Rosa Luxemburg


Rosa Luxemburg (1871 - 1919) nacque vicino alla città di Lublino (attualmente in Polonia), da una famiglia ebraica.
Avvicinatasi al movimento socialista, per sfuggire la repressione dovette riparare in Svizzera, e frequentò l'Università di Zurigo, dove studiavano altri futuri dirigenti del movimento socialista, come Anatoli Lunacharsky e Leo Jogiches.
In forte polemica con le posizioni nazionalistiche del Partito Socialista Polacco, nel 1893, assieme a Leo Jogiches, fondò la rivista Sprawa Robotnicza (La causa dei lavoratori), su cui espose con tenacia un'idea considerata eretica: l'indipendenza della Polonia sarebbe stata possibile solo tramite una rivoluzione in Germania, Austria e Russia, e la lotta contro il capitalismo era più importante dell'indipendenza.
Nel 1897 ottenne la cittadinanza tedesca e l'anno successivo aderì al Partito Socialdemocratico Tedesco (SPD), che era il più forte partito socialista d'Europa: il suo segretario Karl Kautsky era considerato l'erede e il continuatore di Marx ed Engels, il custode dell'autentico pensiero marxista.
È proprio a fianco di Kautsky, ma distinguendosi per l'assenza di qualsiasi rigidità dottrinaria, che Luxemburg conduce la lotta contro i riformisti, che esporrà organicamente in Riforma sociale o rivoluzione? (1899): Rosa difende il marxismo "classico" contro il revisionismo riformista, introducendo però alcune importanti innovazioni: pone infatti l'accento sulla creatività delle masse, sulla loro spontaneità rivoluzionaria che i dirigenti del partito operaio non devono né forzare, né reprimere in una "camicia di forza burocratica": il compito del partito è quello di indicare la via, ma l'iniziativa decisiva spetta alle masse: "anche i passi falsi di un reale movimento operaio sono storicamente più utili dell'infallibilità del miglior comitato centrale."

Un ulteriore importante momento della sua riflessione teorica fu L'accumulazione del capitale, pubblicata a Berlino nel 1913: l'intento era quella di divulgare il Capitale di Marx, ma in realtà Luxemburg andò oltre l'analisi di Marx, ipotizzando che gli investimenti capitalistici risultino insufficienti rispetto alle sue esigenze di sviluppo; fra l'altro individuò nei paesi arretrati i nuovi mercati di sbocco dell'espansione capitalista, ed analizzò l'influsso dello stato sulla produzione tramite le spese belliche, finanziate con il prelievo fiscale.

Con l'approssimarsi della prima guerra mondiale, Rosa prese una posizione assolutamente pacifista e assieme a Karl Liebknecht nel 1915 creò il gruppo Internazionale, che sarebbe diventato in seguito la Lega Spartachista: legata in un primo tempo al Partito Socialdemocratico, divenne il nucleo della KPD, il Partito Comunista Tedesco.

Nel giugno 1916 Luxemburg venne arrestata, assieme a Liebknecht, dopo il fallimento di uno sciopero internazionale e condannata a due anni di reclusione: in questo periodo scrisse diversi articoli, compreso La Rivoluzione Russa, che fa riferimento al pericolo di una dittatura bolscevica in Russia, e anche il cosiddetto pamphlet Junius, dove parlò di socialismo o barbarie, prospettando che gli unici esiti possibili di quella fase dello scontro di classe sarebbero stati l'instaurazione della società socialista o la barbarie.
In La rivoluzione russa, un esame critico Luxemburg esalta il coraggio dei bolscevichi che in condizioni difficilissime, quasi disperate, hanno osato lanciare la parola d'ordine dell'insurrezione, e contrappone questo coraggio alla pusillanimità dei socialdemocratici tedeschi che si sono resi complici del militarismo del loro governo. Per Rosa l'unica possibilità di salvezza per la rivoluzione russa è che il proletariato europeo, stimolato dall'esempio dei russi, si sollevi a sua volta: non solo non è possibile realizzare una società socialista in un solo paese, per di più arretrato come la Russia, ma la situazione di isolamento e di difficoltà oggettiva in cui si trovano i bolscevichi li costringe a commettere degli errori, ad attuare delle misure che non vanno in direzione del socialismo.
Rosa critica in particolare l'abolizione delle libertà democratiche: senza libertà di stampa, senza diritto d'associazione e di riunione, la rivoluzione non può andare avanti, perché questi diritti sono uno strumento indispensabile per l'auto-educazione politica delle masse popolari. I bolscevichi hanno istituito i Soviet come organismo rappresentativo delle masse lavoratrici: "ma col soffocamento della vita politica in tutto il paese anche la vita dei soviet non potrà sfuggire a una paralisi sempre più estesa. Senza elezioni generali, libertà di stampa e di riunione illimitata, libera lotta d'opinione in ogni pubblica istituzione, la vita si spegne, diventa apparente e in essa l'unico elemento attivo rimane la burocrazia". Luxemburg condivide il principio della dittatura del proletariato, ma per lei "questa dittatura deve essere opera della classe, e non di una piccola minoranza di dirigenti in nome della classe."

Nel 1918 si oppose alla cosiddetta Sollevazione Spartachista perché la riteneva avventurista, e alla formazione del Partito Comunista Tedesco perché prematura. All'alba della "Rivolta di Gennaio", il 15 gennaio 1919, venne rapita e in seguito assassinata, assieme a Liebknecht, dai soldati dei cosiddetti Freikorps, agli ordini del governo del socialdemocratico Friedrich Ebert.




"Confermo i miei atti e rido dei miei castighi. E adesso condannatemi"