Marco Turco

In un altro paese

omaggio agli eroi che guardarono in faccia Cosa nostra

Commoventi le testimonianze dei colleghi Guarnotta, Di Lello, Ayala, De Francisci:

Mi chiedo spesso che sono morti a fare, e non trovo una risposta

Inizia dove la storia sembrava concludersi, su quella frase di Antonino Caponnetto, padre del pool antimafia di Palermo, che sussurra: "È tutto finito", dopo la strage di Via D'Amelio. Il film documentario In un altro Paese di Marco Turco dal libro di Alexander Stille Excellent cadavers. The Mafia and the Death of the First Italian Republic (Cadaveri eccellenti. La mafia e la morte della prima Repubblica italiana) dopo aver fatto il giro dei festival e delle università (l'anno scorso è stato proiettato anche alla Columbia University), approda in tv lunedì 23 luglio 2007 alle 21 su RaiTre. Il viaggio a ritroso comincia da quel 19 luglio del '92, quando Palermo è scossa da un altro attentato mafioso: Paolo Borsellino viene ucciso con i suoi agenti, sotto casa della madre. Sono passati 57 giorni dalla strage di Capaci in cui trovano la morte Giovanni Falcone con la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta. La Sicilia brucia, Roma resta a guardare.

In un altro Paese è un film sconvolgente perché in novanta minuti non ce n'è uno di fiction, sono i fatti a parlare: un collage di delitti, testimonianze, vittorie, sconfitte, lacrime, rabbia. Vent'anni di lavoro per arrivare al maxiprocesso, il più grande processo mai celebrato contro la mafia. L'aula bunker di Palermo è a prova di missile, lo Stato dà scacco matto a Cosa nostra, ma la partita è appena cominciata
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