MA CON GRAN PENA LE RECA GIÙ

 

SOSTENIBILITA' SOLIDARIETA'
ECONOMIA P A C E
ENERGIE RIFIUTI
INQUINAMENTO O G M
TRASPORTI LIBRI

 

 

 

Ricordo questo “trucchetto” scolastico che i vecchi maestri ci insegnavano per memorizzare le nostre catene alpine (MArittime, COzie…fino alle amate GIUlie) pensando al mitico Corridoio 5 che, stando alle dichiarazioni dell’assessore ai trasporti del FVG, cammina…
Forse si riferisce nel suo ottimismo alla tratta “padana” e ad alcune quadruplicazioni dei binari in fase di realizzazione in alcune tratte, tipo la Mestre-Padova; ma rivela ancora una volta un errore concettuale di fondo: identificare il Corridoio 5 con la costruzione di un’opera ferroviaria nuova e ad alta velocità da Lisbona fino a Kiev e oltre! Concezione limitativa ed originale a livello europeo: solo in Italia personaggi come il Ministro Lunardi ed il nostro assessore regionale traducono i programmi europei in questi termini.
Anche se poi il Mito “Corridoio 5” viene richiamato dall’assessore regionale ai trasporti anche quando parla del traforo del Monte Rest per la nuova autostrada Cadorina, oppure quando approva la terza corsia dell’autostrada (che aumenterà il trasporto su gomma dall’Est verso il resto d’Italia e viceversa)… Non perché sia colto il principio alla base della Teoria dei Corridoi Pan/Transeuropei, ma solo per cercare di aumentare il consenso rispetto all’Opera Unica su cui sono concentrati tutti gli sforzi dell’attuale Amministrazione Regionale: la nuova linea Ronchi Aeroporto-Trieste Stazione centrale, all’interno della tratta Venezia-Lubiana.
Siccome alla bontà di quel progetto non ci crede più nessuno, se non i consulenti tecnici dell’Assessore ed i professionisti incaricati di redigere i costosissimi progetti, nonostante le sonore bocciature dello stesso a livello ministeriale, il nostro assessore si arrampica sempre più sugli specchi, con entusiasmo, arrivando a stravolgere anche i pochi atti concreti finora realizzati nel merito. E poi invita a fare sforzi cartesiani chi esprime ragionamenti tecnici obbiettivi come quelli espressi recentemente dal dottor Sirovich sul Piccolo o dai tanti rappresentanti di EE.LL., comitati associazioni, industriali, negli ultimi due anni e mezzo rispetto alla fattibilità di soluzioni alternative meno costose, meno impattanti, realizzabili in minor tempo e più condivisibili a livello territoriale.
In particolare, nella risposta apparsa sulla stampa locale il 3 novembre, l’assessore sostiene in maniera totalmente erronea due “tesi”, per niente cartesiane, perché basate su interpretazioni degli atti e non sulla realtà dei fatti:
1) Le gallerie sarebbero colpa della Slovenia perché, in sostanza, avrebbero imposto il passaggio per Divaça nell’accordo “Bersani-Presecnik” del 2001. Questo fantomatico accordo, in realtà, era una bozza, un preliminare mai ratificato dai due Paesi, che prevedeva l’istituzione di una commissione tecnica mista - mai istituita - che avrebbe dovuto valutare le proposte di attraversamento transfrontaliero partendo dallo studio di pre-fattibilità delle RFI. A prescindere dal fatto che quell’accordo non ha alcun valore giuridico ed amministrativo, non essendo stato mai ratificato, dalla nascita dello stato sloveno ad oggi tutti i documenti ufficiali in materia di opere ferroviarie hanno sempre contenuto come uno degli obiettivi principali per le nuove tratte la necessità di raddoppiare o potenziare il collegamento Koper-Divaça. Ma la priorità era tutt’altra: il raddoppio di alcune tratte a binario unico, la loro elettrificazione, la chiusura dei passaggi a livello… Tutti interventi più sostenibili economicamente per la Slovenia, sicuramente in grado di potenziare il traffico merci, molto attenti ai bacini di origine e destinazione dei traffici, assolutamente estranei alla logica dell’Alta Velocità imperante nei progetti italiani. È dai criteri progettuali alla base delle linee ad alta velocità (che servono solo per i passeggeri) che vengono imposte le gallerie e non “dalla richieste di Lubiana”.
2) Il tracciato sarebbe “scelto definitivamente dall’Europa” tramite la decisione UE 884/2004.
Questa è un’altra manipolazione semplicistica della realtà. Intanto nulla è “definitivo”, tanto è vero che quella decisione ha modificato decisioni UE precedenti. Dubitiamo poi che a livello europeo qualcuno conoscesse “Ronchi Sud”. È evidente che la Commissione ed il Parlamento europeo hanno preso per buoni i dati presentati dall’Italia e dopo varie trattative e sforzi incrociati è stata inserita anche questa tratta, decisa dal Governo italiano, fra quelle opere ritenute prioritarie a livello europeo. Ma nel dettaglio la realizzazione offre ipotesi di realizzazione molto diverse dal progetto RFI, perché, banalmente, non
c’è scritto Trieste-Stazione centrale, e anche Villa Opicina, ad esempio, è Trieste. Oppure, sempre nella medesima Decisione UE, sono definiti i criteri progettuali, che prevedono finanziamenti europei anche per linee progettate tenendo conto delle caratteristiche del territorio e dei centri urbani attraversati a velocità compatibili.
Il progetto RFI non tiene in nessun conto i centri urbani attraversati, dove l’impatto dei cantieri pluriennali sarà devastante, per non parlare delle muraglie anti-rumore, per non parlare della devastazione del Carso incalcolabile e irreversibile.
“Macongranpenalerecagiù”: l’attraversamento dei valichi alpini, avrebbe dovuto imporre scelte progettuali più adeguate, in linea con le prescrizioni tecniche europee, adatte al trasporto merci e sicuramente meno costose da tutti i punti di vista e realizzabili in tempi molto più brevi.
In oltre due anni e mezzo, intanto, non si è fatto nulla se non sottrarre alcune decine di milioni di Euro del bilancio regionale per attivare qualche “autostrada viaggiante”; unica regione in Italia, non abbiamo ottenuto alcun finanziamento per migliorare il parco viaggiante, ma abbiamo usato soldi “nostri” per due trenini più confortevoli (gli altri sono roba da quarto mondo) e magari adesso mancheranno soldi alla sanità od ai servizi essenziali per la persona… Chi trasporta merci deve arrangiarsi affannosamente, sperare che non gli perdano il container nel porto di Trieste o che non resti 4 o 5 giorni parcheggiato a Cervignano, i tir aumentano di giorno in giorno, la programmazione e la pianificazione in materia giacciono ammuffite in qualche ufficio dell’assessorato…
Il Corridoio 5 avrebbe dovuto prevedere un insieme organico di interventi per migliorare o attivare le reti, anche informatiche, in grado di migliorare la mobilità di merci e persone ottimizzando gli interessi territoriali. In questi termini, con l’incaponimento della Regione sul progetto RFI di alta velocità, non sta affatto camminando, anzi sta portando all’arretratezza l’intero Friuli Venezia Giulia.

Corrado ALTRAN
Segreteria regionale Legambiente

3 nov. 2005