore.
Dobbiamo dare un forte segnale di discontinuità sia al popolo iracheno sia alla comunità internazionale, anche per affermare il valore del multilateralismo come metodo per la soluzione concordata dei conflitti e per rafforzare il ruolo delle Nazioni Unite, restituendo loro autorevolezza.
In coerenza con il principio del multilateralismo, riteniamo necessaria la internazionalizzazione della gestione della crisi irachena, con una netta ed evidente inversione di rotta da realizzarsi con la presenza di una autorità internazionale (ONU) che superi la presenza militare e che affianchi il governo iracheno nella gestione dellasicurezza, del processo di transizione democratica e della ricostruzione.
Se vinceremo le elezioni, immediatamente proporremo al Parlamento italiano il conseguente rientro dei nostri soldati nei tempi tecnici necessari, definendone, anche in consultazione con le autorità irachene, al governo dopo le elezioni  legislative del dicembre 2005, le modalità affinché le condizioni di sicurezza siano garantite. Il rientro andrà accompagnato da una forte iniziativa politica in modo da sostenere nel migliore dei modi la transizione democratica dell’Iraq, per contribuire ad indicare una via d’uscita che consenta all’Iraq di approdare ad una piena stabilità democratica, e a consegnare agli iracheni la piena sovranità sul loro Paese.

Israele - Palestina

Una convinta politica di sicurezza deve dispiegarsi rafforzando l’iniziativa della UE, nel Mediterraneo e nel Medio Oriente, per sviluppare cooperazione politica, economica, sociale e culturale, per la promozione della democrazia e dei diritti umani, per la soluzione di tutti i conflitti aperti, nel pieno rispetto delle risoluzioni delle Nazioni Unite, offrendo maggiori opportunità di cooperazione e di integrazione regionale. In particolare, l’Europa deve assumere con rinnovato vigore l’iniziativa per la soluzione del conflitto israelo•palestinese sulla base del principio “due popoli, due Stati”.

Lager nazisti

Proponiamo il riconoscimento, da parte della Repubblica italiana, a titolo di risarcimento soprattutto morale, del sacrificio dei propri cittadini deportati ed internati nei lager nazisti nell’ultimo conflitto mondiale (gli schiavi di Hitler).

Lavoro flessibile e a tempo parziale

Per noi la forma normale di occupazione è il lavoro a tempo indeterminato, perché riteniamo che tutte le persone devono potersi costruirsi una prospettiva di vita e di lavoro serena. In tal senso, crediamo che il lavoro flessibile non possa costare meno di quello stabile e che tutte le tipologie contrattuali a termine debbano essere motivate sulla base di un oggettivo carattere temporaneo delle prestazioni richieste e che non debbano superare una soglia dell’occupazione complessiva dell’impresa.
Proponiamo che le tipologie di lavoro flessibile siano numericamente contenute e cancellate quelle più precarizzanti: ad esempio il job on call, lo staff leasing e il contratto di inserimento.
Per quanto riguarda il lavoro a progetto, che vogliamo sottoposto alle regole dei diritti definite dalla contrattazione collettiva, puntiamo ad eliminarne l’utilizzo distorto, tenendo conto dei livelli contrattuali delle categorie di riferimento e con una graduale armonizzazione dei contributi sociali. In particolare, occorre garantire una relazione tra versamenti e prestazioni e prevedere che l’innalzamento dei contributi non sia totalmente a carico di questi lavoratori.
Proponiamo la reintroduzione del credito di imposta a favore delle imprese che assumono a tempo indeterminato.
Ci impegniamo ad adottare iniziative di carattere legislativo per rendere certi i percorsi di stabilizzazione del lavoro e per monitorare la formazione professionale al fine di scongiurare abusi e distorsioni nell'attuazione degli istituti contrattuali.

Lavoro nero

Ci appare indispensabile combattere a fondo, con misure preventive e repressive, la piaga del lavoro nero, anche con studi di settore e appositi indici di congruità. Il lavoro nero e irregolare, oltre a rappresentare una grave lesione dei diritti del lavoro, è anche causa di concorrenza sleale e di evasione fiscale e contributiva.
Queste politiche di promozione della buona occupazione e di estensione dei diritti devono riguardare anche i lavoratori immigrati. A questo proposito, noi seguiamo una impostazione diametralmente opposta a quella repressiva ed incostituzionale della legge Bossi - Fini. Vogliamo superare l’approccio restrittivo al problema dell’immigrazione.
Analogamente, per contrastare la tendenza al lavoro nero, riteniamo che occorra garantire il permesso di soggiorno a ogni immigrato che denunci la propria condizione di lavoro irregolare.

Legge 30

Noi siamo contrari ai contenuti della legge n. 30 e dei decreti legislativi n. 276 e 368 che moltiplicano le tipologie precarizzanti.
Sosteniamo politiche del lavoro dirette a promuovere la piena e buona occupazione e a ridurre il tasso di precarietà, incentivando la stabilità e la tutela del lavoro discontinuo.
Oltre al superamento della legge "Maroni", noi puntiamo:
• all'estensione a tutti i lavoratori delle tutele e dei diritti di base (maternità, paternità, malattia, infortunio, diritti sindacali, accesso al credito, etc.);
• all'aumento delle opportunità di crescita professionale, attraverso il diritto alla formazione permanente;
• alla garanzia e al sostegno non solo del reddito attuale, ma anche dei trattamenti pensionistici futuri, con strumenti quali: la totalizzazione di tutti i contributi versati, anche in regimi pensionistici diversi, e la copertura figurativa per i periodi di non lavoro.

Vogliamo inoltre estendere le tutele anche nel mercato del lavoro riformando gli ammortizzatori sociali, potenziando i servizi pubblici all’impiego e la formazione professionale sul territorio, innovando e allargando le politiche attive di sostegno all’occupazione e per la formazione lungo tutto l’arco della vita.

Legge 194

La difesa della legge 194 rappresenta un punto fermo nell'azione di governo dell'Unione.

Legge obiettivo

Proponiamo di modificare profondamente la "legge obiettivo", per rafforzare il ruolo degli enti territoriali, per rendere generalizzato e inderogabile il ricorso alla valutazione di impatto ambientale, per potenziare le capacità di controllo, monitoraggio e di vigilanza complessiva sul ruolo e sull’operato dell’istituto del "General contractor", cioè della figura introdotta dalla "legge obiettivo" come esecutore generale dell'opera.
In generale, proponiamo di riordinare la legislazione sui lavori pubblici in un unico corpo normativo, che recepisca le direttive comunitarie e assicuri una disciplina omogenea delle leggi regionali.
Obiettivi fondamentali sono per noi: la centralità e la qualità del progetto, la trasparenza delle procedure, il rispetto della legalità, la leale concorrenza e l’accelerazione dei tempi di realizzazione dei lavori. In questo contesto, la consultazione, la partecipazione e l'informazione a livello locale verranno garantite anche attraverso il finanziamento del programma Agenda 21.

Legge quadro sul territorio

Proponiamo di varare una nuova legge quadro per il governo del territorio che operi secondi i seguenti criteri:
• evitare il consumo di nuovo territorio senza aver prima verificato tutte le possibilità di recupero, di riutilizzo e di sostituzione;
• realizzare una gestione integrata che tenga conto della biodiversità, della qualità ambientale, culturale e paesistica, del ruolo multifunzionale dell’agricoltura e insieme della qualità sociale e urbana;
• promuovere l’efficienza energetica e dell’uso delle risorse idriche e la logistica e i sistemi per la mobilità sostenibile e della prevenzione dei rischi del dissesto idrogeologico, di quelli naturali e tecnologici.

Legge sul diritto di asilo

Approveremo senza ulteriori ritardi una legge organica di attuazione dell’articolo 10 della Costituzione che permetta di dare reale protezione ai rifugiati e di rispettare interamente i diritti dei richiedenti asilo.

Liberalizzazioni

Liberalizzare ha senso se significa contrastare la rendita e aumentare l'efficienza del sistema economico. A tal fine, uno sforzo si impone da parte delle imprese e dello Stato ad intervenire nei settori nei quali si annidano rendite improprie e inefficienze.
Per noi liberalizzare significa contrastare rendite monopolistiche e corporative, migliorare qualità e prezzo per il consumatore, garantire fondamentali clausole sociali per gli operatori, promuovere investimenti e crescita industriale.
Nei servizi a rete (energia, trasporti) la proprietà delle reti deve rimanere pubblica.

Libertà di culto

La normativa generale sulla libertà religiosa (Disegno di legge governativo del 3 luglio 1997) è la premessa essenziale per il riconoscimento di facoltà e diritti, a partire da quello di culto, e per il rispetto di stili di vita e riti, forme di relazione e consuetudini di titlera origine e cultura, quando non contrastino con l’ordinamento Italiano.

Lotta alla criminalità organizzata

La nostra azione di Governo si propone anzitutto di:
• recidere il patto scellerato criminalità organizzata - politica - impresa, perseguendo senza esitazioni contiguità e collusioni con il sistema mafioso;
• prevedere idonei strumenti per spezzare l’accordo corruttivo tra privati e pubblici poteri;
• rafforzare ed incentivare la presenza dello Stato sul territorio, sia sul lato delleforze dell’ordine che su quello degli operatori di giustizia;
• riordinare in un testo unico il complesso della legislazione antimafia;
• affiancare all’intervento repressivo un complesso adeguato di politiche sociali;
• valorizzare il sequestro e la successiva confisca irrevocabile dei patrimoni mafiosi;
• promuovere la concreta applicazione della normativa sull’uso sociale dei beni confiscati alle mafie, istituendo un’Agenzia nazionale che garantisca la celere destinazione e gestione dei beni;
• diffondere nelle scuole di ogni ordine e grado programmi ed attività con cui rafforzare tra i giovani la cultura della legalità costituzionale.

Mare

Con i suoi 130.000 chilometri quadrati di mare e 8.000 chilometri di coste, l'Italia possiede un ricchissimo ecosistema naturale e culturale, assolutamente identitario per il nostro Paese, che offre anche un immenso valore economico•turistico.
In questi ultimi cinque anni sono state soppresse o indebolite le strutture amministrative, tecniche e scientifiche che si dedicavano alla tutela del mare e le e sanatorie edilizie del Governo hanno rilanciato un abusivismo costiero.
Per contrastare questo impoverimento del patrimonio naturalistico marittimo e costiero, proponiamo di:
• rilanciare il Piano per la tutela e salvaguardia del mare e delle coste, e sviluppare la tutela degli ecosistemi di pregio a partire dalle Aree Marine Protette;
• adottare adeguate garanzie di sicurezza ambientale nel trasporto marittimo di sostanze pericolose (doppio scafo, sistema VTS per il controllo del traffico marittimo, rotte prestabilite, linee di separazione dei traffici, impianti di raccolta a terra delle acque nere e di zavorra, ecc.), vietando titleresì lo smtitleimento in mare di navi e di piattaforme estrattive esaurite;
• adottare misure di incentivazione della piccola pesca, selettiva e a minore impatto, e dei relativi distretti, con le connesse attività di promozione anche culturale (pesca, turismo), per la conversione dell’intero comparto con l’obiettivo della riduzione dello sforzo complessivo di pesca.

Mezzogiorno

Il Mezzogiorno è una grande opportunità da valorizzare per l’intera Italia.
È per questo che le politiche per la coesione territoriale sono parte a pieno titolo della strategia di crescita economica e civile e sociale, di una visione d’insieme del futuro dell’Italia, centrata sul lavoro e sul suo valore.
Tre sono per questo le scelte di fondo dell’Unione:
• puntare più sul rafforzamento dei beni collettivi, disponibili per tutti, che su trasferimenti ai singoli;
• puntare più su azioni che cambino strutturalmente le condizioni sociali, ambientali, produttive che su azioni che compensino le difficoltà;
• puntare su investimenti nel Mezzogiorno che, per quantità e qualità riducano, nel lungo periodo, la necessità di trasferimenti statali.
In particolare crediamo che sia necessario - rivendendo radicalmente le logiche della Legge Obiettivo • intervenire sulle strutture portuali, ma anche sulle strategie integrate per lo sviluppo di servizi, logistica e aree retroportuali attrezzate per operazioni di assemblaggio.
Inoltre, crediamo che i porti debbano essere collegati fra loro e con le reti ferroviarie.
A tal fine, massima accelerazione sarà data al progetto comunitario delle Autostrade del Mare, tanto nel Tirreno quanto in Adriatico, e ad una politica nazionale - sul modello del progetto comunitario Marco Polo- che preveda premi all’avvio di nuovi servizi di trasporto intermodali e marittimi.
In questo quadro, riteniamo inutile e velleitario il progetto del Ponte sullo Stretto: per il suo rilevantissimo costo, che annullerebbe la possibilità di titlere opere, e per il suo impatto economico assai limitato, per la Sicilia e la Calabria, rispetto al potenziamento dell’accessibilità marittima e aerea.
Il Governo dell’Unione metterà in atto un’azione di contrasto alla criminalità organizzata non difensiva ed episodica, ma forte e costante, anche attraverso un coordinamento assai maggiore delleforze di polizia. E un più forte contrasto sarà posto alle forme di criminalità internazionale che attraversano e permeano il Mezzogiorno, dal traffico internazionale di droga alla tratta di esseri umani, che dà luogo a inaccettabili forme di schiavitù. Sarà evitato il rischio che il Mezzogiorno si trasformi in una zona franca delMediterraneo a forte controllo criminale.
L’aumento del tasso di occupazione nel Mezzogiorno, complessivo, ma in particolare giovanile e femminile, è la strada maestra per ridurne la disgregazione sociale, per dare nuove chances di vita ai suoi cittadini, per ridurre il peso dei necessari trasferimenti a carico della collettività nazionale.
Metteremo progressivamente in atto una politica di restauro e valorizzazione del territorio e del paesaggio nel Mezzogiorno. Si interverrà in primo luogo sulle grandi emergenze: i siti inquinati e da bonificare, il territorio soggetto alle più gravi devastazioni, le emergenze dell’abusivismo, attraverso bonifiche, riqualificazioni, abbattimenti. In tempi brevi il Governo dell’Unione realizzerà unaserie di interventi di grande rilevanza ed impatto. Assieme agli interventi di emergenza, saranno sostenute le politiche di Regioni ed Enti Locali volte a riqualificare questi territori, a partire dalla messa in sicurezza dal rischio sismico e dalla realizzazione ocompletamento delle reti fognarie e impianti di depurazione.
Saranno intensificate le politiche di valorizzazione economica, in maniera ambientalmente sostenibile, delle aree protette, che ormai coprono una percentuale significativa del territorio del Mezzogiorno

Ministro degli Esteri europeo

In sintonia e in parallelo con il rilancio del processo costituzionale europeo, sosteniamo con forza l’immediata istituzione della figura del Ministro degli Esteri europeo e l’abolizione del diritto di veto nazionale nelle procedure decisionali di politica estera in seno al Consiglio europeo e, ove ciò non fosse, nell’ambito di una cooperazione rafforzata.
Anche nelle istituzioni internazionali l’Europa dovrebbe parlare con una voce sola.
Nella stessa direzione va la proposta di un seggio comune europeo nel Consiglio di Sicurezza, anche al fine di incentivare una riforma democratica complessiva dell’ONU.

Montagna

Nell'ambito del governo del territorio, un'attenzione particolare intendiamo riservare alla Montagna.
La montagna comprende il 54% del territorio italiano e in area montana risiedono 11 milioni di abitanti.
Noi intendiamo perciò avviare una politica nazionale per la montagna coerente e innovativa, capace di valorizzarne le potenzialità economiche, fondata sui principi della sua specificità territoriale, della coesione economica, dello sviluppo sostenibile e della sussidiarietà. Si dovrà prevedere che la Comunità montana sia l’unico strumento associativo dei Comuni montani rivedendone, nel contempo, anche i meccanismi elettivi e di rappresentanza.
Proponiamo inoltre l’istituzione di un fondo perequativo che faccia fronte ai sovracosti strutturali permanenti tipici dei territori montani e l’individuazione meccanismi automatici di alimentazione del Fondo Nazionale per la Montagna.
Ci impegniamo a ratificare i Protocolli alla Convenzione delle Alpi, valido strumento per coniugare in modo armonico la tutela degli interessi economici e la cooperazione transfrontaliera con le esigenze di conservazione dell’ecosistema.
Ci impegniamo infine a rilanciare il progetto Appennino Parco d’Europa attraverso un patto tra Comunità montane e Parchi per la qualificazione dell’ambiente appenninico, attraverso la promozione di nuove modalità organizzative del territorio, attuando un piano di sviluppo delle potenzialità della dorsale appenninica integrato e funzionale.

ONU

L’Italia appartiene storicamente a un ristretto numero di Paesi che ritiene proprio interesse permanente il rafforzamento dell’autonomia delle Nazioni Unite.
Poiché l’Onu non può che essere ed esprimere la volontà degli Stati nell’ambito di strutture e procedure che essi costruiscono e interpretano, alle sue inadeguatezze si può porre rimedio con una riforma dell'organizzazione. Crediamo che si debbano rafforzare le aggregazioni regionali in una logica multipolare e, di conseguenza, la loro rappresentatività nel Consiglio di Sicurezza. Proponiamo quindi l'istituzione di un seggio comune europeo nel Consiglio di Sicurezza, anticipandolo nell’immediato con un coordinamento stringente dell’azione dei Paesi UE nel Consiglio di Sicurezza. In questo quadro si pone anche l’impegno dell’ “Unione” per limitare e attenuare il potere di veto, nella prospettiva della sua eliminazione.
Possiamo rispondere alle esigenze di un numero vasto di membri estendendo la nostra posizione riformatrice oltre i confini del Consiglio di Sicurezza, continuando a favorire la coesione tra piccole e medie potenze, obiettivo di tutti coloro che vogliono contrastare quei membri permanenti che preferiscono un’organizzazione soggetta alla loro volontà e, in ultima analisi, più debole.

Pensioni

Noi crediamo necessario intervenire con misure migliorative e di razionalizzazione dell'esistente. In particolare puntiamo a:
• eliminare l’inaccettabile “gradino” e la riduzione del numero delle finestre che innalzano bruscamente e in modo del tutto iniquo l’età pensionabile, come prevede per il 2008 la legge approvata dalla maggioranza di centrodestra;
• affrontare il fenomeno dell'evasione contributiva con opportuni strumenti di controllo e accertamento, compreso un aumento di organico degli ispettori del lavoro del Ministero e degli enti, dai quali verrebbe anche un consistente aiuto per la lotta al sommerso;
• per compensare la tendenza al ribasso dei trattamenti pensionistici, intervenire sull’adeguamento delle pensioni al costo della vita e approntare misure efficaci che accompagnino verso un graduale e volontario innalzamento dell'età media di pensionamento.
In particolare, occorre fare leva su meccanismi di contribuzione figurativa, a cui abbinare incentivi per le imprese che mantengano nel posto di lavoro le persone sopra i cinquant’anni.
In funzione di un rafforzamento della pensioni più basse, crediamo che debba essere riconsiderato il sistema di indicizzazione delle pensioni. Tale revisione, per rispettare l’equilibrio finanziario del sistema, deve essere indirizzata verso le fasce inferiori dei trattamenti pensionistici a partire dai minimi e dalle soglie più elevate di età. In questo ambito va anche previsto l’aumento degli assegni sociali e dei trattamenti di invalidità civile più bassi.
I fondi dei lavoratori autonomi, che registrano da alcuni anni disavanzi crescenti, sono un titlero punto su cui è ipotizzabile qualche intervento.
Per il comparto degli autonomi, con il sistema contributivo a regime, esiste però anche un problema di adeguatezza delle pensioni.
Il fenomeno è particolarmente grave per tutte le forme di lavoro intermittente, in particolare per quelle che sono regolate in forma simile al lavoro autonomo, per le quali riteniamo che andrebbe previsto un doppio intervento: da un lato il progressivo innalzamento dei contributi previdenziali e dall’titlero a carico della fiscalità generale.
Una soluzione di respiro più ampio al problema della adeguatezza delle pensioni dei lavoratori con carriere intermittenti potrebbe prevedere l’erogazione di una “quota fissa di pensione”, finanziata per via fiscale, da aggiungere alla parte funzionante con il sistema contributivo.
Tra le misure di carattere redistributivo, può rientrare anche una revisione dei criteri di attribuzione e di calcolo dell’assegno sociale, che consenta sia di abbattere una quota maggiore di pensione a calcolo nella definizione del reddito del beneficiario, sia di cumulare una percentuale maggiore dello stesso assegno sociale.
Sarà necessario considerare attentamente le modalità di copertura finanziaria delle misure stesse per non aggravare l’evoluzione del debito pubblico in rapporto al Pil.
In questo ambito si darà vita la confronto con le parti sociali al fine di fare la verifica sul funzionamento della riforma Dini, così come era previsto che avvenisse nel 2005, verifica disattesa dal governo Berlusconi.

Permessi di soggiorno

L’attuale disciplina delle pratiche di soggiorno perpetua il senso di precarietà:
stranieri che risiedono in Italia da decenni continuano ad essere trattati dall’amministrazione italiana come persone appena arrivate.
I frequenti rinnovi dei permessi di soggiorno di breve durata producono conseguenze sulle strategie d’inserimento degli immigrati, e paralizzano i nostri uffici sottraendoli alle funzioni investigative e all’attività di controllo del territorio.
Dobbiamo semplificare la materia:
• eliminando il “contratto di soggiorno”;
• introducendo permessi di soggiorno di durata più ragionevole e crescente ad ogni rinnovo;
• garantendo tempi certi per le pratiche;
• trasferendo la competenza per le pratiche di rinnovo dei permessi agli enti locali;
• potenziando gli sportelli di orientamento e consulenza legale già istituiti da numerose amministrazioni locali;
• semplificando e velocizzando l’acquisizione della carta di soggiorno, da rilasciare - senza vincoli riferiti a requisiti di reddito e abitativi - dopo un periodo di tempo, inferiore all’attuale, durante il quale la persona immigrata è posta in condizione di accedere all’apprendimento della lingua italiana attraverso adeguate opportunità concesse dalla scuola pubblica.

Piccole attività commerciali

Noi crediamo che lo Stato debba promuovere politiche orientate a:
• tutelare la permanenza nei centri urbani delle piccole attività commerciali e artigianali (esercizi di vicinato), anche in funzione di tutela della vivibilità e della sicurezza delle città;
• valorizzare la funzione sociale della piccola e piccolissima distribuzione, garantendo soprattutto in alcuni casi (piccoli paesi, periferie urbane) lapossibilità di accesso agli acquisti anche a coloro che, come gli anziani o i disabili, non sono nelle condizioni di approvvigionarsi nei grandi magazzini.

Pil ambientale

Concordiamo sulla necessità di ampliare il sistema degli indicatori di economici in modo da tenere conto anche di parametri fondamentali per misurare la qualità della vita e dell’ambiente, attraverso l'adozione dell'Indice di Sviluppo Umano (HDI nell'acronimo inglese), che alla misurazione della crescita economica (attraverso il PIL) affianca la valutazione del livello delle prestazioni sanitarie (attraverso la speranza di vita alla nascita) e del livello d’istruzione (in termini di alfabetizzazione degli adulti e numero effettivo di anni di studio), nonché di un indicatore che misuri la sostenibilità ambientale.

Politica dei due tempi: NO

Non è oggi tollerabile una politica dei due tempi: risanamento finanziario e politiche per la redistribuzione del reddito e lo sviluppo sostenibile devono camminare insieme se vogliamo che il risanamento sia duraturo e che il sistema economico non collassi definitivamente. In questa prospettiva l'indispensabile politica di risanamento finanziario deve essere intrecciata con politiche di redistribuzione del reddito e della ricchezza e di promozione di nuove linee di sviluppo e riqualificazione del nostro sistema economico.
Così pure la ripresa di competitività del paese non può ottenersi senza profonde innovazioni nel sistema produttivo e senza un miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei cittadini, in particolare dei gruppi e delle retitleà sociali che più hanno sofferto negli ultimi anni.
La sfida della concorrenza globale non può essere affrontata con successo sfruttando la riduzione dei costi, in particolare di quelli del lavoro. Occorre imboccare con decisione una "via titlea alla competitività" che faccia leva sulla ricerca, sulla diffusione delle conoscenze, sulle risorse dei nostri territori e sulla coesione sociale.

Ponte sullo Stretto

Riguardo al ponte sullo Stretto di Messina, proponiamo di sospendere l’iter procedurale in atto per realizzare le priorità infrastrutturali nel Mezzogiorno (sistema autostradale e ferroviario, Salerno-Reggio Calabria-Palermo, reti idriche, Statale Ionica, porti e cabotaggio).

Previdenza complementare

La nuova normativa è criticabile in diversi punti sui quali è sicuramente possibile intervenire in modo migliorativo, rivedendola previo confronto con le parti sociali.
In particolare, si rileva che:
• il trasferimento del TFR ai fondi modifica di fatto la finalità di questa quota di risparmio che, attualmente, svolge una funzione di garanzia del reddito nel momento in cui cessa un rapporto lavorativo nel corso della carriera - evento che si verifica con sempre maggiore frequenza - e non solo alla sua conclusione. Andrebbe prevista una “compensazione”, almeno per i lavoratori a minore reddito, poiché il cambio di destinazione comporta una diversa allocazione del risparmio verso un impiego meno liquido e più rischioso;
• è da rivedere la tassazione delle contribuzioni, poiché l’eliminazione del tetto in percentuale del reddito imponibile aiuta i soggetti che evadono il fisco;
• va rivista anche la tassazione delle prestazioni che è, senza motivo, molto più vantaggiosa del trattamento riservato alla pensione pubblica - una difesa efficace dal rischio di mercato e dall’inflazione può essere ottenuta anche attraverso un meccanismo a “controllo pubblico” che interviene in fase di erogazione deitrattamenti. Ciò è realizzabile con il conferimento a un'apposita gestione Inps dei montanti contributivi maturati con i fondi di pensione, da trasformare in trattamenti aggiuntivi a quelli della pensione obbligatoria, applicando le stesse formule di conversione.

Programmi industriali di avanguardia

In Europa è necessario sviluppare programmi in aree d’avanguardia come la conservazione e produzione di energia pulita, la sanità e la protezione ambientale, l’applicazione dell’ICT ai servizi sociali, il programma satellitare Galileo per le telecomunicazioni, senza dimenticare i settori europei aerospaziale, navale e delle comunicazioni. Un ruolo centrale va attribuito al settore aerospaziale, il solo settore che parte da posizioni consolidate. In particolare, crediamo che i programmi che mobilitano l’innovazione industriale debbano dar luogo ad una cooperazione europea, passando attraverso il concorso e l'impulso di più paesi nella selezione e nel finanziamento dei progetti. In tal senso è fondamentale per l'Italia la ricerca in Europa di partnership adeguate per promuovere e guidare i progetti di innovazione.

Questione retributiva

Riteniamo che debba essere affrontata nel Paese una vera e propria “questione retributiva”. A tal fine, proponiamo di agire in diverse direzioni:
• monitorare a livello centrale e territoriale l’andamento dei prezzi e delle tariffe e intervenire per un loro contenimento; in particolare prevedere che l'eventuale incremento delle tariffe elettriche, del gas, dell'acqua, delle telecomunicazioni e dell'assicurazione obbligatoria sull'auto non sia superiore al valore dell'inflazione programmata;
• prevedere, nell'eventualità di imprevisti avvenimenti internazionali che dovessero portare all'aumento delle tariffe, la destinazione del maggior ricavo dell'IVA gravante sulle tariffe medesime al Fondo nazionale per le politiche sociali;
• superare il criterio dell’inflazione programmata nel rinnovo dei contratti di lavoro e definire i meccanismi più efficaci per garantire la copertura dall’inflazione reale;
• distribuire una quota dell’incremento della produttività a favore delle retribuzioni perché risulta evidente che, da molti anni a questa parte, essa è andata esclusivamente a vantaggio delle imprese;
• recuperare il drenaggio fiscale in mancanza del quale, nel 2003, l’aggravio delle imposte è risultato pari a circa 2,5 miliardi di euro, a carico di 25 milioni di contribuenti (pari al 73% delle famiglie);
• ridurre l'imposizione sulle basse retribuzioni;
• estendere a tutti i pensionati l'integrazione al trattamento minimo, premiando chi ha versato più contributi;
• ridurre la tassazione sul trattamento di fine rapporto.
In generale, riteniamo che il problema del potere d’acquisto non possa essere disgiunto da una politica fiscale basata sul prelievo progressivo per tutti i redditi - dai salari alle rendite - e dall’adozione di un criterio di trasparenza nella definizione del paniere di prodotti che definiscono l’aumento dell’inflazione.

RAI

Nei principali paesi europei il servizio pubblico è affidato a società pubbliche. Nel nostro paese è quindi alla Rai che spetta il compito, di assicurare per l'oggi e per il domani, il servizio pubblico radiotelevisivo, tenendo conto del contributo al pluralismo culturale e politico e dell'arricchimento del dibattito e delle possibilità di scelta che le emittenti commerciali nazionali e locali offrono all'utente. La Rai dovrà conservare ma anche rafforzare e migliorare la sua attività di servizio pubblico, nei contenuti editoriali e culturali, nell'informazione e nella qualità della programmazione. È perciò importante che essa si rinnovi e si ristrutturi, come holding pubblica, in modo tale da attuare al meglio il duplice compito, che già oggi svolge, di servizio pubblico e di televisione commerciale.
Al proprio ruolo di servizio pubblico e alle istanze diffuse per una migliore qualità dei contenuti che vengono dai cittadini, la Rai potrà meglio far fronte attraverso un assetto aziendale che ne garantisca l’indipendenza e che sia più funzionale alla attuale duplice natura della propria attività, rendendo meno condizionabile il servizio pubblico dalla raccolta pubblicitaria e contrastandone così l’appiattimento su modelli di tv commerciale non qualitativi.
Per realizzare questo obiettivo attueremo inoltre una politica volta a cancellare le distorsioni del mercato pubblicitario, che oggi è concentrato e squilibrato come nessun titlero mercato in Europa, garantendone l'apertura attraverso rigorosi meccanismi di controllo e incisivi strumenti antitrust, per evitare, al contempo, che una quota sproporzionata degli investimenti pubblicitari continui ad essere sottratta allo sviluppo della stampa quotidiana e periodica.
Il servizio pubblico è affidato al pubblico. Esso dovrà ridefinire la sua missione e sarà ispirato ad autonomia produttiva, culturale e professionale. Il Parlamento garantirà il rispetto della missione di servizio pubblico e dell’autonomia e nuovi criteri di nomina dei vertici assicureranno l’autonomia manageriale. Solo così la Rai potrà così diventare un grande gruppo multimediale la cui unitarietà dovrà essere preservata come condizione di forza industriale, editoriale e produttiva.

Reddito minimo di inserimento

Per i cittadini in condizioni economiche particolarmente disagiate prevediamo l’introduzione di un “Reddito minimo di inserimento”, da accompagnarsi con misure di integrazione sociale che favoriscano, nel caso di persone in età da lavoro, l’occupabilità e la formazione e, nel caso di minori, la scolarità. Quanto all'entità del trasferimento, lo Stato deve garantire un livello omogeneo stabilito nell’ambito dei livelli essenziali di assistenza; la Regione con risorse proprie potrebbero aumentare ed estendere tali trattamenti sia in termini monetari che di servizi.

Referendum abrogativo

Puntiamo ad ampliare ed arricchire le occasioni di partecipazione, anche rivitalizzando il referendum abrogativo: proponiamo per questo di aumentare da 500.000 a 750.000 il numero di firme necessarie per indire un referendum e di ridurre il quorum previsto per la validità della consultazione alla metà dei voti espressi nelle precedenti elezioni per la Camera dei Deputati.

Reti metropolitane

Sarà poi importante lo sviluppo delle reti metropolitane, decisive per la competitività dei nostri sistemi urbani.
Centrali nel programma dell’unione sono gli interventi e gli investimenti per le città per il potenziamento del trasporto pubblico locale collettivo.
In particolare per le città proponiamo di:
• migliorare la mobilità urbana attraverso investimenti mirati a potenziare l’offerta di trasporto pubblico locale, estendendo le reti tranviarie e metropolitane, ammodernando il trasporto pubblico con vetture meno inquinanti ed estendendo le piste ciclabili, le corsie protette, le zone a traffico limitato e quelle pedonalizzate;
• dare adeguata risposta alle esigenze dei pendolari rafforzando il trasporto ferroviario metropolitano e regionale, accelerando gli investimenti sui nodi, incrementando e ammodernando i treni e prevedendo un’efficace azione di indirizzo e coordinamento, d’intesa con gli enti locali, delle scelte di riconversione delle tracce liberate dall’entrata in funzione dell’titlea velocità;
• regolare e finanziare i "Piani urbani delle mobilità" da attuare da parte delle amministrazioni locali;
• sostenere la riorganizzazione del trasporto merci all’interno delle aree urbane.

Ricerca

Noi crediamo che un impegno del paese nelle politiche per la ricerca è prioritario, anche per caratterizzare il nostro modello di politica industriale.
A tal fine, riteniamo che gli interventi debbano essere mirati, senza aiuti a pioggia indifferenziati, e che il quadro normativo debba rimanere stabile nel tempo per consentire alle imprese di programmare i loro investimenti e le loro strategie di crescita. In particolare, puntiamo su un insieme di strumenti.
• Il primo strumento è il finanziamento discrezionale di grandi progetti.
• Il secondo strumento è il credito di imposta automatico sulle spese di ricerca.
• Il terzo strumento è il riconoscimento di agevolazioni automatiche per le assunzioni di ricercatori.
• Il quarto strumento è il credito di imposta sulle commesse esterne. Proponiamo di concedere crediti di imposta pari al 50% delle commesse conferite dalle imprese alle università o agli istituti pubblici di ricerca.
Inoltre riteniamo necessario aiutare le piccole e medie imprese italiane a sostenere l’onere della brevettazione europea e delle certificazioni europee, più accreditate e riconosciute a livello internazionale, ma ben più costose di quelle italiane. Crediamo che una particolare attenzione debba essere posta nell’industria del software e in generale alla creazione e produzione delle tecnologie necessarie all’innovazione in tutti i settori: i prodotti “intelligenti” e i servizi a valore aggiunto si costruiscono grazie al software e all’ICT.

Riconoscibilità delle forze di polizia

Saranno definite regole per migliorare la riconoscibilità degli operatori delle forze dell'ordine nel corso delle operazioni di ordine pubblico, per una maggiore efficacia e trasparenza di queste attività,salvaguardando la piena libertà di espressione nelle manifestazioni pubbliche.

Salute

Rilanciamo le politiche di promozione della salute come grande questione del Paese. La salute è indicatore primario delle condizioni di vita e di lavoro, delle capacità relazionali delle persone e misura le disuguaglianze sociali, territoriali, di genere.
L’Unione intende promuovere l’obiettivo di “valutazione di impatto sulla salute” cui subordinare la coerenza di tutti i provvedimenti di politica economica, a livello nazionale ed anche europeo. La salute quindi al centro delle politiche di coesione sociale e di sviluppo umano.
Il programma dell’Unione riparte dai principi ispiratori di difesa e riqualificazione del sistema sanitario nazionale.
Le nostre priorità, i nostri obiettivi sono i seguenti:
Il cittadino al centro del sistema: la sanità che vogliamo cura e si prende cura della persona, l’accompagna e la sostiene rispettandone i diritti e la dignità.
La presa in carico e la continuità assistenziale è il grande cambiamento su cui l’Unione intende investire. Si tratta di ribtitleare la tendenza "ospedalocentrica" del sistema, per lo sviluppo della rete dei servizi territoriali, dei distretti, della medicina delle cure primarie, dell’integrazione socio•sanitaria, della personalizzazione dei percorsi di prevenzione, cura e riabilitazione.
Prevenzione: una cultura da affermare nella programmazione e nella organizzazione degli interventi del sistema socio-sanitario, finalizzato ad implementare la qualità della vita e il benessere delle persone e a preservare lo stato di salute dall’insorgenza di malattie e disabilità.
L’Unione propone inoltre un "Piano nazionale per la salute e la sicurezza sul lavoro" che rafforzi il ruolo indipendente del sistema sanitario nazionale in campo ambientale e occupazionale, che indirizzi la legislazione regionale, promuova le buone pratiche, anche per il superamento dei criteri degli apptitlei al minimo ribasso.
La medicina delle cure primarie deve diventare secondo noi un vero livello del sistema sanitario nazionale, articolato, organizzato, finanziato: deve essere capace di assistere 24 ore su 24 il cittadino. Occorre inoltre investire nella prevenzione e nella cura delle malattie rare.
Piano straordinario per le fragilità per la presa in carico e la continuità assistenziale delle fasce deboli (bambini, anziani, pazienti cronici, disabilità, salute mentale, dipendenze, medicina penitenziaria,immigrati).
L’Unione propone l’adeguamento del Fondo sanitario nazionale per la garanzia piena del finanziamento dei livelli essenziali di assistenza, anche nella previsione di un loro progressivo allargamento, a partire dalla reintroduzione delle cure odontoiatriche.
Oggi un malato non è libero di scegliere tra sistema pubblico e privato, ma è costretto a pagare privatamente le prestazioni o a ricorrere al regime di intra moenia, per i tempi lunghissimi delle liste di attesa, causate dalla scarsa appropriatezza prescrittiva  e dalle carenze dei sistemi organizzativi. Ci impegniamo a cancellare questa profonda iniquità e inefficienza.
Come primo atto di governo l’Unione propone di indire gli Stati generali della sanità e del sociale, per valorizzare le esperienze degli operatori, dell’associazionismo e degli amministratori locali, per metterle a confronto, per la valutazione dei risultati. Gli Stati generali devono essere strutturati come momento di proposizione e di monitoraggio del programma di governo.

Salute alimentare

Il verificarsi in maniera sempre più frequente di casi come l’influenza aviaria, di alimenti titleerati da agenti inquinanti sia nel ciclo biologico sia nella trasformazione, con l’insorgenza di relative patologie, pongono il problema della sicurezza alimentare al centro delle nostre società globalizzate interrogando tutti i sistemi sanitari
nazionali. Occorre fronteggiare questi problemi non più in una ottica emergenziale ma in un contesto di attenzione e prevenzione. Tutto ciò deve avvenire con un adeguato piano di investimenti in sicurezza alimentare valorizzando e potenziando il personale qualificato del SSN a partire dai veterinari con un coinvolgimento degli operatori agricoli e industriali che operano nel settore e degli Istituti Zooprofilattici (IZPS) nell’ambito di azioni strategiche di sorveglianza e controllo coordinate in ambito europeo.

Salute mentale

Il tentativo ricorrente di ritorno al passato e di ri•manicomializzazione della salute mentale va respinto applicando per intero la legge 180. Siamo per il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari e di ogni titlera forma di manicomialità e di contenzione meccanica e farmacologia, così come della pratica dell'elettroshock. La legge 180 ha posto fine allo statuto speciale per le persone con disturbo mentale e ha aperto un campo di possibilità e di diritti che deve essere riattraversato con coerenti indicazioni programmatiche alle Regioni e la messa in campo di risorse adeguate. Si dovrà operare per la diffusione in tutte le regioni di forme organizzative che hanno dato risultati d’eccellenza e attivare progetti finalizzati nelle situazioni più critiche. Il sistema dei servizi deve essere radicato nei territori, integrato con l’area sociosanitaria, capace di andare incontro ai bisogni reali, per assicurare la presa in carico, la continuità terapeutica e assistenziale. Promozione e valorizzazione del protagonismo delle stesse persone con disturbo mentale deve appresentare un forte obiettivo di prospettiva. Si dovrà sostenere la partecipazione delle associazioni dei familiari con aiuti concreti alle famiglie e favorire conoscenza e forme di auto aiuto.

Scuola

Abrogare la Moratti

Con gli atti dei primi mesi di governo, in radicale discontinuità con gli indirizzi e le scelte di centrodestra, abrogheremo la legislazione vigente in contrasto con il nostro programma.

Finanziare la scuola pubblica

Dovremo sviluppare politiche integrate, ed elaborare un piano finanziario, in rapporto al Pil, per obiettivi strutturali: edilizia scolastica, diritto allo studio, qualificazione degli insegnanti, progetti dell’autonomia, ampliamento del tempo scuola, organico funzionale e stabilità dei docenti.

Obiettivi strategici

Coerentemente con la strategia europea ci proponiamo perciò alcuni precisi obiettivi da raggiungere nel corso della legislatura. Su queste basi si costruirà l’innalzamento culturale e dei livelli di istruzione per il Paese:
• portare tutti i ragazzi al conseguimento di un titolo di studio superiore: ad un diploma superiore e/o ad una qualifica professionale (almeno triennale); più precisamente, entro la legislatura, gran parte della popolazione ventiduenne deve conseguire un diploma. Tali obiettivi necessitano un forte impegno per realizzare una scuola che includa;
• attuare una decisa lotta contro la dispersione scolastica e formativa, con l’obiettivo di rientrare nella media del 10%. Questo richiederà un forte collegamento tra autonomie scolastiche, Enti locali, associazionismo e volontariato;
• valorizzare ed incentivare i percorsi di studio in discipline matematiche, scientifiche, tecnologiche: il totale dei laureati in tali discipline dovrà aumentare nettamente entro la legislatura, diminuendo nel contempo gli squilibri di genere legati alla segregazione formativa delle ragazze;
• raddoppiare l livello di partecipazione degli adulti a percorsi di apprendimento permanente, nella prospettiva di raggiungere il 12,5% previsto dalla UE.

Le modifiche principali

• 0-6 anni: potenziare l’offerta educativa, progettandola in un’ottica di continuità. Vogliamo inoltre incrementare fortemente l’utenza dei nidi entro la fine della legislatura, e generalizzare la scuola d’infanzia abolendo la norma sugli anticipi per le iscrizioni alla scuola dell’infanzia ed elementare;
• primo ciclo: mantenere l’articolazione in scuola elementare e media, di durata di otto anni, potenziando gli elementi di continuità didattica e di percorso, diffondendo gli istituti comprensivi. Deve essere garantito più tempo scuola e vanno eliminate le riduzioni dell’orario di tutti apportate dalla Moratti.
Puntiamo alla valorizzazione del tempo pieno e del tempo prolungato, ripristinandone la normativa nazionale, da valorizzare come modelli didattici, con il riconoscimento della pari valenza educativa di tutte le attività previste;
• secondo ciclo: elevare l’obbligo di istruzione gratuita fino a 16 anni (primo biennio della scuola superiore). Tale biennio sarà da un lato interrelato con la scuola media ed avrà dall’titlero valenza orientativa rispetto ai percorsi successivi. In questo modo si supera la canalizzazione precoce prevista dalla legge Moratti. Il secondo ciclo di istruzione, in ogni caso quinquennale, si conclude con un esame di Stato, con commissioni a prevalente composizione esterna;
• scuola e formazione professionale: l’obbligo formativo, dai 16 ai 18 anni, si realizza nei sistemi dell’istruzione, della formazione professionale, nell’apprendistato con un monte ore di formazione incrementato coerentemente con gli standard e gli obiettivi formativi. Dobbiamo favorire i passaggi da un percorso all’titlero, attraverso un sistema nazionale di qualifiche professionali, dispositivi condivisi di certificazione e di riconoscimento dei crediti. Prima dei 18 anni è inoltre escluso qualsiasi rapporto di lavoro che non abbia una prevalente, certificabile (e sanzionabile in caso di inadempienza) valenza formativa:
• scuola e lavoro: innalzare l’età minima per l’accesso al lavoro dai 15 ai 16 anni;
• titlea formazione professionale: pe rmettere l’accesso dall’istruzione, dalla formazione professionale e dall’apprendistato, valorizzando la filiera tecnicoscientifica e professionale;
• formazione permanente: varare una legge per alfabetizzare e rialfabetizzare, riconquistare ai livelli d’istruzione dell’obbligo e di istruzione-formazione anche oltre l’obbligo. Rilanceremo anche i Centri territoriali per l’educazione permanente. L’obiettivo è raddoppiare il numero degli adulti che partecipano a percorsi di apprendimento permanente, raggiungendo la quota europea del 12,5%. Per rendere effettivo il diritto all’istruzione e all’apprendimento per tutta la vita vogliamo rilanciare - con un grande coinvolgimento degli enti locali, delle scuole, delle università, degli enti locali, del mondo della cultura - un progetto formativo che rappresenti oggi le “150 ore per la società della conoscenza”.

Gli insegnanti

Per gli insegnanti, e più in generale per tutto il personale, anche con il contributo e il confronto con le diverse forme di rappresentanza e sulla base di accordi con le organizzazioni sindacali sulle materie contrattuali, procederemo su tre piani:
• valorizzazione del loro ruolo, rendendoli protagonisti del nuovo progetto culturale e portando le retribuzioni di tutto il personale al livello dei Paesi europei;
• lotta ad ogni forma di precarietà, con l’immediata copertura di tutti i posti vacanti, immettendo in ruolo coloro che già lavorano nella scuola e agevolando coloro che si sono formati in questi anni;
• rilancio di un sistema della prima formazione, del reclutamento, della formazione in servizio. Nella prima formazione e nella formazione in servizio si deve recuperare il collegamento università-scuola. Nel reclutamento serve un sistema pubblico e trasparente.

Segreto di Stato

Ci proponiamo di riformare il segreto di stato, in modo da determinare preventivamente, in via legislativa o regolamentare, i criteri per la sua apposizione e dare un chiaro fondamento normativo al potere del governo di dichiarare segreti o riservati atti, documenti, notizie ed attività, prevedendo entro un termine definito la sua decadenza obbligatoria e automatica.

Servitù militari

Reputiamo necessario arrivare ad una ridefinizione delle servitù militari che gravano sui nostri territori, con particolare riferimento alle basi nucleari.
Quando saremo al governo daremo impulso alla seconda Conferenza nazionale sulle servitù militari, coinvolgendo l’Amministrazione centrale della Difesa, le Forze Armate, le Regioni e gli Enti Locali, al fine di arrivare ad una soluzione condivisa che salvaguardi al contempo gli interessi della difesa nazionale e quelli titlerettanto legittimi delle popolazioni locali.

Servizi per la non autosufficienza

Proponiamo un programma di sviluppo dell’assistenza domiciliare integrata che estenda e rafforzi le migliori pratiche sperimentate in questi anni da enti locali e organizzazioni non profit. L’assistenza domiciliare integrata costituisce una forma di servizio più appropriata alle esigenze del cittadino non autosufficiente rispetto al ricovero in una residenza socio-sanitaria, con l’importante differenza di una spesa per assistito notevolmente inferiore. A livello nazionale si procederà alla definizione dei livelli essenziali di assistenza in questo campo e all’istituzione di un Fondo nazionale per la non autosufficienza finanziato attraverso la fiscalità generale, predisponendo un percorso di graduale incremento delle risorse a disposizione.
Il Fondo provvederà al co-finanziamento degli interventi attuati dagli enti locali sostenendo la diffusione delle migliori pratiche. Le tariffe devono essere accessibili in funzione delle condizioni economiche. Dal lato dell’offerta, oltre a potenziare l’offerta pubblica di servizi, si farà leva su cooperative e soggetti del terzo settore, realizzando un sistema rigoroso di accreditamento e verifica della qualità: si tratta di riassorbire in forme regolari l’offerta di lavoro domiciliare e di dare continuità ed economicità ai servizi.

Sicurezza del lavoro

Crediamo che l’estensione della precarietà abbia contribuito anche al peggioramento delle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro. Risulta pertanto necessaria una revisione della normativa che renda più cogente il rispetto delle norme di sicurezza, anche attraverso un rafforzamento delle funzioni dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e dell’apparato sanzionatorio e un potenziamento dei servizi ispettivi e di prevenzione.

Tariffe autostradali

Crediamo inoltre nella necessità di un'attenta ricognizione delle tariffe autostradali e dei contratti di concessione, orientata soprattutto a verificare la congruità dell'attuale remunerazione per i gestori rispetto agli investimenti intrapresi e programmati, all'evidenza modesti e insufficienti, in modo che l’aumentoprogrammato delle tariffe corrisponda ad un miglioramento effettivo del servizio e della sicurezza per gli utenti.

Terrorismo

Siamo fermamente convinti che la lotta al terrorismo debba essere condotta con strumenti politici, di intelligence e di contrasto delle organizzazioni terroristiche.
È in primo luogo sul piano politico, sociale ed economico che dobbiamo battere il progetto del terrorismo, prosciugandone il serbatoio di adepti, dando risposte anche ai sentimenti di umiliazione e di emarginazione. Riteniamo comunque necessario affermare una ripulsa morale e politica dei metodi terroristici, condotti sia da organizzazioni sia da Stati, che non possono essere giustificati neppure nell’ambito di contesti locali particolarmente estremi e drammatici.
Questo richiede una politica globale per la lotta al terrorismo. È necessario promuovere un maggior coordinamento, sia a livello nazionale che tra i responsabili nazionali della sicurezza dei Paesi europei, per definire una strategia condivisa di contrasto: collaborazione dei servizi di intelligence, controllo sui flussi finanziari sospetti e lotta ai paradisi fiscali, ma anche accordi di cooperazione con i Paesi terzi.

Testamento biologico

Vogliamo costruire un sistema di garanzie per la persona malata, che abbia come premessa il consenso informato e l’autodeterminazione del paziente, garantendo a tutti i cittadini le cure palliative e tutte le terapie del dolore disponibili.
Tra queste garanzie il rifiuto dell’accanimento terapeutico e del dolore non necessario. Lo strumento più efficace, per rendere effettivo quel diritto, è la Dichiarazione anticipata di volontà (o Testamento biologico) secondo quanto indicato nelle raccomandazioni bioetiche conclusive approvate dal Comitato nazionale per la bioetica nel dicembre 2003.

Tobin tax

Proponiamo che il governo si attivi in tutte le sedi - comunitarie e internazionali - al fine di creare le condizioni per l'introduzione su vasta scala geografica di sistemi di tassazione delle transazioni finanziarie internazionali - secondo lo spirito della cosiddetta "Tobin Tax" • idonei a scoraggiare le speculazioni finanziarie e a reperire risorse da destinare al sostegno ai Paesi in via di sviluppo e al finanziamento di programmi per la lotta all'Aids, la lotta alla fame nel mondo, ecc.

Tossicodipendenze


Per le tossicodipendenze non servono né il carcere né i ricoveri coatti. Alla tolleranza zero bisogna opporre una strategia dell’accoglienza sociale per la persona e le famiglie che vivono il dramma della droga, a partire dalla decriminalizzazione delle condotte legate al consumo (anche per fini terapeutici) e quindi dal superamento della normativa in vigore dal 1990. Occorre un reale contrasto dei traffici e la tolleranza zero verso i trafficanti. È necessario rilanciare il ruolo dei SerT e dei servizi territoriali che in questi cinque anni sono stati sistematicamente penalizzati dai tagli alla spesa sociale; senza imporre un unico modello e salvaguardando il pluralismo delle comunità terapeutiche, queste dovranno essere messe in rete con il servizio pubblico a cui spetta la diagnosi della dipendenza.
Vanno sostenuti quanti, con approcci culturali e metodologie differenti da anni sono impegnati a costruire percorsi personalizzati e perciò efficaci di prevenzione, cura e riabilitazione considerando le strategie di riduzione del danno come parte integrante della rete dei servizi. Il decreto legge del governo sulle tossicodipendenze deve essere abrogato.

Unioni civili

L’Unione proporrà il riconoscimento giuridico di diritti, prerogative e facoltà alle persone che fanno parte delle unioni di fatto. Al fine di definire natura e qualità di una unione di fatto non è dirimente il genere dei conviventi né l'orientamento sessuale; va considerato, piuttosto, quale criterio qualificante il sistema di relazioni (sentimentali, assistenziali, e di solidarietà di mutualità e di reciprocità) e la loro stabilità e volontarietà.