inizio rosso e giallo

Edgar A. Poe

Sì, c'è chi ha detto che è nella Bibbia che si trovano i primi polizieschi (horror, caso mai...), chi ricorda Zadig di Voltaire, chi si affanna a trovare chissà quali altri progenitori, ma è nel 1841, con I delitti della Rue Morgue, che il racconto poliziesco prende vita.
E il padre è l'immenso Edgar Poe.

Certo, nel 1828 Eugène-François Vidocq aveva pubblicato le sue memorie: ladro, truffatore, carcerato, evaso più volte, nel 1806 ebbe un'idea geniale, proprorre al Prefetto di Parigi di usare la propria formidabile esperienza "professionale" per infiltrarsi nella malavita e combattere il crimine. Stranamente le autorità gli danno credito e qualche anno dopo Vidocq diviene addirittura capo di un servizio speciale di polizia, la Sûreté. Da cui si dimetterà nel 1828 dandosi alle investigazioni private e, appunto, alla memorialistica.
Poe conosceva bene le imprese di Vidocq ma non si è certo ispirato a quella figura pittoresca e vulcanica (a cui invece attingeranno molti altri, da Balzac a Gaboriau a Hugo), perchè il suo investigatore basa tutto sul ragionamento, sulla lucida visione d'assieme.
Si può dire, anzi, che Poe si è sì ispirato a Vidocq, ma per giustapposizione, e infatti fa dire a Dupin:
"La polizia parigina, tanto decantata per il suo acume, è astuta e nulla più. Talvolta ottiene risultati sorprendenti, ma questi sono raggiunti di solito semplicemente grazie alla diligenza e all'operosità dei suoi funzionari. Quando queste doti non servono, tutti i disegni falliscono. Vidocq a esempio, era un abile deduttore e un individuo perseverante, ma non avendo educato il proprio pensiero, sbagliava continuamente per l'ardore stesso delle sue ricerche. Infirmava la sua visione delle cose tenendo l'oggetto troppo vicino, riusciva a vedere magari un punto o due con perspicacia non comune, ma nel far questo perdeva naturalmente l'effetto insieme..."

Dupin si contrappone dunque alla polizia (in ciò assomigliando a Vidocq, che coi suoi metodi poco ortodossi disprezzava l'ottusità burocratica dei poliziotti tradizionali), facendo della logica - allenata anche con l'enigmistica, la dama, la matematica - il perno dell'investigazione.
Poe in realtà non opera chissà quali alchimie, come invece farà, per fortuna, nell'altra sua produzione letteraria: del poliziotto tradizionale ci offre caratteristiche e capacità deduttive "normali", che tuttavia paiono ridicolmente deboli di fronte a quelle geniali del protagonista (e ci saranno Holmes - Watson, Poirot - Hastings, Wolfe - Goodwin, ecc.). Anticipazione di quella che sarà una situazione classica del poliziesco, alla quale si aggiungono praticamente tutti gli altri elementi chiave del genere, tra cui alcuni rimasti in ombra per molto tempo, ma che ultimamente sono riemersi prepotentemente, e anche con forzature al limite del ridicolo: l'analisi del comportamento delittuoso, il processo di indentificazione col criminale che talvolta l'investigatore deve compiere per poter risolvere un caso. (E pare che quel pazzo fascista di John E. Hoover, che però stupido non era, anzi, si sia ispirato proprio all'intuizione di Dupin sul rapporto fra detective e criminale per la creazione della celebre Behavioral Analysis Unit - Unità Analisi Comportamentale).

"In quei momenti i modi di Dupin erano freddi, astratti: gli occhi assumevano una espressione vacua, mentre la voce, di solito generosamente tenorile, si elevava a un tono acuto che sarebbe potuto apparire irritante se non fosse stato per la determinazione e l'assoluta chiarezza di quanto veniva da lui enunciato."


Da lì è nato tutto: lo schema del poliziesco, le sue regole e le sue eccezioni, le procedure investigative, il ruolo "eroico" del detective, la tensione narrativa, la simbiosi autore - lettore, la liberazione finale.

Quanto poi vi fosse di artificioso e di lontano dalla realtà in oscuri misteri che alla fine trovano inevitabilmente una soluzione logica e inconfutabile, lo capiranno solo quasi un secolo più tardi Hammett e Chandler, demolendo la letteratura fondata sul modello inglese creato da un americano con ambientazione parigina; eppure a quel metodo verrà reso omaggio da chi vi ha riconosciuto una forte dignità scientifica, assimilabile a quella dell'esperto di semiotica linguistica, del diagnosta (dr. House), del filologo, dello studioso di scienze, dello storico: Umberto Eco - Thomas A. Seboeck (cur.), Il segno dei tre: Holmes, Dupin, Peirce, Bompiani, 1983.

Poe, tuttavia, rinunciò al genere strettamente poliziesco - inconsapevole di avere creato un filone che in ogni modo si rivelerà immenso - per dedicarsi all'esplorazione di zone ben più inquietanti e misteriose di un banale omicidio.
Quindi furono solo quattro i racconti gialli: l'anno dopo I delitti della Rue Morgue scrisse Il mistero di Marie Rogêt, nel 1843 Lo scarabeo d'oro, e nel 1844 il celebre e insuperabile La lettera rubata, a cui sia Freud che Lacan dedicheranno pagine piene di interesse.

Un romanzo ben congegnato intreccia in modo affascinante la vita di Dupin e quella (nel suo concludersi tragicamente) dello scrittore: Matthew Pearl, L'ombra di Edgar, Sonzogno, 2006.