SINISTRA ECOSOLIDALE

 

è nata un'idea di sinistra...


SINISTRA ECOSOLIDALE è un progetto politico

È stato proposto dai Comunisti Italiani di Udine * e nasce dall'opportunità di sperimentare, nella provincia di Udine, un nuovo modello di politica di sinistra, capace di superare gli schematismi partitici tradizionali e condividere ideali, speranze, aspettative e azioni con il mondo dell'associazionismo solidale, cattolico, culturale, ecopacifista, con i partiti storici della sinistra italiana e con tutti coloro che sentono l'esigenza di un cambiamento sociale radicale.

L'avvio del processo rivoluzionario di trasformazione della società della crescita e del consumo illimitato verso una società della decrescita non può più attendere.

Infatti, la prima trae la propria linfa vitale dalla disgregazione delle relazioni sociali tradizionali (la famiglia, la piazza, il campanile) mutandole in rapporti impersonali e asociali, nei quali trionfa il mercato delle grandi organizzazioni impegnate nell'aumentare la propria competitività ed i propri profitti, senza preoccuparsi dei costi sociali, economici e umani di lungo periodo e recando con sé morte, sofferenza, ingiustizia nel mondo.
La società della decrescita, invece, è quella nella quale i valori culturali attuali vengono completamente sovvertiti di talché - come insegna Serge Latouche - "all'egoismo si sostituirà l'altruismo, la cooperazione alla concorrenza, il piacere del tempo libero all'ossessione del lavoro, la cura della vita sociale al consumo illimitato, il locale al globale, il bello all'efficiente, il ragionevole al razionale."

La società dello sviluppo economico e della crescita produce precarietà nel lavoro, insicurezza del futuro, disagio, impoverimento dell'ambiente in cui viviamo, cambiamenti climatici, aumento della povertà, e il tutto in nome di una ricchezza sempre più concentrata nelle mani di pochi individui.

Dobbiamo riappropriarci del nostro territorio e della nostra storia, del nostro tempo, della nostra cultura e della nostra umanità, della nostra capacità di decidere autonomamente per noi stessi e per le generazioni che ci seguiranno, delle scelte che interessano il nostro territorio e la nostra comunità.
Il mondo non è più depredabile, né nelle sue risorse naturali, né nelle sue ricchezze umane di cui tutti noi siamo nello stesso tempo proprietari e custodi per i nostri figli e per coloro che verranno.

Noi vogliamo l'autonomia delle comunità locali, da intendersi come possibilità di compiere democraticamente e in forma di autogoverno le scelte che incidono sulla vita della comunità stessa, con strumenti di democrazia diretta, limitando il vincolo della delega politica che si esercita ogni cinque anni.

Noi vogliamo l'eliminazione del PIL come indicatore di benessere e la sua sostituzione con indicatori relativi alla qualità ambientale, urbana, territoriale, sociale e al riconoscimento delle diversità e delle culture; il ritorno alla centralità dell'agricoltura come risposta ai bisogni essenziali: cibo, arredo e indumenti; la valorizzazione dell'agricoltura locale di qualità e in particolare dell'agricoltura di montagna e la difesa degli agricoltori e degli allevatori locali mediante l'istituzione di mercati di vendita diretta in ogni città.
Nelle mense scolastiche dev'essere privilegiato il consumo di prodotti locali, con esclusione totale di colture OGM.

Noi vogliamo valorizzare l'impresa locale e cooperativa per impedire la precarizzazione del lavoro e la delocalizzazione delle imprese; vogliamo lo spostamento del baricentro dell'economia dal mercato globale a quello locale.

Noi vogliamo una solidarietà che sia prendere a cuore, prendersi cura, accompagnare le persone che per diversi motivi e in particolari situazioni fanno più fatica a vivere in questa società: dai bambini agli adolescenti, ai giovani, alle donne, agli anziani; a coloro che sono coinvolti dalla dipendenza e cercano di liberarsene, a chi è ammalato, a chi si trova in carcere o ne è uscito; ai disabili, agli stranieri in difficoltà.

Noi vogliamo coltivare la cultura della non violenza attiva e della costruzione della PACE attivando tutte le possibili energie spirituali e culturali, impegni istituzionali e politici a livello locale e planetario.

Noi vogliamo un mondo senza nemici e senza armi, dove ciascuna persona e ciascun popolo possono essere riconosciuti nella loro dignità e riconoscere la dignità altrui.

Insieme possiamo.

* che dopo i deludenti risultati elettorali hanno ritenuto di considerare conclusa questa esperienza, che continuerà, dunque, senza l'appoggio del PdCI

qui una sintetica ricostruzione della vicenda