inizio rosso e giallo


Joe Gores


Lo confessiamo: di lui (1931 - 2011) sappiamo molto poco e abbiamo letto solo Hammett e Spade & Archer. Ma basterebbero questi libri per metterlo fra i grandi giallisti, perché c'è voluto un bel fegato per fare proprio di Dashiell Hammett il protagonista di un libro. E una grande capacità nel farne davvero un bel libro. E anche l'operazione di una sorta di prequel alle avventure originali di Spade si è rivelata corretta e convincente.
Wenders e Coppola ne hanno addirittura voluto trarre un film (1982, con Fredric Forrest), altrettanto bello, anche se regista e produttore con Gores non si sono trovati d'accordo e hanno preferito fare senza di lui. Comunque una qualche affinità con Hammett ce l'ha, perchè anche lui per un certo numero di anni ha fatto l'investigatore privato, e poi lo sceneggiatore, in particolare per la televisione.

  • A Time of Predators, 1969, premio Edgar per il miglior romanzo d'esordio
  • serie Dan Kearney & Associate, 1972 - 2001
  • L'ultimo avvertimento (Final Notice, 1973), Mondadori, 1981
  • Interface, 1974
  • Hammett, cacciatore d'uomini (Hammett a novel, 1975), Mondadori, 1979; Einaudi, 2006
  • L'ultimo testimone (Gone, No Forwarding, 1978), Mondadori, 1980
  • Una libertà molto condizionata (Come Morning, 1986), Mondadori, 1987
  • L'ora del lupo (Wolf Time, 1989), Interno Giallo, 1989; Mondadori, 1998
  • Dead Man, 1993
  • Menaced Assassin, 1994
  • Casi criminali (Cases, 1998), Hobby & Work, 2000
  • Glass Tiger (2006), Mondadori, 2008
  • Spade & Archer (2009), Mondadori, 2010

In quest'ultimo romanzo, con il permesso degli eredi di Hammett Gores ha scritto il prequel de Il falco maltese (ricordiamo che Archer era il socio, poi assassinato, di Sam Spade: in omaggio a lui Ross Macdonald ha chiamato il protagonista delle proprie storie Archer.)

Joe Gores

Nota a Hammett

1. Hammett

Con romanzi come II Falcone Maltese e La chiave di vetro, Samuel Dashiell Hammett (1894-1961) elevò il genere poliziesco hard-boiled, che aveva scoperto nelle riviste popolari, da forma minore di narrativa a vera letteratura. Come ci riuscì non è facile dirlo, tanto che, ancora oggi, la questione sembra confondere gli stessi studiosi di letteratura gialla.
E confonde anche me.
Perché Hammett, diversamente dagli altri collaboratori della rivista Black Mask, non cominciò come uno scrittore che dovesse imparare i segreti dell'indagine poliziesca, ma era un detective privato che imparava a scrivere. Per otto anni, infatti, aveva lavorato per la Pinkerton Detective Agency come operator, investigatore. Così, da scrittore, non fece altro che sfruttare le sue innate attitudini di cacciatore d'uomini.
Ho voluto scrivere un romanzo su Hammett detective, proprio perché la sua esperienza di poliziotto privato risultò alla fine decisiva per la sua opera letteraria. Ma non è il detective quello che affascina i lettori: è Hammett il detective che diventa Hammett lo scrittore.
Scrivere richiede introspezione e comprensione, cose controproducenti e distruttive per il cacciatore d'uomini. Infatti, lo indurrebbero a vedere l'avversario, la sua preda, come una creatura umana vulnerabile, sofferente, e lui perderebbe così quella scorza emotiva che gli permette di sopravvivere come investigatore.
Mi sembrava che il 1928 offrisse eccellenti possibilità di provare, narrativamente, l'esistenza di questa tensione, e l'ho scelto per ambientare il mio romanzo.

2. Hammett a San Francisco

Nel 1928, Hammett abitava a San Francisco. La sua vita e la situazione familiare erano ormai stabilizzate, la salute buona. Riusciva a controllarsi abbastanza nel bere e, per i miei scopi, la sua attività di detective non era troppo lontana nel tempo.
Quello fu un anno stimolante per Hammett scrittore. Piombo e sangue, che era già apparso a puntate su Black Mask, doveva essere pubblicato in volume dall'editore Alfred A. Knopf nel febbraio successivo. Il bacio della violenza stava per essere presentato a puntate su Black Mask ed eran già in corso trattative con Knopf per una eventuale edizione in volume. La prima stesura di II Falcone Maltese era già finita.
Un altro motivo che mi ha spinto a scegliere il 1928 è stato di natura sentimentale. Allora Hammett abitava all'891 di Post Street e proprio qui situò l'appartamento di Sam Spade nel Falcone. Si sono avanzate molte ipotesi su dove avrebbe abitato Spade, ma se uno tiene presente il fatto che Hammett abitò all'angolo tra Post Street e Hyde Street, e poi confronta i riferimenti all'alloggio contenuti nel romanzo, tenendo davanti una mappa di San Francisco, accetterà questa collocazione come l'unica esatta.
Quando incominciai il romanzo, ero convinto, come tutti, che, sugli anni passati da Hammett a San Francisco, non mi sarebbe stato possibile saperne molto più di guanto non fosse già scritto nello studio fondamentale di William F. Nolan: Dashiell Hammett a base book (McNally & Loftin, 1969). Infatti le schede degli agenti della Pinkerton di quel periodo non esistono più, e Hammett stesso parlò raramente di quegli anni persino con gli amici. Sua moglie era morta e le figlie erano troppo piccole per ricordarsene. Quando la famiglia si sciolse, Hammett passò molti anni solitari, bevendo troppo e scrivendo per lo più di notte. I suoi colleghi della Samuels Jewelers sono stati dispersi dal tempo. Lo stesso Albert S. Samuels, al quale fu dedicato II bacio della violenza, è morto.
Ma anch'io sono un detective e mi son messo dietro a Hammett appunto come detective, non come scrittore. L'ho trattato come uno che fossi stato incaricato di rintracciarlo, usando le tecniche del cacciatore d'uomini, non dello studioso.
I punti di partenza sono stati tre fatti accertati da Nolan. Hammett arrivò a San Francisco agli inizi del 1921, quando ancora lavorava per la Pinkerton. Si licenziò dopo aver scoperto dell'oro rubato che era stato nascosto a bordo di una nave proveniente dall'Australia.
Hammett, come detective della Pinkerton, lavorò a San Francisco su cinque casi. Con tutta probabilità, si dimise dall'agenzia il 1° dicembre 1921, giovedì. Poco dopo, si impiegò nella gioielleria di Samuels (in Market Street vicino alla Quinta Strada, non dov'è attualmente, ossia sempre in Market Street ma vicino a Powell Street). Fino al 1923, lui e sua moglie Josephine (nata Dolan) abitarono al 620 di Eddy Street, fino a quando, cioè, lei e la loro primogenita se ne andarono per la prima volta.
Fino.al loro ritorno, Hammett abitò in misere pensioncine mentre cercava di ingranare come scrittore. Una di queste pensioni era al 20 di Monroe Street: proprio di fronte a Bush Street, partendo da Burritt Street, il vicolo cieco dove il partner di Sam Spade, Miles Archer, sarebbe stato ucciso pochi anni dopo.
Nel 1925, Hammett e Josephine erano di nuovo insieme, al 620 di Eddy Street. Lui aveva cominciato a vendere regolarmente i suoi racconti, ma il lavoro da Samuels gli era ancora necessario. Nel 1927, con Josephine e le due figlie si trasferì in un appartamento più grande, al 1309 di Hyde. Lo stesso anno, però, avvenne la loro definitiva separazione.
Nel mìo romanzo, troviamo Hammett che abita solo, all'891 di Post Street e che scrive a tempo perso. Questo un anno dopo: nel 1928, appunto. Ai fini della narrazione, lascia poi quell'appartamento per trasferirsi al 1155 di Leavenworth, alla fine dell 'estate. Questa data è immaginaria: in realtà rimase all'891 di Post Street fino al 30 marzo del 1929, quando si trasferì in Leavenworth, che fu il suo ultimo domicilio a San Francisco.
E questi sono fatti.
Il lavoro da detective e quello da romanziere raramente possono permettersi il lusso di essere precisi quanto quello dello studioso, ma voglio mettere in chiaro che alcuni elementi sono assolutamente reali.
Hammett era un forte bevitore e un accanito fumatore. Non guidava l'auto (non gli era permesso di farlo in California) e non aveva il telefono. Vestiva bene e, a volte, in modo persino un po' troppo sofisticato. Giocava d'azzardo: carte, dadi, cavalli. Spendeva parecchio anche per le donne. Aveva molte conoscenze, ma per una scelta precisa nessun amico. Era intelligente, affascinante. E socievole.
Questa gradevole facciata nascondeva la sua realtà umana. Un esempio: quando rintracciai (sotto un altro nome e in un'altra città) la Peggy O'Toole che fu in parte l'ispiratrice di Budget O'Shaughnessy, lei non sapeva d'essere stata inserita nel Falcone Maltese. Non aveva mai letto il libro.
Nel mio romanzo, troverete molti particolari su Hammett che sono solo fatti probabili, ma non verificabili. Questo lo affermo come detective. Come romanziere, lascio a voi giudicare quali fatti siano reali e quali fantastici.
Gli studiosi di Hammett, inoltre, avranno l'impressione che io mi sia divertito a ricostruire come venne scelta la scena dell'incontro di pugilato in Piombo e sangue. La mia spiegazione è, ovviamente, inventata, ma i tempi corrispondono: i quattro racconti di Piombo e sangue apparvero su Black Mask tra il novembre del 27 e il febbraio del 28, e prima del novembre '28 (quando ricevette dal suo editore le bozze del romanzo) Hammett avrebbe fatto benissimo in tempo a scrivere e inserire la scena di botte. Piombo e sangue, infatti, venne pubblicato da Alfred A. Knopf in volume il 1° febbraio 1929.

3. La giovinezza di Hammett

È un normale espediente letterario quello di illuminare il presente di un personaggio usando il suo passato. Un po' dappertutto, quindi, troverete Hammett che ricorda la giovinezza e il passato. Molti di questi fatti rievocati appaiono qui per la prima volta tanto che sorge spontanea una domanda: sono autentici o inventati?
Tutti gli elementi biografici di Hammett che vengono presentati come autentici lo sono. Ad esempio, è vero che suo padre si ammalò quando lui frequentava il primo anno delle scuole superiori, così che dovette lasciare la Polytechnic Grammar School per lavorare come fattorino alla Compagnia Ferroviaria B & O e aiutare la famiglia. Lavorò nell'ufficio all'angolo tra la Charles e la Baltimore Street. Ma è un'invenzione che Hammelt, attraversando un mattino i binari perché era in ritardo, inciampasse nel cadavere di un ferroviere ucciso da uno scambio.
Ancora: il padre di Hammett portò il figlio al deposito dei rifiuti di Filadelfia, e là c'era un caprone. Ma, anche se una volta ho visto un caprone che spegneva mozziconi di sigaretta nel modo curioso descritto nel romanzo, dubito molto che anche Hammett ne abbia visto uno così.
Fatti reali: una ragazza di nome Lillian Sheffer abitava di fianco a Hammett nella casa al 212 di North Strider, a Baltimora.
E aveva un 'amica di nome Irma Collison. Inoltre, la sorella minore di Irma aveva circa la stessa età di Hammett e un amico in comune con lui. Ma l'amore segreto di Hammett per Irma è una mia invenzione.
Dunque, i fatti, di per sé, sono veri, ma il modo come vengono presentati da me è spesso immaginario.
Un po' di questo materiale può essere rintracciato nello studio di Nolan che ho citato prima, ma la maggior parte dei dati l'ho avuta dal professar William Godshalk dell'Università di Cincinnati, che mi ha dato tutta la sua ricerca su Hammett. Questo romanzo non avrebbe un simile background biografico senza la generosità del professar Godshalk. Infatti, egli sta scrivendo una biografia critica di Hammett (che verrà pubblicata dalla Twayne Press), che io credo sarà la bibbia accademica dalla quale attingere notizie e informazioni su Dashiell Hammett.

4. San Francisco

Come ricreare il volto di una città che non si è mai conosciuta? Dato che sono uno scrittore e non uno studioso, il mio metodo è stato quello di comporre un quadro d'insieme il più possibile elastico ma, al tempo stesso, rigoroso. Inoltre, tenendo conto che, dopo il terremoto e l'incendio che nel 1906 distrussero San Francisco, furono costruiti molti palazzi che ci sono ancora e in buono stato, ho potuto ambientare le vicende in posti che esistevano nel 1928 e che esistono tuttora.
Ho consultato molti giornali, riviste e libri per ricreare l'epoca e la città. La descrizione della tratta delle orientali, ad esempio, e quella della vita in una casa equivoca della Chicago di Al Capone sono il risultato di queste ricerche. Le sfumature del linguaggio di tutti i giorni mi sono venute dalla collezione delle Captain Billy's Whiz-Bangs. Alcune parti della messa in scena di San Francisco come il bar di Prescott Court, il Dan's Coffee, lo Yee Chum's (oggi Yeejun's, il più noto ristorante di Chinatown), il locale di fan-tan, il caffè italiano senza nome, i taxi della compagnia White Top usati quasi esclusivamente dai fuorilegge, e altri particolari, provengono da testimonianze scritte e orali. Il mio scopo principale è stato quello di creare un Hammett credibile in una San Francisco credibile.
Una delle costanti della città, fin dai giorni precedenti la prima Guerra Mondiale, quando era sotto l'amministrazione di Abe Reuf, fu l'alto grado di corruzione politica. Era così negli Anni Venti e, purtroppo, lo è anche oggi. In questo senso, II Falcone Maltese è una testimonianza esemplare. Quindi ho deciso di costruire la mia trama, spostandola però indietro di 10 anni, attorno a quel fenomeno di moralizzazione della vita pubblica che, negli Anni Trenta, fu il Comitato di riforma.
Ho raccolto informazioni su quel fatto isolato che avvenne quando un Procuratore distrettuale, chiamò a Los Angeles l'investigatore privato Edwin Atherton perché conducesse un'indagine sulla corruzione della polizia. E Atherton lo fece: orrore e costernazione...
Chi conosce la storia di San Francisco non avrà dunque molte difficoltà a scoprire chi si nasconde dietro i nomi di Victor Atkinson, Phineas Epstein, Molyh Fan, Gardner Shuman, Griffith e Boyd Mulligan.
Anche gli altri personaggi, uomini politici o malviventi che siano, sono ispirati da persone realmente vissute nei ruggenti Anni Venti della città, come Brendan B. McKenna, Owen Linch, Dan Laverty, George F. Biltmore, sua moglie May, l'autista Harry. Invece, si cercherebbero invano degli archetipi di Crystal Tarn e di Heloise Kuhn. Sono figure del tutto immaginarie. Il sergente Jack Manion della Squadra di Chinatown compare col suo vero nome. E così pure il Procuratore distrettuale Matthew Brady, anche se non interviene mai direttamente nel romanzo, ne è parte integrante proprio come lo fu della vita di San Francisco in quegli anni.