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              […] 
                Sarebbe da compilare un registro “ponderato” degli 
                scienziati le cui opinioni sono citate o combattute con qualche 
                diffusione, accompagnando ogni nome con annotazioni sul loro significato 
                e la loro importanza scientifica (ciò anche per i sostenitori 
                della filosofia della prassi, che sono citati non certo alla stregua 
                della loro originalità e significato). In realtà 
                gli accenni ai grandi intellettuali sono fugacissimi. Si pone 
                la quistione: non occorreva invece riferirsi solo ai grandi intellettuali 
                avversari, e trascurare i secondari, i rimasticatori di frasi 
                fatte? Si ha l’impressione appunto che si voglia combattere 
                solo contro i più deboli e magari contro le posizioni più 
                deboli (o più inadeguatamente sostenute dai più 
                deboli) per ottenere facili vittorie verbali (perché non 
                si può parlare di vittorie reali). Ci si illude che esista 
                una qualsiasi somiglianza (altro che formale e metaforica) tra 
                un fronte ideologico e un fronte politico militare. Nella lotta 
                politica militare può convenIre la tattica di sfondare 
                nel punti di minore resistenza per essere in grado di investire 
                il punto più forte col massimo di forze rese appunto disponibili 
                dall’aver eliminato gli avversari più deboli, ecc. 
                Le vittorie politiche e militari, entro certi limiti, hanno un 
                valore permanente e universale e il fine strategico può 
                essere raggiunto in modo decisivo con effetti generali per tutti. 
                Sul fronte ideologico, invece, la sconfitta degli ausiliari e 
                dei minori seguaci ha importanza quasi trascurabile; in esso occorre 
                battere contro i più eminenti. Altrimenti si confonde il 
                giornale col libro, la piccola polemica quotidiana col lavoro 
                scientifico; i minori devono essere abbandonati alla infinita 
                casistica della polemica da giornali.
              Una 
                scienza nuova raggiunge la prova della sua efficienza e vitalità 
                quando mostra di saper affrontare i grandi campioni delle tendenze 
                opposte, quando risolve coi propri mezzi le quistioni vitali che 
                essi hanno posto o dimostra perentoriamente che tali quistioni 
                sono falsi problemi.
               È vero che un’epoca storica e una data società sono piuttosto rappresentate dalla media degli intellettuali e quindi dai mediocri, ma l’ideologia diffusa, di massa, deve essere distinta dalle opere scientifiche, dalle grandi sintesi filosofiche che ne sono poi reali chiavi di volta e queste devono essere nettamente superate, o negativamente dimostrandone l’infondatezza, o positivamente, contrapponendo sintesi filosofiche di maggior importanza e significato. Leggendo il Saggio si ha l’impressione di uno che non possa dormire per il chiarore lunare, e si sforzi di ammazzare quante più lucciole può, persuaso che il chiarore diminuirà o sparirà. 
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