Strage di stato

LUIGI CALABRESI

Romano, dal 1968 è il vicecapo dell'Ufficio politico della Questura di Milano dove si occupa prevalentemente dell'attività dei gruppi estremisti. Nel 1969 partecipa alle indagini per la strage di piazza Fontana. Il suo nome viene associato alla morte dell'anarchico Pinelli, avvenuta in questura in circostanze mai del tutto chiarite (durante un interrogatorio Pinelli precipita dal quinto piano della Questura di Milano).
La sinistra extraparlamentare continuerà a indicarlo come il responsabile, anche se indiretto, della morte di Pinelli. Il 17 maggio 1972 il commissario Calabresi viene ucciso, davanti la sua abitazione di Milano con 5 colpi di pistola. Il 27 ottobre del 1975 il giudice istruttore Gerardo D'Ambrosio proscioglierà tutti gli imputati, agenti e funzionari di polizia, perché il fatto non sussiste.
In seguito verranno condannati come mandanti e autori dell'omicidio alcuni dirigenti di allora di Lotta Continua, tra cui Adriano Sofri.


FRANCO FREDA

Nato ad Avellino e vissuto sempre a Padova, è procuratore legale. Appartiene sin dal liceo alla gioventù missina, poi presiede il Fuan-Caravella di Padova, l'organizzazione degli studenti universitari del Movimento Sociale Italiano. Ma la militanza nel partito di Almirante dura poco. Freda, sostenitore delle teorie nazionalsocialiste, inizia a polemizzare da destra con la direzione dell'MSI, accusandola di compromesso con quella che definisce la democrazia moribonda della Repubblica. Nella sua piccola casa editrice, AR, pubblica il "Mein Kampf" di Hitler. Si proclama ammiratore di Himmler, e sostiene la supremazia della razza ariana. Stringerà rapporti con Pino Rauti, aderendo a Ordine nuovo.


GUIDO GIANNETTINI

Romano, è studioso di tecniche militari, ha importanti agganci con gli ambienti dei servizi segreti occidentali. Nel 1962 gli americani lo invitano alla Scuola della marina militare degli Stati uniti, ad Annapolis, perché vi tenga un corso di tre giorni sul tema "Tecniche e possibilità di un colpo di Stato in Europa". È uno specialista dei metodi di controguerriglia per fronteggiare insurrezioni e guerre rivoluzionarie. Negli anni Sessanta organizza convegni e gruppi di studio, stende piani militari segreti, dirige agenzie di stampa. Il nome di Giannettini, anche in qualità di agente del SID, emergerà dalle indagini quando il professore trevigiano Guido Lorenzon dichiarerà al giudice Calogero che il suo amico Giovanni Ventura gli aveva fatto delle confidenze sugli attentati dinamitardi di quel periodo

MARIO MERLINO

Nato nel 1944, laureato in filosofia, figlio di una famiglia della media borghesia romana, milita in varie formazioni di estrema destra: Giovane Italia, Avanguardia Nazionale, Ordine Nuovo. Nel 1968 si reca in Grecia (dove l'anno prima c'era stato il golpe dei colonnelli) e si occupa delle tecniche di infiltrazione nei gruppi politici; si presenta dunque come "anarchico" e in questa veste fonda insieme a Valpredo il circolo libertario 22 Marzo.

GIUSEPPE PINELLI

Ferroviere, anarchico, viene fermato poche ore dopo la strage del 12 dicembre 1969 a piazza Fontana. Pinelli viene interrogato per tre giorni e alla sera del terzo giorno viene trovato morto nel cortile della questura, dopo essere precipitato dalla finestra della stanza dell'interrogatorio che si trovava al quarto piano. La versione ufficiale parla di suicidio e gli inquirenti cercarono subito di far credere che Pinelli si fosse tolto perché coinvolto nell'attentato. Non era vero. Come pure la ricostruzione delle ultime ore di interrogatorio.

PINO RAUTI

Dopo aver aderito ancora ragazzo alla Repubblica di Salò, nel 1946 è stato uno dei fondatori del MSI. Nel 1954 ha fondato il movimento Ordine Nuovo, che critica il moderatismo del MSI, nel quale rientra nel 1969. Nel 1972 viene incriminato per gli attentati ai treni dell'agosto 1969 e per la strage di Piazza Fontana: verrà successivamente assolto.
É stato l'ultimo segretario del MSI prima di Gianfranco Fini. Insieme ai dissidenti di Fiuggi ha fondato nel 1995 il Movimento Sociale Fiamma Tricolore.

PIERO VALPREDA

Milanese, figlio di piccoli commercianti, Valpreda diventa ballerino di fila in una compagnia di avanspettacolo. Anarchico, frequenta i circoli libertari milanesi, dove incontra Giuseppe Pinelli.
Nel 1969 si trasferisce a Roma e frequenta il circolo Bakunin. Qui conosce Mario Merlino, militante di Avanguardia nazionale, che però si dice anarchico: con lui ed un altro infiltrato della polizia (!) Valpreda fonda il gruppo XXII Marzo.
"Riconosciuto" da un tassista milanese (imbeccato a dovere dagli inquiirenti) viene subito additato come l'autore materiale della strage di Piazza Fontana, accusa da cui verrà totalmente scagionato negli anni successivi.

GIOVANNI VENTURA

Trevigiano, milita nell'Azione cattolica fino a quando un innamoramento giovanile, così definisce la svolta, lo spinge verso l'MSI. Per vivere insegna ginnastica, apre una libreria e diventa un piccolo editore. Amico di Franco Freda, proprio sotto la sua influenza ideologica pubblica una rivista ciclostilata dal titolo "Reazione", di tono neonazista. Stampa "La giustizia è come il timone: dove la si gira va", di Freda, un violento attacco alla magistratura e alla democrazia costituzionale. Proprio questa attività editoriale segnerà la sua evoluzione ideologica; dalle pubblicazioni di testi neonazisti, passerà via via a opera di intonazione opposta.

DELFO ZORZI

Veneto, già esponente di Ordine Nuovo, condannato per diversi attentati neofascisti in Veneto, imputato per la strage di piazza della Loggia a Brescia (1974, otto morti e quasi cento feriti), assolto - con sentenza definitiva, ma tra mille dubbi e dopo una condanna in primo grado all'ergastolo - per l'eccidio di piazza Fontana a Milano (12 dicembre 1969, 17 morti e 84 feriti). Da anni Zorzi vive in Giappone con il nuovo nome di Hagen Roi. Su di lui pende una richiesta di arresto confermata di recente dalla Cassazione, ma non può essere estradato in Italia perché ormai ha il passaporto giapponese, acquisito tramite matrimonio.

ORDINE NUOVO

Nel 1960 alcuni dirigenti e militanti del MSI, ritenendo che questo partito fosse troppo moderato (perché non organizzava apertamente squadre d'azione per "distruggere i centri della sovversione" e "stroncare gli scioperi") se ne staccano e fondano un movimento apertamente fascista e nazista. Il riferimento teorico principale è Julius Evola, il filosofo dell'idealismo mistico, autore nel del libro "Il mito del sangue" e propugnatore di tesi tradizionaliste (la "romanità") e di purezza della razza.

Il simbolo di Ordine Nuovo è l'ascia bipenne in cerchio bianco su fondo rosso. Il motto adottato quello delle SS naziste: "Il nostro onore si chiama fedeltà!"

Capo indiscusso del gruppo è Pino Rauti, che in anni successivi scriverà: "Se ci sentiamo legati al fascismo come al movimento politico autoritario e gerarchico più vicino alle nostre esperienze dirette, più prossimo all'epoca storica nella quale siamo vissuti. Siamo vicini tanto alla Repubblica Sociale Italiana che al III Reich, quanto all'impero napoleonico o al Sacro Romano Impero. Chi viene al nostro fianco avrà un'altra sensazione che è propria del combattente quando attende l'istante per balzare dalla trincea e gettarsi nella mischia per colpire, colpire, colpire!"
Nel 1966 Ordine Nuovo costituisce i cosiddetti comitati di insurrezione nazionale, anche nel tentativo di attirare i delusi che pure continuavano a militare nel MSI. L'operazione non ha successo e, anzi, molti di O.N., compreso Rauti, rientrano nel MSI, ben accolti da Almirante. Ordine Nuovo risultava aver contatti con il Fronte Nazionale di Valerio Borghese, durante il fallito golpe del dicembre 1970.
Il gruppo si riorganizza e sotto la guida di Clemente Graziani prende il nome di Movimento Politico Ordine Nuovo, che verrà formalmente sciolto nel 1973 dalla magistratura.
Naturalmente l'attività politica dei neonazisti continua, anche se in forma semi-clandestina: Ordine Nero è la nuova sigla del gruppo, che da una parte opera alla luce del sole attraverso la rivista "Anno Zero", dall'altra si attrezza dal punto di vista della lotta armata e del terrorismo.

AVANGUARDIA NAZIONALE

Se Rauti era uscito dal MSI ritenendolo non abbastanza fascista, c'è chi fece una scelta analoga rispetto ad Ordine Nuovo: Stefano Delle Chiaie era a capo di una corrente estremista di O.N., i Gruppi Armati Rivoluzionari, ma nel 1960 non ritenne più utile questa convivenza critica coi "moderati" di Rauti e se ne staccà formando Avanguardia Nazionale Giovanile. Questo movimento fu messo fuori legge agli inizi degli anni '60, ma Delle Chiaie e i suoi continuarono l'attività politica in varie forme, sia in chiave esplicitamente fascista sia infiltrandosi nei nascenti gruppi di estrema sinistra (il più noto di questi provocatori, variamente implicato nelle stragi del 1969, fu Mario Merlino).
Nel 1970 Avanguardia Nazionale si ricostituisce, distinguendosi soprattutto per le violente azioni squadristiche contro gli studenti e gli operai in lotta
Uno dei picchiatori più rinomati era Adriano Thilger, poi a capo del Fronte Nazionale.
Il simbolo di Avanguardia Nazionale è la "runa di Odal", che si richiama all'emblema della divisione Waffen-SS SS-Gebirgs-Division "Prinz Eugen". Anche qui, come per O. N., i colori riprendono esplicitamente quelli della simbologia nazionasocialista, che manteneva il fondo rosso tipico del socialismo proprio per cercare consensi anche fra i lavoratori. SERVIZI SEGRETI Qui la scheda sui servizi italiani.