| 1879 Josif
                        Vissarionoviç Džugašvili                        (o Ioseb Jughashvili) nasce il 21 dicembre 
                        a Gori, in Georgia, da Vissarion Ivanoviç e 
                        da Ekaterina Gheorghievna Cheladze.
 1894 Dopo la scuola parrocchiale ortodossa,
                        entra nel seminario di Tiflis.
 
 1899 Per la sua militanza tra le file
                        dei nazionalisti georgiani è espulso dal seminario.
 
 1901 Aderisce al partito socialdemocratico
                        georgiano.
 
 1902-1903 Vivace agitatore e organizzatore
                        di scioperi, viene arrestato e deportato in Siberia.
 
 1904 Di ritorno dall'esilio si lega ai
                        bolscevichi di Lenin.
 
 1905-1907 Partecipa alla rivoluzione del 
                        1905 ed ai Congressi socialdemocratici di
                        Stoccolma e Londra. In Finlandia incontra Lenin.
 
 1908-1911 Viene arrestato per due volte 
                        e deportato in Siberia; riesce a fuggire
                        entrambe le volte.
 
 1912 È chiamato a far parte del
                        Comitato 
                        Centrale bolscevico diretto da Lenin. Collabora alla
                        fondazione della Pravda.
 
 1913 Su incarico di Lenin scrive il saggio
                        Il marxismo e il problema nazionale. È 
                        ancora arrestato e costretto all'esilio in Siberia fino
                        alla rivoluzione del febbraio 1917.
 
 1917 Membro del Comitato Centrale bolscevico,
                        con Lenin, Kamenev e Trotskij
                        forma il nuovo governo rivoluzionario                      provvisorio
                        costituitosi dopo lo scoppio della rivoluzione d'ottobre.
 
 1918 Al congresso dei Soviet vengono costituiti
                        come  parlamento il Comitato Esecutivo Centrale (composto
                        da Lenin, Trotskij, Stalin, Proscian e Karelin) e a organo
                        esecutivo il Consiglio dei Commissari del popolo.
 Stalin viene nominato plenipotenziario
                        per i negoziati con l'Ucraina e Ispettore
                        generale dell'Armata Rossa.
 
 1919 Stalin, Bucharin, Zinov'ev, Trotskii,
                        Lenin sono i delegati russi  al Congresso inaugurale
                        della Terza Internazionale.
 
 1921-1922 Dopo aver stroncato l'indipendenza
                        georgiana, viene nominato Segretario
                          generale del partito.
                        Il triumvirato Zinov'ev - Kamenev -
                        Stalin sostituisce Lenin, costretto ad abbandonare l'attività
                        politica a causa di un attacco apoplettico.
 | 1923 Stalin è il membro principale
                        del triumvirato.
                        Il Comitato Centrale diventa un organo di
                        polizia segreta. Trotskij è accusato
                    di tradimento. Il testamento di Lenin viene ignorato. 
 1924  Il
                        21 gennaio muore Lenin. Cinque giorni
                        dopo Stalin - che per emergere ha abilmente sfruttato
                        gelosie e inimicizie nel partito - legge
                        il giuramento di fedeltà al congresso dei
                        Soviet.
 
 1925 Zinov'ev e Kamenev si alleano con 
                        Trotskij in opposizione a Stalin.
 
 1927 - 1937 Stalin è leader
                          assoluto.
                        Impone la costruzione del "socialismo
                          in un solo paese", trascurando gli
                          sviluppi rivoluzionari in altre aree, e avvia una decisa
                          politica di industrializzazione e la collettivizzazione
                          forzata delle campagne.
 Condannando qualsiasi deviazione dalla
                        sua linea politica, reagisce arrestando ed esiliando
                        le maggiori personalità bolsceviche. Frequenti
                        le deportazioni e le fucilazioni. Nascono i "gulag",
                        campi di prigionia per migliaia di dissidenti. Trotskij,
                        espulso dal paese, nel 1940 verrà assassinato in Messico da un
                        emissario di Stalin.
 
 1937 - 1938 In un clima di sospetti
                        prende avvio una lunga serie di processi: è il "grande terrore",
                        causa di deportazione o morte per milioni di persone.
 
 1939 - 1940 La Russia dichiara guerra alla
                        Finlandia, annette I'Ucraina, la Russia
                        bianca, le tre Repubbliche baltiche, la Bessarabia e parte
                        della Bucovina.
 
 1941 Il 22 giugno scatta l'operazione
                          Barbarossa:
                        le truppe naziste entrano
                        in Unione Sovietica. Stalin è comandante in capo
                        delle forze armate e commissario per la difesa: guida
                        una guerra 
                        che si concluderà con l'Armata rossa a
                        Berlino nel maggio del 1945.
 
 1946 Inizia la "guerra
                          fredda" tra
                        Est e Ovest e la "sovietizzazione" dei
                        territori
                        occupati.
 
 1948 Lo strappo con la Jugoslavia di Tito intacca
                        la popolarità di Stalin. La repressione
                        si fa ancora più dura: è il periodo
                        delle "purghe".
 
 1948 - 1953 Forti epurazioni all'interno
                        dei partiti comunisti dell'Est. Il sistema
                        sovietico si chiude ancor più in se stesso.
 
 1953 Il 5 marzo Stalin muore a Mosca.
                      1956 Al XX Congresso del PCUS Krushev legge il Rapporto
                        Segreto: inizia la destalinizzazione, ma con Breznev (1964 - 1982) il regime accentua di nuovo la politica repressiva.
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