PERCHÈ NO ALLO STUPRO AD ALTA VELOCITÀ

 

SOSTENIBILITA' SOLIDARIETA'
ECONOMIA P A C E
ENERGIE RIFIUTI
INQUINAMENTO O G M
TRASPORTI LIBRI

 

 

 

Gaddo de Anna
già Coordinatore della Commissione Regionale Ambiente del PdCI FVG

La breve tratta Lisbona - Kiev la si vuole attuare con il cosiddetto “Corridoio 5”, operando su impiantistica atta all’Alta Velocità [sul progetto e sul movimento no tav v. qui i link].
Arrivare prestissimo da Lisbona a Kiev è infatti un fatto importantissimo; non si sa bene per chi, ma senza dubbio è importantissimo.
Così almeno ci dicono i bene informati.
Non credo saranno molti coloro che effettueranno tale tratta per intero; sarà infatti più probabile che l’utilizzo venga effettuato per tratte più brevi ed intermedie.
Ecco quindi che la stessa potrebbe venir utilmente frazionata in più tratte, differenziate a seconda dell’ambiente naturale che dovrà attraversare e riducendo quindi al minimo l’impatto dell’opera stessa.
Ma questo contrasterebbe con il concetto di opera grandiosa, tipico certo di una mentalità fascista, che per essere tale non abbisogna certo di una tessera; ma ancor più mentalità certamente affaristica
Lasciando perdere l’effettiva validità, aldilà delle manie di grandezza, dell’opera nel suo complesso, guardiamo però cosa avviene in casa nostra.
Abbiamo ferrovie obsolete, che non riescono a dare un servizio sufficiente nemmeno nelle tratte secondarie, utilizzate dai lavoratori pendolari e studenti.
Ma già, dimenticavo che quella è solo carne da macello ed il fatto di fornire loro un servizio minimamente dignitoso, per il quale peraltro pagano anche il biglietto, è idea talmente assurda che non sfiora l’animo di nessuno.
È invece assai più importante avere l’Alta Velocità: dà molto più prestigio agli occhi del mondo e quattrini alle tasche di pochi.
In Val di Susa, per procedere nel cammino ferroviario, si dovrà effettuare un traforo di circa 50 Km, smuovendo rocce ricche di uranio ed amianto che, già normalmente lasciate lì dove sono ora, arrecano un tasso elevatissimo di tumori agli abitanti di quella zona.
Senza contare lo sconvolgimento che, per molti anni, quella valle piuttosto angusta dovrà sopportare.
È invece assai più importante avere l’Alta Velocità: arrecherà infatti grandissimi vantaggi economici alle popolazioni del luogo.
Non si sa bene ancora quali, ma certo ce ne saranno.
Così almeno ci dicono i bene informati.
Forse il vendere panini al volo ai viaggiatori che da Lisbona si recano a Kiev o viceversa.
Se poi queste stesse popolazioni non ne volessero proprio sapere, si potrebbe suggerire loro di trasferirsi in blocco da un’altra parte; ma è un film già visto e non ci è piaciuto.
Se poi s’incazzano perché non vogliono essere prese per i fondelli, non si trova soluzione migliore se non quella di denunciarli, farli arrestare e così via.
Quel che è peggio: con il consenso di tutti.
Sagaci, veramente sagaci.
Percorsa quindi ad alta velocità l’intera pianura padana, ci si troverà di fronte ad un altro ostacolo naturale: la barriera del Carso.
Perché le sfighe, come al solito, non vengono mai da sole.
Ambiente naturale unico al mondo, perlopiù misterioso nella sua struttura sotterranea, c’è chi non si perita di ipotizzare una sua avventurosa deflorazione, per lasciare posto a quell’opera che permetterà di giungere fino a Kiev, partendo da Lisbona, poco più che in un battibaleno.
Poco importa che le autostrade della zona siano intasate da automezzi pesanti di trasporto che, passando proprio attraverso queste aree, raggiungono i paesi dell’Est europeo, dei Balcani e più giù almeno fino alla Turchia.
Poco importa potenziare quindi le linee ferroviarie già esistenti, arricchendole di infrastrutture tali da consentire un trasporto merci su rotaia anziché su gomma, con notevolissimi vantaggi, non solo per il traffico automobilistico, ma anche ecologici, per il minor inquinamento da scarichi di combustibili e polveri di gomma.
Sìi, proprio quel dimenticato trasporto merci su rotaia, che dell’Alta Velocità non sa assolutamente che farsene.
Assai più importante avere invece l’Alta Velocità per il trasporto di frettolosi passeggeri: anche se non arrecherà alcun vantaggio alla popolazione locale.
Però prestigio tanto e qualche panino venduto al volo.
Montagne sventrate, stuprate, pianure inutilmente ferite per un’opera tesa solo a mostrare la potenza del capitale e l’arroganza del mondo del business.
Che i problemi esistenti per gli abitanti delle zone attraversate non vengano risolti, ed anzi aggravati da un’ulteriore presenza infrastrutturale, utilissima per i Lisboniani che devono andare a Kiev o per i Kieviani che devono andare a Lisbona, è cosa che non interessa nessuno.
Che quest’opera non presenti alcun vantaggio economico per alcuno (salvo che per gli investitori), che produca sì posti di lavoro per qualche anno, ma anche danni all’ambiente per sempre, pare non interessare proprio nessuno.
Come se ferite ambientali del genere non vadano considerate alla stregua di un costo da mettere a bilancio e non azzerabile con un ridicolo piano di ammortamento.
Non è con queste distruzioni che si diventa un paese civile; è invece vero il contrario.
Ecco perché dobbiamo dire no all’A.V. o quantomeno a quella che, come investimento, si sostituisce al miglioramento di infrastrutture oggi inesistenti o, nel migliore dei casi, insufficienti.
A quell’A.V. che non si perita di distruggere ambienti naturali che sono di tutti e di tutte le generazioni che ci seguiranno e sui quali non abbiamo alcun diritto di distruzione; neppure per il vantaggio di pochi.
E quei pochi che ne trarranno vantaggio non saranno certo quelli che hanno fretta di raggiungere Kiev.
Comica finale: c’è chi sostiene che una tratta del genere abbia la finalità ecologica di ridurre l’inquinamento.
Accetterei questa risibile tesi solo se al suo posto venisse fatta una pista ciclabile.

 

 

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