inizio rosso e giallo


John Dickson Carr - Gideon Fell

Conferenza sulla stanza chiusa a chiave

 

(da: Le tre bare, The Three Coffins o The Hollow Man, I Classici del Giallo, n. 234, 13.1.1976, Mondadori)

"... Siamo in una storia poliziesca e non dobbiamo ingannare il lettore fingendo di non esserci. Non dobbiamo inventare scuse elaborate per tirar dentro una discussione sui racconti polizieschi. Occupiamoci beatamente della più esaltante missione concessa ai personaggi di un libro.
"Ma per continuare: nel parlarne, signori, non intendo scatenare una discussione buttando giù regole nuove. Voglio soltanto parlare di gusti e preferenze personali. Possiamo citare Kipling, così: ci sono sessantanove modi di inventare delitti complicati e ognuno di essi è valido. Ora, se io dicessi che per me ognuno di essi è ugualmente interessante, sarei - per dirlo nella maniera più civile - un gran bugiardo. Ma non è questo il punto. Se dico che la storia di una camera ermeticamente chiusa è più interessante di qualunque altra, non faccio che ripetere una frase fatta, un pregiudizio. A me piace che i miei delitti siano frequenti, sanguinosi e grotteschi. A me piace che il mio piano sprizzi vividezza di colore e fantasia, poiché non riesco a trovare affascinante una storia che si basi soltanto sul fatto che possa sembrare realmente accaduta. Tutto questo, lo ammetto, è pregiudizio, pregiudizio allegro, spensierato, razionale, e non implica alcuna critica per i lavori più smorzati, o anche più abili.
"Ma qui bisogna fare questa premessa perché quelle poche persone cui non piacciono le situazioni un po' impressionanti insistono nel considerare le loro preferenze come regole. Loro usano, come un marchio di condanna, la parola improbabile. E con ciò portano gli incauti a credere - come loro - che improbabile significhi scadente.
"Ora mi sembra ragionevole sottolineare che la parola improbabile è l'ultimissima che dovrebbe essere usata per condannare il romanzo poliziesco. Gran parte della nostra simpatia per la narrativa poliziesca è basata su un'inclinazione verso l'improbabilità. Quando A viene assassinato e B e C sono fortemente sospettati, è improbabile che D, dall'aria assolutamente innocente, possa essere il colpevole. Ma lo è. Se G ha un alibi di ferro, confermato a spada tratta e sotto giuramento da ogni altra lettera dell'alfabeto, è improbabile che G possa aver commesso il delitto. Ma lo ha commesso. Quando l'agente investigativo trova un briciolo di polvere di carbone sulla spiaggia, è improbabile che una simile cosa insignificante possa avere qualche importanza. Ma l'avrà. Per farla breve, si arriva a un punto dove la parola improbabile diventa senza significato, come una beffa. Non può esistere alcuna probabilità sino alla fine del racconto. E allora se vuoi che l'assassinio venga attribuito alla persona meno probabile, come qualcuno di noi vecchi barbogi fa spesso, difficilmente puoi protestare che lui ha agito spinto da moventi meno probabili o necessariamente meno evidenti di quelli delle persone più sospette.
"Quando si leva il grido: 'Queste cose non possono accadere!', quando protesti contro subdoli mostri e fantasmi incappucciati e bionde sirene ipnotizzatrici, è come se tu dicessi semplicemente: a me non piace questo tipo di racconto. È più che giusto. Se non ti piace, hai tutto il diritto di dirlo. Ma quando ritorci questa questione di gusto in una regola, per giudicare il valore o la verosimiglianza del racconto, allora dici: 'Questi avvenimenti non potrebbero succedere, perché se succedessero io non mi divertirei'.
"Dove starà la verità? Si potrebbe provarlo prendendo a esempio il caso della camera sigillata ermeticamente perché tale situazione è stata contestata con più veemenza di qualunque altra per la sua poca forza di convinzione.
"La maggior parte dei lettori, sono lieto di dire, va matta per le stanze chiuse. Ma - è qui il maledetto guaio - perfino i loro amici sono frequentemente dubbiosi. Io ammetto di esserlo spesso. Quindi, per il momento, ci metteremo tutti quanti a studiare la faccenda e vediamo cosa riusciamo a scoprire. Perché siamo dubbiosi quando sentiamo la spiegazione della stanza chiusa? Non perché siamo increduli, no, nel modo più assoluto, ma semplicemente perché ci sentiamo vagamente delusi. E spinti da quella sensazione è più che naturale che si faccia un altro ingiustificato passo avanti dichiarando tutta la situazione incredibile o impossibile o decisamente ridicola.
"E per farla breve - tuonò il dottor Fell, gesticolando col suo sigaro - è precisamente quello che ci diceva oggi O'Rourke sulle illusioni ottiche che vengono attuate nella vita reale! Mio Dio, signori, quante probabilità può avere un racconto se ci beffiamo persine di cose che accadono realmente? Il fatto che avvengano e che l'illusionista ci riesca sembra rendere l'inganno ancora peggiore. Quando capita in un romanzo poliziesco, lo definiamo incredibile. Quando succede nella vita reale e siamo costretti a darvi credito, ci limitiamo a definire la spiegazione deludente. E il succo di tutt'e due le delusioni è lo stesso: ci aspettiamo troppo.
"Vedete, l'effetto è così magico che in certo qual modo ci aspettiamo che sia magica anche la causa. Quando vediamo che non è magia, diciamo che è una buffonata. Il che non è giusto. L'ultima cosa di cui ci dovremmo lamentare nei riguardi dell'assassino è la sua condotta stravagante. Tutta la questione sta nella domanda: può questo o quest'altro essere fatto? Se è così, la questione non c'entra per niente. Un uomo scappa da una stanza chiusa a chiave... be'? Dato che evidentemente ha violato le leggi naturali per il nostro divertimento, sa il cielo se non è autorizzato a violare le leggi del Possibile Comportamento! Se un uomo si offre di star ritto sulla testa, noi non possiamo pretendere che mentre lo fa tenga i piedi per terra. Ricordatevene, signori, quando giudicate. Definite il risultato poco interessante, se vi pare, o in qualunque altro modo, basta che si tratti di gusto personale. Ma guardatevi bene dal fare l'assurda affermazione che è improbabile o inverosimile."
- D'accordo d'accordo - disse Hadley, dimenandosi sulla sedia. - Io non sono molto forte in materia. Ma dato che insisti a farci questa conferenza... evidentemente avrà qualche rapporto col nostro caso...
- Sì.
- Allora perché portare a esempio la stanza ermeticamente sigillata? Tu stesso hai detto che l'assassinio di Grimaud non è uno dei casi più difficili che ci sia capitato. L'enigma più grosso è quello di un uomo che viene ucciso in mezzo a una strada deserta...
- Ah, quello? - disse il dottor Fell, con un gesto della mano talmente sprezzante che Hadley lo fissò. - Quello, dici? Ne ho capito la spiegazione appena ho sentito suonare le campane della chiesa... zitto, zitto, simile linguaggio! Parlo sul serio. È la fuga dalla stanza che mi lascia perplesso. E per vedere se riusciamo a trovare un filo conduttore, traccerò un abbozzo sommario dei vari sistemi per commettere delitti in stanze sigillate, classificandoli separatamente. Questo delitto entrerà certamente in uno di quelli. Per forza! Non ha importanza come sarà la variante: sarà soltanto una variante di alcuni fra i sistemi principali.
"Già, sì. Ora qui abbiamo un cubicolo con una porta, una finestra e muri solidi. Nell'accennare ai metodi di evasione quando sia la porta sia la finestra sono ermeticamente chiuse, non parlerò del vecchio trucco, oggi rarissimo, di un passaggio segreto per la stanza chiusa. Naturalmente uno scrittore che si rispetti non avrà neppure bisogno di dire che una cosa del genere non esiste. Non sarà necessario dilungarci sulle varianti minori di questa oltraggiosa buffonata: il pannello che è abbastanza largo per farvi passare una mano, o il buco sul soffitto attraverso il quale viene gettato un coltello, dopo di che il buco viene ritappato senza che nessuno se ne accorga, o il pavimento della soffitta cosparso di polvere in modo che sembri che nessuno vi abbia mai camminato. Queste sono soltanto buffonate minori. L'essenziale resta sempre lo stesso, sia che l'apertura segreta sia piccola come un ditale o larga come una baracca... Quanto alle classifiche legittime, signor Pettis, potete segnarvi qualcuna di queste..."
- Bene - fece Pettis, che stava sorridendo - andate avanti.
- Primo! C'è il delitto commesso in una stanza ermeticamente sigillata che è realmente sigillata ermeticamente e dalla quale nessun assassino è mai uscito perché nella stanza non c'era nessuno. Spiegazioni:
"Uno. Non è assassinio ma una serie di coincidenze che finiscono con un incidente che somiglia a un assassinio. Poco prima che la stanza venisse chiusa c'è stato un furto, un'aggressione, un ferimento, oppure un rumore di mobili che si spaccano che fa pensare a una lotta mortale. Più tardi la vittima viene incidentalmente uccisa o stordita in una stanza chiusa e si presume che tutti questi avvenimenti abbiano avuto luogo nello stesso tempo. In questo caso la morte è provocata di solito da un colpo in testa presumibilmente con un randello ma in realtà per l'urto contro una suppellettile qualunque. Può essere lo spigolo di un tavolo o il bordo tagliente di una sedia, ma l'oggetto più consueto è un parafuoco di ferro. Il micidiale parafuoco, tra parentesi, uccide gente in un modo che sembra assassinio sin dai tempi di Sherlock Holmes. La soluzione più soddisfacente di questo tipo di trama che include un assassino, si trova nel 'Mistero della Camera Gialla' di Gaston Leroux, il miglior racconto poliziesco che sia mai stato scritto.
"Due. È delitto, ma la vittima è costretta a uccidersi o a soccombere accidentalmente. Questo può avvenire a causa di una stanza abitata dagli spettri, per suggestione, o più normalmente, per del gas filtrato dall'esterno. Questo gas o veleno fa perdere la testa alla vittima che si abbandona a violenze sfasciando la stanza come se vi fosse stata una lotta, tanto che finisce col morire per una ferita da coltello che s'infligge da se stesso. In altre varianti si spacca il cranio con un aculeo del lampadario, o s'impicca con un fil di ferro o arriva perfino a strangolarsi con le proprie mani.
"Tre. È delitto, per mezzo di un congegno meccanico installato nella stanza e nascosto in un qualunque mobile dall'aspetto innocente. Può essere una trappola preparata da qualcuno morto da un pezzo che funziona automaticamente, oppure che è stata riaggiustata dal killer moderno. Può essere qualche nuova strana diavoleria della scienza di oggi. Abbiamo, per esempio, il meccanismo micidiale dell'arma nascosta nel ricevitore del telefono che spara una pallottola in testa alla vittima non appena questa alza il ricevitore. Abbiamo la pistola con un cordoncino legato al grilletto, che viene tirato dalla dilatazione dell'acqua sottoposta a congelamento. Abbiamo l'orologio che spara quando viene caricato (gli orologi sono ormai comuni) e abbiamo l'ingegnoso trucco della pendola antica che comincia a suonare con un fracasso infernale così che, quando la vittima si avvicina per far cessare il clangore, dalla pendola schizza fuori una lama che le squarcia lo stomaco. Abbiamo il peso che cade dal soffitto e il peso che piomba sul cranio dall'alto schienale di una sedia. C'è il letto che esala un gas micidiale non appena un corpo lo scalda; l'ago avvelenato che non lascia traccia, il...
"Vedete - disse il dottor Fell, puntualizzando le parole col sigaro - quando ci troviamo coinvolti in questi marchingegni, siamo nella sfera della situazione impossibile ancora più che non in quella più ristretta della stanza chiusa. Si potrebbe continuare all'infinito, perfino con i congegni per ammazzare la gente con l'elettrocuzione. Un cordone elettrizzato di fronte a una fila di quadri. Una scacchiera elettrizzata. Persine un guanto elettrizzato. Si può trovare la morte in ogni oggetto dell'arredamento, compresa una teiera. Ma pare che attualmente queste cose non siano usate, perciò continuiamo.
"Quattro. È suicidio con l'intenzione di farlo apparire delitto. Un uomo si accoltella con un ghiacciolo, il ghiacciolo si scioglie! e poiché nella stanza non si trova nessun'arma, si presume il delitto. Un uomo si spara con un'arma legata a un elastico... l'arma, quando lui la lascia andare, sparisce nel camino, fuori dalla vista. Varianti di questo trucco (non concernenti stanze chiuse) sono state la pistola, attaccata a un peso con una cordicella, che dopo lo sparo schizza nell'acqua dal parapetto di un ponte; e, sullo stesso stile, la pistola gettata da una finestra in un cumulo di neve.
"Cinque. È un delitto che trae il suo problema dall'illusione ottica e dalla personificazione. Così: la vittima, ritenuta sempre viva, è già assassinata dentro una stanza la cui porta è sorvegliata. L'assassino, sia vestito come la sua vittima o scambiato, da dietro, per la vittima, entra precipitosamente nella stanza. E precipitosamente si libera del travestimento ed esce istantaneamente dalla porta sotto le proprie spoglie. L'illusione ottica è che lui, uscendo, si sia semplicemente scontrato con l'altro. Qualunque cosa accada, lui ha un alibi perfetto perché, quando più tardi verrà scoperto il cadavere, si presumerà che il delitto sia stato commesso dopo che la vittima impersonata è entrata nella stanza.
"Sei. È un delitto che, per quanto commesso da qualcuno sul momento fuori della stanza, sembra commesso da qualcuno che doveva essere stato dentro la stanza.
"Nello spiegarvi questo - disse il dottor Fell interrompendosi bruscamente - classificherò simile tipo di delitto sotto il nome di Delitto da Lontano o Delitto del Ghiacciolo, dato che di solito è una variante di quel principio. Ho già parlato dei ghiaccioli, capite cosa intendo. La porta è chiusa ermeticamente, la finestra è troppo piccola perché l'assassino possa passarvi, tuttavia la vittima viene pugnalata nell'interno della stanza e l'arma è introvabile. Be', il ghiacciolo è stato sparato dall'esterno come una pallottola... non staremo a cavillare se sia possibile o meno, non più di quanto abbiamo fatto per i misteriosi gas cui ho accennato prima - e si scioglie senza lasciar traccia.
"Ma tutto ciò illustra quello che intendo per delitti commessi all'interno di una stanza da qualcuno all'esterno. Ci sono altri metodi. La vittima può essere pugnalata con la lama sottile di un bastone animato passata tra il fogliame di un gazebo e subito ritirata; oppure può essere pugnalata con una lama così sottile che lì per lì non si rende nemmeno conto di essere ferita e va in un'altra stanza dove crolla improvvisamente e muore. Oppure viene attirata ad affacciarsi a una finestra inaccessibile dal basso e, dall'alto, il nostro fedele ghiacciolo gli piomba sulla testa fracassandogli il cranio. Nessun'arma, perché l'arma si è sciolta. "Sotto quest'intestazione (sebbene potrebbero benissimo essere inclusi nel numero tre) potremmo elencare delitti commessi per mezzo di serpenti o insetti velenosi. I serpenti possono essere nascosti non soltanto in cassapanche e casseforti, ma anche, molto abilmente, in vasi da fiori, libri, candelabri e bastoni da passeggio. Ricordo una storia divertente in cui la canna d'ambra di una pipa grottescamente scolpita come uno scorpione diventa uno scorpione vero quando la vittima se la mette in bocca. Poi abbiamo...
"Uh, basta! È meglio che non divaghi, finirò questa classifica con l'ultima intestazione:
"Sette. Questo è un delitto che dipende da un effetto esattamente alla rovescia di quello del numero cinque. Cioè si presume che la vittima sia morta molto prima di quello che è in realtà. La vittima è addormentata (drogata ma illesa) in una stanza chiusa. I colpi alla porta non riescono a svegliarla. L'assassino si finge molto spaventato, forza la porta, entra per primo e uccide, pugnalando o sgozzando e suggestionando poi gli altri a credere di aver visto qualcosa che non hanno visto. Questo trucco è stato inventato da Israel Zangwill e da allora è stato usato in un'infinità di varianti. È stato fatto, di solito pugnalando, su una nave, in una casa diroccata, in una serra, in una soffitta, e perfino all'aria aperta... dove la vittima viene fatta inciampare e poi tramortita prima ancora che l'assassino si chini su di lei. Così..."
- Calma! Un momento! - interruppe Hadley battendo sul tavolo per ottenere attenzione. Il dottor Fell, con espressione soddisfatta, si voltò gentilmente verso di lui e gli sorrise. Hadley continuò: - Tutto questo sarà magnifico. Hai sviscerato tutte le situazioni delle camere chiuse...
- Tutte? - ribattè il dottor Fell spalancando gli occhi. - Non proprio, direi. Non ho neanche trattato a fondo i metodi sotto quella determinata classificazione. Ho fatto solo un abbozzo. Bah, lasciamo perdere. Ora stavo per parlare dei vari sistemi di truccare porte e finestre in modo che sembrino chiuse dall'interno. Ah. Ehm. Ecco, signori. Continuerò..."