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1955 - 1989
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Alfred Hitchcock presenta...
(Alfred Hitchcock Presents, USA, TV 1955 - 1962; 1985 - 1989)

Dopo l'infernale musichetta (adattamento di un serissimo brano sinfonico: Marcia funebre di una marionetta, di C. Gounod) eccolo lì, ogni volta con una trovata diversa e con quel "Buonasera" che gli italiani conoscono con la voce pastosa e solenne di Carlo Romano (era anche lo strepitoso doppiatore di Jerry Lewis!). Proprio per il raffinato mescolarsi di suspense, sorpresa ed ironia, la serie ebbe un effetto dirompente sul sonnolento pubblico americano (che poi ebbe uno scossone ancora più violento con The Twilight Zone - Ai confini della realtà, 1959 - 1964), e ottenne un successo che i produttori non si aspettavano. Le apparizioni di Hitch ancora meglio dei bei telefilm.

Arsenico e vecchi merletti
(I, TV 1955)
di Silverio Blasi. Con Paolo Carlini, Laura Carli, Lina Paoli, Fulvia Mammi, Diego Michelotti

Due innocue anziane signore, molto per bene e premurose, che con garbo d'altri tempi offrono ai propri ospiti un dolce vinello di sambuco, corretto all'arsenico (prendete nota: "Per due fiaschi di vino ci vuole un cucchiaino di arsenico. Si aggiunge mezzo cucchiaino di stricnina e poi appena un pizzico di curaro."). Il loro fratellone demente provvede poi a occultare opportunamente i cadaveri. Il nipote ignaro scopre questo simpatico passatempo ed è leggermente sorpreso. Equivoci e brividi deliziosi per un piccolo capolavoro, già ottimo film di Capra nel 1942. Altro RAI nel 1969.

Perry Mason
(USA, TV 1957-1966; 1985 - 1993)
Con Raymond Burr, Barbara Hale, William Hopper, illiam Talman, Ray Collins, William Katt, William Moses

1932: The Case of the Velvet Claws è l'atto di nascita di quello che diventerà l'avvocato più famoso del mondo, padre indiscusso di un sottogenere, il legal thriller. Subito dopo vi sarà una brutta serie tv negli USA; è nel 1957 (1960 da noi) che scoppia il caso Perry Mason, che porterà il poliziesco in milioni di case, e buona parte del merito va a Burr, già molto cattivo nella Finestra sul cortile. I telefilm avranno un successo enorme e Burr continuò col suo personaggio fino a pochi mesi prima di morire. L'inconsueta sigla musicale è diventata, con quella di Hitch, una delle musiche televisive più celebri. Mario Colli è lo splendido doppiatore della prima serie. Finto remake nel 2020.

L'infallibile ispettore Rock
(I, TV 1957 - 1977)
di Daniele D'Anza. Con Cesare Polacco e Giuliano Isidori

Come non citare i gialli più brevi della storia? Si trattava della pubblicità, su Carosello, della terrificante Brillantina Linetti: l'agenzia APM ebbe l'idea di far sceneggiare dei polizieschi telegrafici (circa due minuti): un delitto, un dettaglio che sfugge al criminale, l'ispettore Rock che lo smaschera. Piccoli gioielli che terminavano con un celebre scambio di battute: "Ispettore, lei non sbaglia mai!" "No, anch'io ho commesso un errore: non ho mai usato la brillantina Linetti!" E il bravo Cesare Polacco, dalla voce inconfondibile, mostrava la pelata.

Il club dei suicidi
(I, TV 1957)
di Giacomo Vaccari. Con Paolo Carlini, Leonardo Cortese, Tino Bianchi, Romolo Costa, Armando Bandini

In uno strano ritrovo londinese alcune persone scompaiono misteriosamente. Un gentiluomo riesce a capire che si tratta di un club i cui soci sono pronti al suicidio, in base a varie regole imperniate su una partita a carte: chi perde troverà la morte per mano altrui. Da un magnifico racconto di R.L. Stevenson un tentativo riuscito solo in parte (la tv è ancora agli inizi) di riproporre le atmosfere cariche di attesa e di paura. Gli attori sono bravi ma la recitazione risente troppo della matrice teatrale. Da un racconto di R. L. Stevenson.

Sette piccole croci
(I, TV 1957)
di Vittorio Cottafavi. Con Ivo Garrani, Renato De Carmine, Gianni Santuccio

Parigi, il giorno di Natale. In un commissariato (dove si svolge tutta la storia) arrivano molte telefonate che segnalano un presunto omicida seriale che opera in città. E in effetti viene ritrovato il cadavere di una donna, e il panico dilaga. Gli investigatori lavorano freneticamente per venire a capo della faccenda. Grazie anche agli ottimi interpreti, un esempio notevole di racconto ambientato in un luogo chiuso, situazione frequentata da Buñuel, Hitchcock, Lumet, Scola, Fincher, Polanski, Tarantino, e altri. Da un racconto "minore" di Simenon.

Luce a gas
(I, TV 1958)
di Claudio Fino. Con Sarah Ferrati, Ivo Garrani, Roldano Lupi, Anna Maria Alegiani, Vittorina Benvenuti

Nell'Inghilterra vittoriana un gentiluomo sposa la nipote di una celebre cantante lirica morta in circostanze misteriose e con un piano perverso (la casa si anima diabolicamente: luci strane, il gas, rumori...) cerca di farla impazzire per ereditare. Meno male che c'è il giovanotto innamorato di lei che risolve tutto. L'impianto è decisamente melodrammatico, ma in realtà tutto è giocato con grande abilità sui meccanismi psicologici. Gli interpreti sono bravi ma difficile non rimpiangere Boyer e Bergman di Angoscia (1944). Altro sceneggiato RAI nel 1966.

 

Aprite: Polizia!
(I, TV 1958)
di Daniele D’Anza. Con Renato De Carmine, Enzo Turco, Michele Malaspina, Evi Maltagliati, Lia Zoppelli, F. Volpi

Il commissario Alzani è un funzionario che si trova alle prese con vari crimini maturati nella piccola Italia degli anni '50: omicidi a volte grossolani, vendette squallide. In sei episodi lo sceneggiato è il primo giallo italiano in tv e sconta malamente questo primato: trame piuttosto fragili, ritmo soporifero, scenografie approssimative, grande prudenza rispetto ai temi "scabrosi", interpreti anche discreti ma troppo legati a una recitazione teatrale. La vera stagione gialla inizierà nel 1963 e, anche sull'onda del clamoroso successo di Maigret, decollerà nel 1968..

Peter Gunn
(USA, TV 1958 - 1961)
di Blake
Edwards. Con Craig Stevens, Herschel Bernardi, Lola Albright, Bill Chadney

Peter Gunn è un investigatore privato che lavora sulla West Coast ma non ha un vero e proprio ufficio: i clienti li riceve al Mother's, un jazz club in cui canta la sua fidanzata, Edie. I casi di cui si occupa sono abbastanza originali e non mancano spunti noir piuttosto insoliti per la tv americana dell'epoca: Edwards già dimostra il suo talento, ad esempio rappresentando in modo realistico, e crudo, il mondo della criminalità organizzata. La serie ebbe un notevole successo, a cui contribuirono le musiche di Hanry Mancini.

Indirizzo permanente
(77 Sunset Strip, USA, TV 1958 - 1964)
di Roy Huggins. Con Efrem ZimbalistJr., Roger Smith, Edd Byrnes, Jacqueline Beer, Louis Quinn

Al 77 di Sunset Boulevard, Los Angeles, lavorano due investigatori privati, entrambi ex agenti segreti. Si occupano dei casi più vari, spesso drammatici e a volte un po' grotteschi. E in effetti sovente la trama vira sui toni della commedia poliziesca, soprattutto grazie a un personaggio che cerca a tutti i costi, e goffamente, di partecipare alle indagini. Alcuni episodi escono totalmente fuori dagli schemi, dando alla serie un'impronta di originalità: in un caso, ad esempio, non vi è nessun dialogo, e in un altro il protagonista è totalmente solo. Da un film dello stesso anno.

Giallo club. Invito al poliziesco
(I, TV 1959 - 1961)
ideato da Mario Casacci, Alberto Ciambricco, Giuseppe Aldo Rossi

In qualche modo anticipando di decenni, e con ben altra vivacità intellettuale, l'interazione fra medium e pubblico, la RAI diede vita a un congegno davvero brillante: il misurato e arguto Paolo Ferrari (il futuro Archie Goodwin della serie Nero Wolfe) accoglieva lo spettatore in una sorta di circolo londinese, introducendo una storia poliziesca (con il tenente Sheridan) che però s'interrompeva prima dell'epilogo; ad alcuni ospiti veniva quindi chiesto di risolvere il mistero, tenendo conto che la storia conteneva tutti gli elementi necessari per scoprire l'assassino. Dopo di che riprendeva il filmato svelando la soluzione. Nel 1961 al posto di Ferrari Francesco Mulè. Con Perry Mason e Hitchcock questa serie fece conoscere il giallo al grande pubblico.

Scacco Matto
(Checkmate, USA, TV 1960 - 1962)
ideato da Eric
Ambler. Con Sebastian Cabot, Tony George, Doug McClure

Ambler, uno dei grandi maestri del thriller, rivitalizza una formula allora inconsueta: invece di un poliziotto o di un detective privato, al centro delle storie vi è un gruppo di persone, i membri di un'agenzia investigativa di San Francisco, la Checkmate Inc.: la mente del team è il criminologo Carl Hyatt, accanto al quale operano in modo decisamente brillante quello che pare il capo dell'agenzia, Dan Corey ed il giovane Jed Sills. Da notare: spesso l'agenzia s'impegnava in una vicenda in cui il crimine non era ancora stato commesso, con l'insolito obiettivo di prevenirlo.

L'alfiere nero
(I, TV 1961)
di Carlo Lodovici. Con Franco Graziosi, Warner Bentivegna, Giuliana Lojodice, Gianni Santuccio

Svizzera, metà '800: Tom, un ex schiavo, liberato dal padrone che addirittura gli ha lasciato il suo cospicuo patrimonio, vive tranquillo finché per caso un americano lo incontra e lo sfida a scacchi, convinto dell'inferiorità dei negri. Ma quando l'alfiere nero dà scacco matto allo sfidante, costui perde la testa e uccide Tom. Il delitto resterà impunito ma l'anima dell'omicida ne uscirà distrutta. Da un bel racconto fantastico di Arrigo Boito, che all'epoca fece scalpore, è tra i primi gialli trasmessi dalla RAI.

Il Santo
(The Saint, GB, TV 1962 - 1969)

"Il mio nome è Templar, Simon Templar." Ebbene sì, così si presentava, il Santo. E altre connessioni ci sono: il più famoso Templar è stato R. Moore, futuro e indegno erede di Connery nel ruolo di Bond, e Fleming sposò una cugina di quel L. Charteris creatore del Santo. 50 libri a partire dal 1928, una serie radiofonica, svariati film, la fortunata serie televisiva negli anni '60, altri film ancora, per un personaggio decisamente poco originale: ladro gentiluomo in perenne lotta con polizia e gangster, raffinato, tombeur de femmes, brillante, poliglotta, esperto di armi e di auto, ecc.. Ma Charteris ci sapeva fare: una scrittura piacevolissima, un senso dell'umorismo spesso irresistibile, storie quasi scontate ma con guizzi notevoli di originalità e di ritmo.

Una tragedia americana
(I, TV 1962)
di A.G.
Majano. Con Warner Bentivegna, Lilla Brignone, Virna Lisi, G. Lojodice, A. Lupo, R. Palmer, L. Vannucchi

Se siete astuti e ambiziosi, e avete addocchiato una bella ereditiera, evitate di mettere incinta un'operaia qualsiasi, col rischio che tutto vada in mona. E soprattutto evitate di aiutare l'ingombrante proletaria ad annegare. Intanto per ragioni morali, sì?, e poi perché magari andrete sulla sedia elettrica. Un omicidio, dunque, come clou di un drammatico sceneggiato, che però racconta altro: l'intreccio fra ingenuità e cinismo, tante forme di amore, e di solitudine, l'american way of life. Da un romanzo di T. Dreiser, già al cinema nel 1931 e nel 1951.

Il fuggiasco
(The Fugitive, USA, TV 1963 - 1967). Con David Janssen, Barry Morse, Bill Raisch

Un medico, ingiustamente accusato di aver ucciso la moglie, riesce a fuggire e decide di mettersi sulle tracce del vero colpevole. Gerard, tenace poliziotto, gli dà la caccia. Il fuggitivo vaga per quattro anni da uno Stato all'altro vivendo avventure più o meno movimentate e cercando le prove della propria innocenza. Lo sbirro non molla, ma se lo prendesse finirebbe il business, e così ci mette appunto quattro anni per mettergli le mani addosso. Però, colpo di scena... Serie in 120 episodi che ebbero un successo enorme, tanto che la puntata finale raggiunse, e mantenne fino al 1976, il record del telefilm più visto d'America, col 72% di share. Nel 1993 un buon film.

Ritorna il tenente Sheridan
(I, TV 1963 - 1972)
ideato da Casacci & Ciambricco. Con Ubaldo Lay, Carlo Alighiero, Walter Maestosi, Turi Ferro, Nino Pavese

Aveva iniziato nel 1959 come supporto a Giallo Club, ma il successo fu tale che il personaggio assunse vita autonoma: era il tenente Ezechiele Sheridan della Squadra Omicidi di San Francisco: impermeabile alla Bogart, tono sbrigativo, sguardo penetrante, Sheridan divenne immediatamente popolarissimo, e l'ingenuità del neofita spettatore italiano (meno idiota, comunque, di chi oggi si beve i reality e i talk show a base di "casi umani") fece sì che sparisse il confine tra finzione e realtà, nel convincimento che Sheridan fosse un vero poliziotto.

Gialli RAI

Se Sheridan fa storia a sé, nel '63 s'inaugura un capitolo fondamentale della tv italiana: si riprende anche per il giallo la formula degli sceneggiati, cioè le trasposizioni televisive, a puntate, di romanzi più o meno famosi. E Durbridge sarà l'autore più frequentato, con ben dieci opere. E poi ci saranno numerosi adattamenti da altri scrittori: Simenon, Greene, Doyle, Stout, Chesterton, Van Dine, Dürrenmatt, Collins, Borges&Casares, Carr. Trame a volte piuttosto convenzionali, ma che contribuirono in modo decisivo a far conoscere il giallo al grande pubblico. Fondamentale, comunque, che gli interpreti fossero tra i migliori attori di prosa dell'epoca.,

La sciarpa
(I, TV 1963)
di Guglielmo
Morandi. Con Aroldo Tieri, Franco Volpi, Nando Gazzolo, Roldano Lupi, Francesco Mulè, Ugo Pagliai

Nella campagna intorno a Londra viene trovata una giovane donna strangolata con una sciarpa. L'ispettore che indaga punta gli occhi sul proprietario di una vicina tenuta, che per l'appunto possiede una sciarpa analoga, e che sarà davvero nei guai quando a casa sua spunterà un altro cadavere. A complicare le cose altre persone che hanno qualcosa da nascondere. Il successo della trasmissione, in sei puntate, fu clamoroso ed ebbe oltre sei milioni di spettatori. Sì, i tempi erano ormai maturi per il giallo in tv. Da Durbridge.

Paura per Janet
(I, TV, 1964)
di Daniele
D'Anza. Con Ernesto Calindri, Aroldo Tieri, Massimo Girotti, Lia Zoppelli, Valentina Fortunato, Silvana Valci

Una coppia in procinto di separarsi litiga per l'affidamento della figlia, e quando questa scompare, vittima di un rapimento, la polizia sospetta che uno dei due abbia organizzato tutto. Alcuni drammatici sviluppi portano alla ribalta altri possibili sospetti, un'amica di famiglia, un dentista, un fotografo, e l'ispettore che dirige le indagini dovrà cercare di capire chi c'è dietro il crimine e, soprattutto, di trovare la bambina. Ancora Durbridge e un suo romanzo, adattato in sei puntate, e ancora grande successo.

Le inchieste del commissario Maigret
(I, TV 1964 - 1972)
regia di Mario Landi (produttore A. Camilleri), Con Gino Cervi, Andreina Pagnani, M. Maranzana, O. Lionello, F. Volpi

Maigret è stato più volte protagonista di film e serie televisive: tra quest'ultime la più riuscita è quella interpretata da Gino Cervi, protagonista anche di un film, Maigret a Pigalle (1967), che tuttavia non aveva certo lo stesso fascino della serie televisiva, peraltro realizzata con palese povertà di mezzi. Gli stessi francesi (!) dovettero ammettere che quel Maigret era superbe, tant'è che è ancora ritenuto uno dei migliori in assoluto (e Simenon, che pure amava Gabin, concordava). Una pietra miliare della tv italiana, e forse solo Montalbano ha raggiunto una qualità così alta.

Organizzazione U.N.C.L.E.
(The Man from U.N.C.L.E. USA, TV 1964 - 1968)
di Sam Rolfe. Con Robert Vaughn, David McCallum, Leo G. Carroll

United Network Command for Law and Enforcement: un'improbabile agenzia controterrorismo che combatte, appunto, i cattivi cattivi. Non semplicemente uno dei tanti cloni da 007, ma una serie piuttosto originale e brillante, che addirittura va oltre la guerra fredda (i protagonisti sono un sovietico ed un americano, amici ed alleati) e propone situazioni, anche avveniristiche, che saranno poi ampiamente saccheggiate altrove. Dopo 50 anni (!) Ritchie ne ricaverà un film, che dicono divertente ma in realtà mediocre.

Belfagor ovvero Il fantasma del Louvre
(Belphégor ou Le fantôme du Louvre, F, TV 1965)
di Claude Barma. Con Juliette Gréco, René Dary, François Chaumette, Yves Rénier, Sylvie, C. Delaroche, I. Alvarez

Tutto ruota intorno al fantasma del Louvre: ma chi è Belfagor? Da dove viene? Perchè si aggira furtivo nelle sale egizie del museo? Quale forza lo domina? Di quale terribile potere dispone? E perché tutte quelle morti misteriose? Sì, non è propriamente un giallo, sta in quella twilight zone fra il poliziesco e l'horror, sta dove vi pare, ma... Quando la RAI, nel 1966, trasmise Belfagor, la Paura entrò in milioni di case e la tivvù non fu più la stessa: da scudocrociato scatolotto consolatorio-pedagogico divenne anche il possibile veicolo di oscurità e inquietudini. Da A. Bernède.

F.B.I.
(The F.B.I., TV 1965 - 1974)
Con Efrem Zimbalist jr., Philip Abbott, William Reynolds, Lynn Loring, Stephen Brooks

Integerrimi agenti dell'FBI indagano sui più diversi crimini: rapimenti, omicidi, truffe, evasioni, falsificazioni di denaro, ecc.. Alla fine di ogni episodio il protagonista principale mostra le foto dei più pericolosi ricercati, invitando il pubblico a collaborare. La serie fu sponsorizzata direttamente da J. E. Hoover e, ovviamente, dà un'immagine agiografica del Bureau. La serie fu sospesa lo stesso anno in cui scoppiò lo scandalo del Watergate, quando cioè vennero alla luce le deviazioni antidemocratiche degli apparati governativi di sicurezza. Nel 2018 una serie ugualmente propagandistica.

Melissa
(I, TV, 1966)
di D.
D'Anza. Con Turi Ferro, Rossano Brazzi, Massimo Serato, Dina Sassoli, Aroldo Tieri, Laura Adani, Franco Volpi

Londra, Regent's Park, il cadavere di una giovane donna. Si sa, negli omicidi i primi sospettati sono i familiari, e infatti molti sono gli indizi che puntano al marito della vittima, privo di alibi, e la cui posizione diventa insostenibile quando i suoi stessi amici danno testimonianze che ne contraddicono la difesa. L'uomo teme di essere stato incastrato e solo un acuto ispettore chiarirà le cose. Sempre ottimi interpreti a garantire il successo di sei puntate che incolleranno al video oltre dieci milioni di italiani. Da Durbridge.

Quinta colonna
(I, TV 1966)
di Vittorio
Cottafavi. Con Raoul Grassilli, Giulia Lazzarini, Tino Schirinzi, Renato De Carmine, Tino Carraro, Siria Betti

Il signor Rowe è coinvolto nelle trame dello spionaggio nazista degli anni '40. Nel tentativo di capire il proprio ruolo nella vicenda, l'uomo finirà al centro di una complicata storia che, partendo da un presagio annunciatogli da una zingara, finirà col vederlo protagonista di una struggente storia d'amore, di una perdita della memoria e di un conseguente ricovero in un ospedale psichiatrico. Solo al termine della storia il protagonista giungerà ad un parziale chiarimento della sua posizione. Da un romanzo di G. Greene già portato sullo schermo da F. Lang (1944)

Corruzione al palazzo di giustizia
(I, TV 1966)
di Daniele D'Anza. Con Tino Buazzelli, Glauco Mauri, Giulia Lazzarini, Nando Gazzolo, Annibale Ninchi

Le indagini su un noto industriale assumono un carattere inquietante quando emergono forti indizi sulle coperture offerte da alcuni giudici: il giovane e ambizioso magistrato incaricato di fare luce si ritrova al centro delle lotte di potere interne al mondo giudiziario, la cui integrità complessiva è messa in discussione. Liberamente tratto dal dramma di Ugo Betti, il film non ne riprende l'atmosfera surreale, e più che sulle tensioni filosofiche, esistenziali, si focalizza sugli aspetti più politici e di attualità.

Luce a gas
(I, TV 1966)
di Alessandro Brissoni. Con Anna Miserocchi, Vittorio Sanipoli, Gabriele Ferzetti, Milla Sannoner, Maria Paoli

Nell'Inghilterra vittoriana un gentiluomo sposa la nipote di una celebre cantante lirica morta in circostanze misteriose e con un piano perverso (la casa si anima diabolicamente: luci strane, il gas, rumori...) cerca di farla impazzire per ereditare. Meno male che c'è il giovanotto innamorato di lei che risolve tutto. L'impianto è decisamente melodrammatico, ma in realtà tutto è giocato con grande abilità sui meccanismi psicologici. Gli interpreti sono bravi ma difficile non rimpiangere Boyer e Bergman di Angoscia (1944). Già sceneggiato RAI nel 1958.

Vidocq
(Id., F, TV 1967)
di Georges Neveux e Marcel Bluwal. Con Bernard Noël, Alain Mottet, Genevieve Fontanel

Vidocq era davvero un ex detenuto diventato, in bizzarre circostanze, capo della polizia di Parigi nella prima metà dell'800 e su questo personaggio vi furono numerosi adattamenti televisivi e cinematografici: questa serie, andata in onda alla fine degli anni '60 e a cui seguirà quella interpretata da Claude Brasseur nel 1971, è un ottimo mix di poliziesco e commedia, condotto con un ritmo che nelle pur pregevoli serie televisive italiane è ancora di là da venire. Poi, nel 2001, anche Dépardieu in un film assai più cupo.

Ironside
(Id., USA, TV 1967 - 1975)
Ideato da Collier
Young. Con Raymond Burr, Don Galloway, Don Mitchell, Barbara Anderson, Joan Pringle

Il capo dei detective della polizia di San Francisco è costretto su una sedia a rotelle dopo essere stato gravemente ferito. Non rinuncia, però, all'attività, e, coadiuvato da alcuni bravi collaboratori, indaga su vari crimini, forte dell'esperienza accumulata in tanti anni di servizio. Non male l'idea di affrancare Burr dal ruolo di Perry Mason, anche se pesa non poco la forte identificazione creatasi. Vicende non particolarmente avvincenti, ma narrate con mestiere (tra gli sceneggiatori anche Ed McBain), addirittura con vari accenni all'aria di ribellione di quegli anni.

Dossier Mata Hari
(I, TV 1967)
di Mario Landi. Con Cosetta Greco, Gabriele Ferzetti, Paolo Carlini, Antonio Pierfederici, Riccardo Cucciolla

Durante la prima guerra mondiale i servizi segreti francesi scoprono che la celebre danzatrice Mata Hari era in realtà una spia dei tedeschi: circuisce alti ufficiali per venire a conoscenza di segreti militari. Una storia complicata che al processo venne chiarita, e la spia fu giustiziata. Lo sceneggiato si sviluppa sotto forma di ricostruzione degli avvenimenti e fu più fedele alla realtà dei vari film ispirati alla vicenda con protagoniste Greta Garbo (1932) e Jeanne Moreau (1965), e altre da dimenticare.

La piramide senza vertice
(I,
TV 1967)
di Gian Paolo
Callegari. Con Ottavia Piccolo, Ennio Balbo, Vira Silenti, Rina Mascetti, Ferruccio De Ceresa, A. Massasso

Il cedimento di una diga provoca il crollo di un ponte e diverse persone rimangono uccise. I segni di pericolo erano noti ma nessuno aveva provveduto: troppo costoso intervenire adeguatamente. E colpire i responsabili, come per il Vajont, sembra impossibile: gli interessi in gioco sono enormi e ci pensa la politica ad insabbiare. Una storia di ordinaria omertà, raccontata egregiamente, che faceva parte dell'interessante serie (88 episodi, 1962 - 1970) Vivere insieme, in cui ogni puntata raccontava vicende drammatiche, per lo pù nell'ambito familiare.

Sherlock Holmes
(I, TV 1968)
regia: Guglielmo Morandi. Con Nando Gazzolo, Gianni Bonagura, Marina Malfatti, Paolo Carlini, Franco Volpi

Gazzolo è stato l'unico italiano a interpretare SH e per questo lo citiamo. Infatti le sei puntate RAI (adattamento di E. Anton) non sono certo un esempio di come portare in tv SH: gli attori sono anche bravi, a partire proprio da Gazzolo (ottimo doppiatore, fra l'altro: Niven, Caine, Cushing-SH, chissà perchè il Volonté di S. Leone, ecc.), che però sembra a disagio ed è fisicamente poco plausibile, vestito da cliché; e Bonagura ricalca il Watson più stereotipato. L'ambientazione è troppo finta-Inghilterra e l'insieme è ingenuo e artificioso in modo imbarazzante. Brett, Cushing e Richardson rabbrividiscono.

Hawaii Squadra Cinque Zero
(Hawaii Five-O, USA, TV 1968 - 1980)
di Leonard Freeman. Con Jack Lord, James MacArthur, Zulu, KamFong, Maggi Parker, Peggy Ryan

Paradiso per turisti, le Hawaii, ma non è che non ci siano malfattori di vario genere, comprese perfide spie cinesi. Nel neonato 50° Stato dell'Unione (1950) viene istituita una task force per contrastare la criminalità, che tra spiagge e delitti opera con grande efficienza. La serie fu a lungo la più longeva negli USA (il primato è di Law & Order): evidentemente gli americani apprezzavano assai il mix di azione e onde stupende, e si godevano vicende banali e patinate. Nel 2010 un reboot altrettanto frivolo e inutile.

I Compagni di Baal
(Les Compagnons de Baal, F, TV 1968)
di Pierre Prévert. Con Jacques Champreux, Jean Martin, Gérard Zimmermann, Claire Nadeau, René Dary

Un giornalista s'imbatte in una misteriosa organizzazione, I Compagni di Baal, che nei sotterranei di Parigi celebrano rituali esoterici, indossando macabri costumi: setta satanica e gruppo criminale, una Spectre caricaturale che ha diabolici progetti. Sull'onda del clamoroso, e meritato, successo di Belfagor viene grossolanamente riproposta la formula che intreccia giallo tradizionale e filone simil-gotico, però il risultato è decisamente ridicolo. Imperdibili le malefiche risate del supercattivo. Ma ci furono milioni di spettatori incollati al teleschermo.

Delitto a villa Roung
(I, TV 1968)
di Flaminio Bollini. Con Raffaele Pisu, Franco Parenti, Gisella Sofio, Anna Maria Bottini, Umberto D'Orsi

Una ricca villa, a Londra: il ritrovamento di un cadavere scatena il panico e la polizia interviene subito: ma l'ispettore ed il suo aiutante più che indagare sembra che tirino a indovinare. Tra mille equivoci e presunti colpi di scena si dipana una storia volutamente fuori dagli schemi. O meglio, l'autore del testo teatrale, Achille Campanile, ha voluto farsi gioco di tutti gli stilemi del giallo classico, culminando nella tradizionale seduta finale in cui il colpevole viene smascherato. Un'idea brillante che verrà poi ripresa superbamente in Invito a cena con delitto (1976) e in Signori, il delitto è servito (1985).

Colombo
(Columbo, USA, TV 1968 - 1978; 1989 - 2003)
ideato da R. Levinson, W. Link. Con Peter Falk

Uno degli investigatori più celebri della storia, soprattutto grazie alla grande interpretazione di Falk, ma anche per alcune trovate decisamente originali. Ribaltando il meccanismo classico (la scoperta dell'assassino è il clou), qui vediamo subito chi è il colpevole, anzi assistiamo all'accurata preparazione dell'omicidio, con tutti gli ingegnosi accorgimenti che dovrebbero garantire l'impunità al colpevole. Che è sempre persona colta, disinvolta, intelligente, che agisce con freddezza e sagacia. E Colombo pare mona, ma... Collaborarono registi come Cassavetes e Spielberg.

I racconti del Maresciallo

Nel '58 il modesto comm. Alzani, nel '65 le mediocri Avventure di Laura Storm, ma è nel 1968 che inizia davvero la stagione TV dei gialli italiani: I racconti del Maresciallo (da M. Soldati) con T. Ferro; Francesco Bertolazzi Investigatore, con U. Tognazzi (1970), Qui Squadra Mobile (da Felisatti-Pittorru, 1973 e 1976), Il commissario De Vincenzi, con P. Stoppa (da De Angelis, 1974), Sarti Antonio brigadiere, con Flavio Bonacci (da Macchiavelli, 1978), Quattro delitti (da Scerbanenco, 1979), I nuovi racconti del Maresciallo, con A. Foà (1984), La ragazza dell'addio (da Scerbanenco, 1984). E proprio nel 1984 ci sarà una svolta, con produzioni decisamente più impegnative: La piovra, di D. Damiani, con i suoi seguiti, fino a Montalbano, passando per Sarti ora ispettore, il mar. Rocca, il comm. Corso, il comm. Soneri e altri.

Nero Wolfe
(I, TV 1969 - 1971)
regia di Giuliana Berlinguer. Con Tino Buazzelli, Paolo Ferrari, Renzo Palmer, Pupo De Luca, Mario Righetti

Quando Rex Sout ammise di "avere la stoffa del narratore, ma non quella del grande romanziere", abbandonò la letteratura d'avanguardia e si dedicò al poliziesco. Col risultato sorprendente di riuscire a fondere le due grandi scuole, quella inglese e quella americana: Wolfe e Goodwin sono rappresentativi dei due mondi e riescono a incontrarsi efficacemente. Esistono svariati adattamenti cinematografici e televisivi (qui), ma quello più convincente è stato realizzato dalla RAI: Buazzelli è semplicemente strepitoso, e gli fa da spalla un brillante Ferrari (già conduttore di una deliziosa trasmissione di una decina di anni prima, Giallo Club).

Paul Temple
(Id., UK, TV 1969 - 1971)
di Francis Durbridge. Con Francis Matthews, Ros Drinkwater, June Ellis, George Sewell

Paul Temple di mestiere fa lo scrittore ma, essendo già ricco di suo, lavora solo tre mesi all'anno, giusto quanto basta per scrivere il solito best-seller. Il resto del tempo lo passa viaggiando con la moglie, ma ogni soggiorno è reso più vivace da qualche delitto che lui, of course, risolverà brillantemente. Durbridge forse si è stancato di Londra e dintorni e allora ha avuto questa grande idea: peregrina assai, a dire il vero, e infatti le vicende sono artificiose, stucchevoli e di una banalità sconcertante. In Inghlterra ebbero grande successo...

Giocando a golf una mattina
(I, TV 1969)
di D.
D'Anza. Con Luigi Vannucchi, Aroldo Tieri, Andrea Checchi, Giuliana Lojodice, Luisella Boni, Mario Carotenuto

La strana morte (idea rubata da La fiamma e la morte di J.D. Carr) di un ex campione di golf è un duro colpo per suo fratello, ispettore di Scotland Yard, che è convinto trattarsi di un omicidio. Il suo principale sospettato, tuttavia, viene ucciso a sua volta, e le indagini faticano ad andare avanti. Un'amica delle due vittime nasconde molte cose, e altri sembrano in qualche modo coinvolti, e naturalmente non sarà facile arrivare alla soluzione. Dopo i primi gialli tratti da Durbridge anche questo, coi soliti bravi attori, riscuote un buon successo.

Arsenico e vecchi merletti
(I, TV 1969)
di Davide Montemurri. Con Nando Gazzolo, Elsa Merlini, Lina Volonghi, Daniela Nobili, Enrico Ostermann

Due innocue anziane signore, molto per bene e premurose, che con garbo d'altri tempi offrono ai propri ospiti un dolce vinello di sambuco, corretto all'arsenico (prendete nota: "Per due fiaschi di vino ci vuole un cucchiaino di arsenico. Si aggiunge mezzo cucchiaino di stricnina e poi appena un pizzico di curaro."). Il loro fratellone demente provvede poi a occultare opportunamente i cadaveri. Il nipote ignaro scopre questo simpatico passatempo ed è leggermente sorpreso. Equivoci e brividi deliziosi per un piccolo capolavoro, già ottimo film di Capra nel 1942 e RAI nel 1955.

Rebecca
(I, TV 1969)
di Eros Macchi. Con Amedeo Nazzari, Ileana Ghione, Elena Zareschi

Lei sposa un vedovo molto ricco, ma l'inizio della convivenza è turbato dal fatto che si sente continuamente messa a confronto con la prima moglie, Rebecca. La governante in questo è particolarmente perfida e abile, e la novella sposa vive in un clima di angoscia e incertezza. Tutto si fa ancora più drammatico quando emerge con forza il sospetto che Rebecca sia stata uccisa dal marito: i due coniugi riusciranno a restare uniti, anche di fronte alla tragedia incombente? Suspense continua, anche in situazioni di normalità: ma Hitch... Da D. du Maurier.

Un certo Harry Brent
(I, TV 1970)
di L.
Cortese. Con Alberto Lupo, Ferruccio De Ceresa, Anna Maria Ackermann, Carlo Hintermann, Enzo Garinei

Harry Brent assiste casualmente all'omicidio del datore di lavoro della sua fidanzata: chi ha sparato è una donna che Harry aveva già visto ma di cui dice di non sapere nulla. L'assassina viene arrestata ma si rifiuta di rispondere; il mistero s'infittisce quando si scopre che la donna aveva portato dei fiori sulla tomba dei genitori di Brent; e di ciò non potrà dare spiegazione perché muore in carcere, avvelenata. Verrà fuori un intrigo spionistico. Senz'altro meno avvincente dei precedenti lavori tratti dal prolisso Durbridge.

F.B.I. - Francesco Bertolazzi Investigatore
(I, TV 1970)
di Ugo
Tognazzi. Con Ugo Tognazzi, Enzo Cannavale, Umberto Spadaro, Marco Ferreri, Margot Trooger, C. Butenuth

Uno scalcinato (ma non troppo) investigatore privato alle prese con mediocri (ma non troppo) crimini in una Roma adagiata sul maleodorante benessere del boom economico: neoricchi, faccendieri, burocrati, gangster fasulli. Su sceneggiature firmate Age & Scarpelli, Tognazzi dirige un Tognazzi sommesso ma superlativo nel mescolare bonomia, sonnolenza, acutezza, e nel trasformarsi in una girandola di improbabili travestimenti. Una gradevole serie in 6 episodi molto migliori di tante fiction a cavallo dei due secoli.

I racconti di Padre Brown
(I, TV 1970 - 1971)
di Vittorio Cottafavi. Con Renato Rascel, Arnoldo Foà, Paolo Bonacelli, Filippo De Gara, Dino Peretti

Don Matteo, per i telespettatori odierni, frate Guglielmo da Baskerville, per il pubblico istruito e che ha subito colto il riferimento a S.H.: due religiosi al centro di vicende delittuose che devono molto a un sacerdote nato letterariamente nel 1910 dalla penna di G. K. Chesterton. Un prete inglese, ma cattolico, che risolve casi di omicidio: mica male come invenzione. E che riesce a convertire un temibile avversario, Flambeau, che lo aiuterà. Rascel non può competere con un precedente interprete, il grande Alec Guinness, ma va bene lo stesso.

Una pistola in vendita
(I, TV 1970)
di Vittorio Cottafavi. Con Corrado Pani, Ilaria Occhini, Mario Colli, Sandro Tuminelli, Mario Piave

Raven, un sicario, viene assoldato per uccidere un tale e rubargli dei documenti, ma il mandante, una spia, lo paga con banconote segnate, per metterlo nei guai. Raven giura di vendicarsi, riesce a sfuggire alla polizia e nella fuga incontra una donna che lo aiuta. Lei, però, è legata ad un agente del controspionaggio, e alla fine cerca di convincere l'uomo a costituirsi. Tratto da un romanzo di Graham Greene, si tratta di un lavoro ben impostato, che tuttavia, come altri sceneggiati dell'epoca, risentiva di una scarsità di mezzi produttivi.

Coralba
(I, TV 1970)
di Daniele D'Anza. Con Rossano Brazzi, Mita Medici, Glauco Mauri, Valérie Lagrange, Wolfgang Stumpf

Il medico veneziano Marco Danon, reduce da un serio incidente professionale, insieme a due soci fonda ad Amburgo un'industria farmaceutica il cui prodotto più noto porta il nome di "Coralba". L'uomo vive tranquillo con moglie e figlia, quando improvvisamente viene fatto oggetto di un ricatto per un episodio del passato: una vicenda che coinvolge tutta la sua famiglia e che si sviluppa drammaticamente. Dignitoso prodotto che tuttavia è piuttosto debole dal punto di vista della suspense.

Come un uragano
(I, TV 1971)
di S.
Blasi. Con Alberto Lupo, Delia Boccardo, Nora Ricci, A. Asti, C. Pani, R. Montagnani, S. Rossi, R. De Carmine

Un ispettore di Scotland Yard va nel Suffolk per indagare su un grosso giro illegale di scommesse sui cavalli e si ritrova un morto ammazzato nei pressi dell'ippodromo. Poi il cadavere scompare, subentrano stranissimi fatti, si scoprono tresche, si tessono intrighi, ci sono fanciulle in pericolo. La miniera d'oro che la RAI ha saccheggiato con profitto per anni (i tortuosi e spesso prolissi romanzi di Durbridge) si va esaurendo, e solo la consueta presenza di attori di grande professionalità continua a tenere vivo l'interesse del pubblico.

All'ultimo minuto
(I,
TV 1971 - 1973)
di Ruggero
Deodato. Con Franco Volpi, Eros Pagni, Enzo Tarascio, Martine Brochard, Adriana Asti, Anna Miserocchi

Una persona, o un gruppo, al centro di una situazione molto pericolosa, anzi, disperata, senza soluzione, che, invece si risolverà all'ultimo minuto, appunto. Un aereo di linea, un ascensore, un ospedale, il mare, un cantiere, ecc.. Tredici episodi assolutamente spiazzanti per la RAI dell'epoca, che il pubblico, abituato a vicende più tranquille, accolse prima con perplessità e poi con grande favore. Una certa povertà di mezzi non poteva competere con le spettacolari produzioni straniere, ma il ritmo serrato fece della serie un ottimo prodotto.

Giallo di sera
(I, TV 1971)
di Guglielmo Morandi. Con Carlo Giuffrè, Franco Scandurra, Warner Bentivegna, Ernesto Calindri, Paolo Carlini

Ginevra: un commissario di polizia usa un metodo assai poco convenzionale per interrogare testimoni e sospetti: li filma con una microcamera nascosta nel blocco per appunti e poi, insieme ai propri collaboratori, analizza le immagini al fine di ricostruire i fatti ed arrivare alla soluzione. Ottima idea, che anticipa le tecnologie "americane" e stupisce il pubblico. Purtroppo dei 6 episodi solo alcuni si rivelano efficaci dal punto di vista poliziesco, ma complessivamente il tentativo di innovazione è più che dignitoso.

Un uomo senza volto
(I, TV 1971)
di Leonardo Cortese. Con Alberto Lupo, Ilaria Occhini, Olga Villi, Milla Sannoner, Stefania Corsini, Anna Caravaggi

Viene assassinato un uomo molto noto per le sue attività imprenditoriali e filantropiche, e alcune donne che hanno avuto con lui rapporti di vario genere si ritrovano a commemorarlo. Ma non sarà la consueta rassegna di elogi verso il caro estinto, perchè lentamente verranno alla luce aspetti oscuri e imprevisti, e anche il colpevole. In una stagione RAI ricca di gialli, un racconto molto tradizionale, appesantito da un ritmo quasi soporifero e da una recitazione troppo segnata dall'impostazione teatrale dei pur bravi interpreti.

Arsenio Lupin 
(Arsène Lupin, F-D-B-I, TV 1971 - 1974)
Con Georges Descrières, Yvon Bouchard, Roger Carel, Henri Virlojeux, Jacques Monod, Marthe Keller

Gentleman-Cambrioleur, Ladro Gentiluomo. Per antonomasia. Impeccabile aristocratico in frack, clochard dai panni sdruciti e puzzolenti, rubicondo curato di campagna, stizzoso ed esile vecchio: Lupin maestro del travestimento che anticipa i mille volti di quel Fantômas che - almeno nei libri - non vediamo mai nel suo vero aspetto. Riprendendo molto liberamente il personaggio creato da Maurice Leblanc: la serie è piacevole ed ebbe un enorme successo in tutta Europa. Un'altra nel 1980, e poi nel 1989.

Le nuove avventure di Vidocq
(Les nouvelles aventures de Vidocq, F, TV 1971)
di Georges Neveux e M. Bluwal. Con Claude Brasseur, Marc Dudicourt, Danièle Lebrun, Jacques Sellier

Vidocq era davvero un ex detenuto diventato, in bizzarre circostanze, capo della polizia di Parigi nella prima metà dell'800 e su questo personaggio, leggendario in Francia, vi furono numerosi adattamenti televisivi e cinematografici: questa serie, andata in onda agli inizi degli anni '70 e che segue quella interpretata da Bernard Noël nel 1967, riprende solo vagamente la storia originale e si diverte a ricamare con ironia, alternando piacevolmente poliziesco e commedia. Poi, nel 2001, Dépardieu in un bel film assai più cupo.

Il segno del comando
(I, TV 1971)
di Daniele D'Anza. Con Ugo Pagliai, Carla Gravina, Rossella Falk, Carlo Hinterman, Massimo Girotti, Franco Volpi

Forster, uno studioso inglese, scopre un inedito di Byron e si reca a Roma per parlarne ad una conferenza. Viene contattato da un pittore che gli vuole rivelare particolari importanti sul poeta. Forster comincia così un lungo, e talvolta onirico, viaggio nei misteri di una Roma spettrale, sconosciuta, minacciosa. Lo accompagna una ragazza che ha molto da nascondere. L'impianto giallo s'intreccia con elementi esoterici che prenderanno il sopravvento. Malgrado la recitazione teatrale, il meccanismo funziona, e il successo di pubblico fu clamoroso. Rifatto, male, nel 1992.

Le strade di San Francisco
(The Streets of San Francisco, USA, TV 1972 - 1977)
di James Schmerer. Con Karl Malden, Michael Douglas, Richard Hatch, Darleen Carr

Il noto cliché: coppia di detective formata dal vecchio poliziotto, esperto e comprensivo, e dal giovane impulsivo ma di buone speranze. Lo scenario è quello californiano, aspro ma non particolarmente violento: non mancano, ovviamente, sparatorie ed inseguimenti, tuttavia l'insieme è piuttosto moderato, dato che la serie si rivolgeva principalmente ad un pubblico medio, incline ad aspettarsi l'inevitabile lieto fine. Un prodotto dignitoso, pur senza guizzi di originalità e con un realismo abbastanza temperato.

Le evasioni celebri
(Les évasions célèbres, F - I - H - A, TV 1972)
di J.-P. Decourt et al.. Con Georges Descrières, Gérard Hernandez, Jacques Castelot, Ugo Pagliai, Gianni Garko

Nomi più o meno noti di personaggi storici, più o meno importanti, che, per svariate ragioni, sono stati imprigionati e sono riusciti a tagliare la corda: Giacomo Casanova, Benvenuto Cellini, il duca di Beaufort, il principe Rakoczi, e via evadendo. Nel periodo dei fim "a episodi" una serie che affronta dignitosamente - e romanzando assai, si capisce - varie fughe dal carcere: spesso drammatiche, talvolta grottesche, quasi sempre difficili se non impossibili. Tutto sommato il risultato è abbastanza gradevole.

La pietra di luna
(I, TV 1972)
di A. G. Majano. Con Mario Feliciani, Andrea Checchi, Valeria Ciangottini, Aldo Reggiani, Bruno Alessandro

Un colonnello già di stanza in India lascia in eredità alla nipote un prezioso diamante, sottratto a un tempio. Una pietra che fa gola a molti e inevitabilmente provocherà inganni e delitti. Sullo sfondo le strane figure di tre misteriosi bramini. Da uno dei primi e più celebri polizieschi, Fruttero e Lucentini scrivono uno sceneggiato tra i migliori della grande stagione RAI: personaggi ben disegnati, ambienti curati, atmosfere inquietanti: pare che i due avessero pensato di riproporre l'innovativa struttura del libro di Collins, ma in tv era troppo complicato.

Il giudice e il suo boia
(I, TV 1972)
di Daniele
D'Anza. Con Paolo Stoppa, Ugo Pagliai, Glauco Mauri, Franco Volpi, Gabriella Farinon

Il commissario bernese Hans Barlach è piuttosto malato, ormai prossimo alla pensione, e col suo vice si trova a indagare sull'omicidio di un collega. Si confronterà con un vecchio amico/nemico, sospettato, e da questo incontro uscirà la soluzione anche di un altro delitto, con un esito sconcertante. Dal bellissimo romanzo di Dürrenmatt, uno sceneggiato di qualità, giocato sui dialoghi sommessi e aspri, con un Paolo Stoppa perfetto nel rappresentare il dramma dell'ambiguità della legge rispetto alla giustizia.

Il sospetto
(I, TV 1972)
di Daniele
D'Anza. Con Paolo Stoppa, Adolfo Celi, Ferruccio De Ceresa, Mario Carotenuto, Mila Vannucci

Il commissario Barlach è gravemente malato e per curarsi si reca nella clinica del dottor Emmenberger. Il motivo è anche che il poliziotto sospetta il chirurgo di essere un criminale nazista a suo tempo sfuggito alla giustizia. Ma, come spesso accade, la verità è al tempo stesso più semplice e più complessa. E Barlach, pur vicino alla fine dei suoi giorni, ritroverà in qualche modo una sua serenità. Il solito bravo Stoppa trova in Celi un partner eccellente per condurre un gioco amaro e sottile. Dal romanzo di Dürrenmatt.

Scrivimi un omicidio
(I, TV 1972)
di Leonardo Cortese. Con Giusi Raspani Dandolo, Angelica Ippolito, Mario Erpichini, Renzo Giovampietro

Due fratelli che hanno appena ereditato vengono contattati da un uomo d'affari la cui moglie vorrebbe sfondare nell'editoria con un giallo. Anche uno dei fratelli è un aspirante scrittore, e quindi si mettono al lavoro per inventare una trama basata sul delitto perfetto. Che puntualmente viene messo in atto... Da un'opera teatrale di F. Knott, un discreto adattamento televisivo in tre puntate, che però risente di alcuni interpreti non impeccabili e di una certa debolezza della sceneggiatura. Strana l'assenza di una qualche colonna sonora.

Sul filo della memoria
(I, TV 1972)
di Leandro Castellani. Con Renzo Palmer, Nino Castelnuovo, Riccardo Garrone, Adolfo Lastretti, Maria Grazia Marescalchi

Un industriale viene sequestrato da una banda e viene rilasciato dopo il pagamento del riscatto. Una volta liberato, il rapito si mette alla ricerca dei sequestratori, cercando nei propri tumultuosi ricordi i dettagli che possano permettere di individuare il luogo in cui è stato rinchiuso e addirittura l'identità dei malviventi. Interessante tentativo di raccontare un fenomeno frequente fra gli anni '60 e '70 dal particolarissimo punto di vista della vittima, in cui fatica ad emergere la realtà che si confonde con la memoria.

Lungo il fiume e sull'acqua
(I, TV 1973)
di A.
Negrin. Con Sergio Fantoni, Giampiero Albertini, Nicoletta Machiavelli, Renato De Carmine, Franco Graziosi

Il cadavere di un uomo viene trovato su un battello in riva al Tamigi: in seguito si scoprirà che egli era un ricercatore a conoscenza di importanti segreti industriali. Nel frattempo un tenace ispettore (interpretato dal primo doppiatore del tenente Colombo) si trova alle prese con amici del morto, testimoni dell'omicidio, e altre persone variamente coinvolte, anche in quanto cadaveri. Lo aiuta uno stimato docente universitario. Da Durbridge una storia molto complicata, che si risolverà con un notevole colpo di scena.

Qui Squadra Mobile
(I, TV 1973 - 1976)
di A. G.
Majano. Con Giancarlo Sbragia, Orazio Orlando, Luigi Vannucchi, E. Zamuto, C. Alighiero, G. Mauri

Dai bei libri di Felisatti e Pittorru (anche sceneggiatori) una serie in due stagioni: le vicende narrate erano ambientate a Roma ed erano ispirate ad episodi di cronaca nera e giudiziaria (rapine, delitti, estorsioni) realmente accaduti nei primi violenti anni settanta. Un buon tentativo di non replicare i deplorevoli "poliziotteschi" dell'epoca e di rappresentare con discreto realismo la realtà urbana, i meccanismi della polizia giudiziaria (però senza graffiare come Petri). A capo della squadra si avvicendano Sbragia e Vannucchi.

Sulle strade della California
(Police Story, USA, TV 1973 - 1978)
di Joseph Wambaugh. Con Scott Brady, Joe Santos, Dane Clark, Howard Duff, Don Meredith

In qualche modo anticipando Hill Street, la fortunata serie si centra sul lavoro collettivo di una squadra di poliziotti che opera in svariati ambienti, alle prese con crimini "normali": non ci sono fantasiosi serial killer o tremendi complotti, bensì situazioni, anche dure, legate alla realtà quotidiana. E, stranamente rispetto alle scelte produttive standard, non vi sono ruoli privilegiati da protagonista, anche se nei vari episodi compaiono moltissime guest star. Il realismo delle vicende dipende anche dal passato di agente dell'autore.

Il signore e la signora Barbablù
(I, TV 1973)
di Guglielmo
Morandi. Con Aroldo Tieri, Giuliana Lojodice, Mariella Furgiuele, Wilma D'Eusebio

Due sposi non giovanissimi si stabiliscono nella campagna inglese. Lentamente scoprono di essere entrambi al settimo matrimonio e di aver agevolato la dipartita dei precedenti coniugi. Naturalmente tutti e due intendono ripetere il gioco anche in queste nozze. Chi ci riuscirà? Da una pièce teatrale molto british (forse Huston la conosceva?...) una commedia nera piacevolissima, con una eccellente coppia di protagonisti e bravi comprimari. Sì, quando la RAI attingeva con acume ai polizieschi e offriva dignitosi prodotti televisivi.

La porta sul buio
(I, TV 1973)
di Dario Argento et al.. Con A. Reggiani, E. Cerusico, L. Belli, R. Hoffmann, U. Raho, M. Tolo, G. Onorato, M. Venier

Il clamoroso successo dei primi lavori di Dario Argento spinge la RAI a commissionargli una serie di quattro telefilm gialli (due diretti da lui e due da suoi collaudati collaboratori). Storie decisamente meno cruente dei film di Argento, perché si riteneva che il pubblico televisivo (solo due canali RAI) non fosse ancora preparato. Tuttavia le atmosfere notturne, le situazioni claustrofobiche, la suspense, i colpi di scena, garantirono comunque un buon livello narrativo, coerente con le tecniche e le idee del grande regista. Musiche di Giorgio Gaslini.

Delitto di regime. Il caso don Minzoni
(I,
TV 1973)
di Leandro
Castellani. Con Raoul Grassilli, Giulio Brogi, Antonio Salines, Ivano Staccioli, Giacomo Piperno

Don Minzoni è un prete particolarmente attivo nella difesa dei più deboli e quindi non può che trovarsi in conflitto con la violenza antioperaia che imperversa nel ferrarese: viene minacciato dai fascisti e nell'estate del 1923 picchiato a morte. Le indagini portano subito a individuare i colpevoli ma Italo Balbo, al vertice della polizia, e già capo degli squadristi emiliani, fa in modo che al processo tutti vengano assolti. Ottima ricostruzione (soggetto di Felisatti & Pittorru) di uno dei più gravi delitti di stato dell'epoca (Matteotti, Gobetti, fratelli Rosselli e tanti altri).

Il commissario De Vincenzi
(I, TV 1974 - 1977)
di Mario
Ferrero. Con Paolo Stoppa, Vitorio Sanipoli, Ilaria Occhini, Warner Bentivegna, Ferruccio De Ceresa

Durante il fascismo, un commissario si muove a fatica tra le ortodossie burocratiche e i trionfi patriottici, ma è abbastanza scaltro (a vederlo, però, non si direbbe) per evitare le trappole che continuamente vengono preparate da qualche funzionario ambizioso o da profittatori di vario tipo. In due serie RAI il bravissimo Paolo Stoppa interpreta quuello che è stato definito il "Maigret italiano": fra i due c'è un abisso (fisico, ambientale, familiare), ma li accomunano una pazienza fatta di tenacia, un riservato senso dell'umorismo e buona memoria. Da De Angelis.

Ho incontrato un'ombra
(I, TV 1974)
di Daniele D'Anza. Con Giancarlo Zanetti, Beba Loncar, Laura Belli, Renato De Carmine, Corrado Gaipa

Philippe vive in Svizzera e si accorge che in casa sua era entrato qualcuno, presumibilmente una donna; poi trova addirittura un cadavere e pensa che sia colpa di quella donna. Casualmente incontra una persona che potrebbe essere lei, braccata da criminaii. Al centro della vicenda c'è in realtà un gruppo di estrema destra. Una trama forse troppo tortuosa, che si sviluppa lentamente, ma con una discreta suspense, e col merito di aver portato in tv un tema scottante come il neonazismo. Grande successo di pubblico.

L'ispettore Derrick
(Derrick, D, TV 1974 - 1998)
di Herbert Reinecker. Con Horst Tappert, Fritz Wepper, Ellen Schwiers, Willy, Schäfer

Ancor più del suo collega Köster, l'ispettore Derrick è un'istituzione in Germania, avendo anche battuto tutti i record in termini di durata (281 episodi). L'ambientazione a Monaco è piuttosto accurata, anche se vengono solo sfiorati certi problemi sociali della grande città. Le trame sono piuttosto convenzionali, talvolta addirittura banali, ma un ispettore finalmente non americano era comunque una notevole novità ed il bravo protagonista, insieme al fedele assistente, è riuscito a creare quell'empatia spesso più importante della storia stessa.

Ellery Queen
(Id., USA, TV 1975 - 1976)
ideato da R. Levinson & W. Link. Con Jim Hutton, David Wayne, John Hillerman, Ken Swafford

Ellery Queen fa lo scrittore di romanzi gialli e iI suo interesse per il crimine Io porta spesso a collaborare con suo padre, ispettore di polizia. Ellery è alto, atletico, e non si direbbe un intellettuale, un bibliofilo: oltre a tutto (almeno nei libri, alla tv...) porta degli anacronistici occhiali a pince-nez che continuamente aggiusta, toglie, pulisce, rimette. Forse è per questo insolito mix che viene considerato fascinoso dalle donne, e probabilmente è lui stesso che ha studiato questa immagine insolita e accattivante, anche se non lo ammetterebbe mai.

Starsky e Hutch
(Starsky & Hutch, USA, TV 1975 - 1979)
ideato da William
Binn. Con Paul Michael Glaser, David Soul, Bernie Hamilton, Antonio Fargas

Un po' come Tom e Jerry, Fruttero e Lucentini, Stanlio e Ollio: ma nominiamoli, insomma, i sergenti Dave Starsky e Ken 'Hutch' Hutchinson. Ironici, determinati, fascinosi, generosi, casinisti: cosa volete di più? Lontani anni luce dalle serie "dure" - Hill Street, NYPD, ... - i due scatenati poliziotti si muovono allegramente (e noi con loro) in una colorata California anni '70, che non manca, però, anche di situazioni aspre. E Eastwood si sarà forse ricordato della loro strepitosa Gran Torino rossa. In Italia alla RAI dal 1979, e varie repliche. Penoso il film del 2004.

Ritratto di donna velata
(I, TV 1975)
di Flaminio Bollini. Con Nino Castelnuovo, Daria Nicolodi, Massimo Serato, Corrado Gaipa, Manlio DeAngelis

Un giovane collaudatore di automobili incontra una misteriosa ragazza che assomiglia in modo impressionante alla donna ritratta in un quadro del '700. Quando si recano a Volterra la ragazza ha strane visioni, e la situazione si fa sempre più inquietante: misteriose apparizioni, morti inspiegabili, personaggi bizzarri, e una necropoli etrusca in cui forse è nascosto un antico tesoro. La complicata trama va oltre il giallo, virando sui temi gotico-fantastici che ebbero grande successo in altre produzioni come Il segno del comando (1971).

A casa, una sera...
(I, TV 1976)
di M. Landi. Con Nino Castelnuovo, Grazia Maria Spina, Tonino Bertorelli, Enrica Bonaccorti, Lia Tanzi

Eh sì, qualche volta gli amanti possono essere diabolici, anche se non altrettanto di quelli disegnati stupendamente da Clouzot (1954). Ma ce la mettono tutta e fanno fuori la moglie ingombrante. Senonché un vecchio amante (...) della defunta si fà vivo asserendo di essere in compagnia della donna che i due avrebbero ucciso. Ops. La RAI ricorre ancora una volta all'usato sicuro (Durbridge), trasformando Castelnuovo, già ingenuo e buonissimo, in un cattivo coi fiocchi. Operazione riuscita solo in parte.

Dov'è Anna?
(I, TV 1976)
di Piero Schivazappa. Con Mariano Rigillo, Scilla Gabel, Pier Paolo Capponi, Ivano Staccioli, Gianni Musy

Marito e moglie che conducono una vita tranquilla, apparentemente nella normalità, finché, all'improvviso, e senza alcuna ragione evidente, lei svanisce nel nulla. Fuggita con qualcuno? Rapita? Uccisa? Lui non si dà pace e la cerca in ogni modo, con l'aiuto di un'amica e di un commissario di polizia. E verranno alla luce fatti sorprendenti sulla personalità della scomparsa. Una vicenda davvero poco originale, che tuttavia suscitò nel pubblico un'ondata di simpatia, e le sette puntate ebbero addirittura oltre 24 milioni di spettatori.

Dimenticare Lisa
(I, TV 1976)
di Salvatore Nocita. Con Ugo Pagliai, Marilù Tolo, Emilio Cigoli, Lucio Flauto, Paola Gassman, Carlo Enrici

Un antiquario inglese in visita a Napoli incontra casualmente una giovane donna e se ne invaghisce. Lei gli confida di essere vedova di un uomo morto in mare e di essere in contatto con un avvocato per sbrigare la successione. Quando la donna scompare, e l'avvocato nega di conoscerla, il mistero diventa davvero inquietante. E poi un'amica della donna viene trovata uccisa. Un tentativo, non molto riuscito, di replicare il successo di Dov'è Anna, ma, appunto, le vicende sono troppo simili. Pagliai, nuntereggae più.

Albert e l'uomo nero
(I, TV 1976)
di Dino Partesano. Con Claudio Cinquepalmi, Nando Gazzolo, Franco Graziosi, Susanna Martinkova, Carlo Simoni

Il piccolo Albert, orfano di madre, vive in una grande villa insieme al babbo e alla matrigna. Costei viene uccisa ed è proprio il ragazzino a scoprirne il cadavere. Albert cerca in vario modo di scoprire cos'è accaduto ma una minaccia incombe su di lui: un misterioso uomo vestito di nero che si aggira intorno alla casa. Felisatti e Pittorru forniscono l'ossatura di una storia che s'inserisce dignitosamente nella stagione dei gialli RAI, più o meno contaminati da elementi blandamente orrorifici, che appassionarono il pubblico.

La traccia verde
(I, TV 1976)
di Silvio Maestranzi. Con Sergio Fantoni, Paola Pitagora, Lilla Brignone, Marco Bonetti

Uno scienziato utilizza una macchina della verità di sua invenzione per interrogare un presunto assassino, che poi si suicida. Il turbamento cresce quando viene brutalmente uccisa la vicina di casa dello scienziato, che ha un'intuizione: forse la pianta donatagli dalla signora ha in qualche modo "sentito" cosa è accaduto e può quindi fare luce? Il riferimento è ad alcuni esperimenti realmente effettuati sulle presunte capacità sensoriali delle piante, ma l'intreccio tra giallo e fantascienza è farraginoso e non convince.

La mossa del cavallo
(I, TV 1977)
di Giacomo Colli. Con Giancarlo Sbragia, Andreina Pagnani, Corrado Gaipa, Lino Trosi, Luigi Pistill, Miranda Martino

"Sulla scacchiera, il Cavallo non avanza dritto, ma obliquo, la cosa più difficile, nella realtà, è procedere come fa il cavallo". Sei episodi non collegati che raccontano una sorta di sfida fra due personaggi: chi sarà più lucido? Un incontro amoroso in un hotel; un giovanotto e una signora; un malato e un'infermiera; un commissario e una donna reticente; un uomo, una donna, e i gioielli; due amanti che si ricattano. Bravi attori sostengono questo gioco, piuttosto insolito rispetto ai gialli tradizionali.

Il commissario Köster
(Der Alte, D, TV 1977 - )
di Karl Heinz Willschrei. Con Siegfried Lowitz, Maria Sandutz, Michael Ande, Jan Hendriks, Henning Schultes

Chi dirige la 2a Squadra Omicidi di Monaco sa il fatto suo: organizza bene, osserva, ascolta, ragiona lucidamente, agisce con calma. L'anziano commissario è forse più credibile del suo collega Derrick ma anche qui l'ambientazione, seppur plausibile e curata, sorvola troppo sulle contraddizioni metropolitane. Ma in Germania il successo fu clamoroso e la serie, trasmessa in Italia per solo due stagioni, è ancora in produzione (con l'avvicendamento dei protagonisti) e si avvia nientemeno che ai 500 episodi.

Traffico d'armi nel Golfo
(I, TV 1977)
di Leonardo Cortese. Con Giancarlo Zanetti, Renato De Carmine, Lorenza Guerrieri, Marcello Mandò

Frazer, un archeologo inglese, è a Pompei per lavoro e viene contattato da un vecchio amico, intenzionato a saldargli un prestito. Ma l'amico non si fa vivo e Frazer, preoccupato, si mette a cercarlo, insieme alla fidanzata dello scomparso. Ne trovano solo l'auto, che qualcuno vorrebbe assolutamente acquistare. L'incontro con un'altra coppia si rivela foriero di strane novità. Maldestro tentativo (da un noioso libro del solito Durbridge) di portare a casa nostra vicende con un respiro internazionale.

Il caso Philby
(I, TV 1977)
di Gian Pietro Calasso. Con Luigi PIstilli, Massimo Serato, Ferruccio De Ceresa, Gianni Garko, Claudine Augier

Harold "Kim" Philby dal 1936 al 1963 lavorò nei servizi segreti britannici, ma in realtà era un agente dell'NKVD sovietico. Ricoprì incarichi molto importanti, arrivando quasi al vertice dell'MI5, e solo nel 1963, ormai scoperto, fuggì in URSS. Il suo doppio gioco nasce dal suo essere diventato comunista già dai tempi dell'università. Insieme a Richard Sorge è sicuramente la spia più abile e importante del XX secolo. Il film RAI ricostruisce abbastanza fedelmente la sua storia e gli interpreti sono convincenti.

Il nero muove
(I, TV 1977)
di Gianni Serra. Con Gianni Garko, Dominique Darel, Ettore Manni, Giovanna Mainardi, Clelia Matania

Reggio Calabria, 1970: fascisti e gruppi variamente collocati alimentano una rivolta di piazza per la mancata assegnazione alla città del ruolo di capoluogo regionale. La trama è più vasta e ha obiettivi che vanno al di là della rivendicazione campanilistica; vi resta invischiata una ragazza che ha visto uccidere un magistrato che indagava, appunto, sull'eversione di estrema destra. Uno dei pochi lavori che hanno affrontato, seppur in chiave spettacolare e da un'angolazione parziale, le trame nere.

Delitto sulle punte
(I, TV 1977)
di Pino
Passalacqua. Con Renzo Palmer, Vittorio Mezzogiorno, Renato Mori, Marilù Prati

Una compagnia di ballo, affiatata quanto basta per tenere sotto controllo invidie, rancori e altre piacevolezze. Il precario equilibrio salta allorché viene commesso un misterioso omicidio. Naturalmente il flemmatico ispettore capisce subito che tutti, per una ragione o per l'altra, mentono. Ma, e non senza fatica, ne verrà a capo. Buon adattamento di una classica pièce inglese (1937), con argute punte di umorismo, che ebbe un grande successo. Palmer e Mezzogiorno misurati ed efficaci.

 

Puzzle
(I, TV 1978)
di Guido Stagnaro. Con Pino Colizzi, Erika Blanc, Francesca Benedetti, Alessandro Sperli

Il classico modo per disfarsi di una moglie insopportabile: inscenare il suo suicidio. Il piano è pronto, lui fa in modo di tornare a casa e "scoprire" il corpo della donna, che però non c'è. Una telefonata anonima informa la polizia dell'omicidio ed il giorno dopo l'uomo riceve una foto raffigurante il cadavere della moglie nella loro casa. Panico, e una voce al telefono gli dà istruzioni per... Un meccanismo collaudato, con una variante che non è del tutto imprevedibile.

 

Sarti Antonio brigadiere
(I, TV 1978)
di Pino
Passalacqua; Maurizio Rotundi. Con Flavio Bonacci (1 s.), Gianni Cavina (2 s.), C. Censi, M. Dapporto

Sarti Antonio, come vuole l'italiano dell'imbecillità burocratica, della Questura di Bologna, indaga su crimini più o meno "normali" nella sua quieta (?) città e dintorni. Spesso l'aiuta un amico un po' stravagante, Rosas, che a volte riesce a cogliere sfumature che sfuggono a uno del mestiere. Dopo questa prima serie, due negli anni '90, con cambio di autori e interpreti: non male, anche se i libri di Macchiavelli sono più accurati e graffianti nel ritrarre ambiguità e contraddizioni di una società apparentemente ordinata.

I problemi di don Isidro Parodi
(I, TV 1978)
di Andrea Frezza. Con Fernando Rey, T. Aumont, F. Bucci, P. Carlini, F. Parenti, A. Haber, M. Berti, C. Gora

Jorge Luis Borges e Adolfo Bioy Casares nel 1942 danno vita ad uno scrittore fantasma, Honorio Bustos Domecq, creatore di un investigatore particolarissimo: don Isidro Parodi è infatti un detenuto che dalla sua cella risolve misteri inestricabili. Nel 1980 gli Editori Riuniti pubblicarono le sue inchieste, che però erano state già portate sul piccolo schermo con un perfetto F. Rey, calmo e dolente nei panni di un barbiere ingiustamente condannato per omicidio e imperturbabile nell'esaminare e risolvere casi impossibili.

La gatta
(I, TV 1978)
di Leandrao Castellani. Con Catherine Spaak, Mario Valdemarin, Nino Castelnuovo, Orso Maria Guerrini, Sergio Fiorentini

1940, nella Francia occupata un ufficiale polacco, d'intesa con l'intelligence britannnica, recluta una giovane infermiera e con lei organizza un piccolo nucleo che raccoglie informazioni utili alla Resistenza, gruppo che poi si allargherà. Ma le cose si complicano drammaticamente e ci sono sorprese e tradimenti. E alla fine della guerra l'inevitabile e dolorosa resa dei conti. Discreta ricostruzione, forse un po melodrammatica; buoni attori e Spaak in un ruolo insolito, che sa svolgere con professionalità.

La gatta

La talpa
(Tinker, Tailor, Soldier, Spy, GB, TV 1979)
di John Irvin. Con Alec Guinness, Ian Richardson, Michael Jayston, Anthony Bate, George Sewel

Uno spettro si aggira per l'MI6: una talpa, ed il vecchio Smiley è incaricato di trovarla: il fatto che sia un funzionario ad alto livello rende l'inchiesta dolorosa e scottante. La chiave di tutto sarà in una vecchia storia. Il grande Guinness è perfetto per il personaggio creato da John le Carré: "Un uomo come Smiley, che era vissuto per anni tra i nemici del suo paese, impara una sola preghiera: Dio mio, fai che nessuno si accorga di me.” Spy story, certo, e una delle più belle mai raccontate, ma soprattutto un'indagine poliziesca. Ottimo remake nel 2011.

Accadde ad Ankara
(I, TV 1979)
di Mario Landi. Con Stefano Satta Flores, Walter Maestosi, Ruggero De Danios, M. Laszlo, R. Silva, L. Melani

Un cameriere albanese molto intraprendente: dopo vari impieghi nel 1942 trova lavoro all'ambasciata britannica di Ankara e inizia a fotografare documenti top secret, vendendoli ai tedeschi, che gli diedero il nome in codice Cicero e, ops, lo pagarono con banconote false. Il mancato introito lo portò, dopo la guerra, a fare vari mestieri, e svanì il suo sogno di diventare ricco. Una storia vera, già egregiamente portata al cinema nel 1951, e qui resa in modo più approssimativo, soprattutto rispetto ai complessi meccanismi dello spionaggio.

Priklyucheniya Sherloka Holmsa i doktora Vatsona
(URSS, TV 1979 - 1986)
di Igor Maslennikov. Con Vasily B. Livanov, Vitaly Solom, Rina Zelyonaya, Borislav Brondukov

Una serie famosissima nell'est europeo ma che, a quanto ci risulta, non ha mai avuto una versione straniera, tantomeno italiana. Chi l'ha potuta vedere in originale l'ha molto apprezzata, sia per la fedeltà alle opere di Doyle, sia per la caratterizzazione dei personaggi e dell'ambientazione. Gli esterni sono stati girati in Lettonia, e in particolare nella città di Riga. Livanov, celebre attore sovietico, ha ripercorso brillantemente quasi tutte le principali avventure del detective di Baker Street. Inedito in Italia.

Sherlock Holmes e il dottor Watson
(Sherlock Holmes and Doctor Watson, USA-PL, TV 1979 - 1980)
di Roy Ward Baker, Val Guest. Con Geoffrey Whitehead, Donald Pickering, Patrick Newell

Una ventina di avventure di SH, alcune tratte dalle opere originali ma per la maggior parte sceneggiate ad hoc (da scrittori inglesi di un certo calibro, tra cui, pare, anche Antony Burgess). Serie tv realizzata in Polonia e che ebbe parecchio successo (fu trasmessa anche in Italia) sia per la notevole bravura degli interpreti (Whitehead rimane uno dei migliori SH, e anche Watson e Lestrade sono resi in modo non troppo convenzionale) sia per l'ambientazione particolarmente curata. Musiche molto suggestive.

Fantômas
(F-D, TV 1979 - 1980)
di Claude Chabrol e Juan Luis Buñuel. Con Helmut Berger, Jacques Dufilho, Pierre Malet, Gayle Hunnicutt

Finalmente, dopo le porcheriole con i pur bravi Marais e de Funès, torna il vero Fantômas! E non a caso ad opera di due bravi registi, che si alterneranno a girare i 4 episodi di una serie televisiva creata da quel C. Barma già regista di Belfagor: L'échafuad magique, L'etriente du diable, Le mort qui tue, Le tramway fantôme. Gli effetti speciali e le scene di azione sono inevitabilmente datati, ma ciò che conta è l'aver saputo riprendere spirito e atmosfere dei romanzi di Allain e Souvestre. E nel 100° (2011) di Fantômas ecco che...

La dama dei veleni
(I,
TV 1979)
di Silverio
Blasi. Con Ugo Pagliai, Corrado Gaipa, Warner Bentivegna, Susanna Martinkova, Alessandro Sperlì

Un editore, a Parigi per lavoro, conosce una donna di cui s'innamora e si sposano. Un giorno, sfogliando un libro che egli stesso ha pubblicato, vede l'immagine di una donna, ghigliottinata nell'800 per omicidio, incredibilmente somigliante alla moglie; e, per di più, le due hanno lo stesso nome. Sconvolto, va dall'autore, un criminologo, per saperne di più. Sarà una coincidenza o che altro? Tratto da La corte delle streghe, di John D. Carr, lo sceneggiato non riesce a riprenderne l'abile commistione tra reale e fantastico e si rivela piuttosto noioso.

Morte a passo di valzer
(I,
TV 1979)
di Giovanni
Fago. Con Gianni Garko, Giampiero Bianchi, Masha Meril, Roberto Posse, Caterina Boratt

Un ispettore di Scotland Yard, che sta indagando su una strana morte avvenuta in un campo da golf, va alla Tate Gallery e d'improvviso si ritrova nella Londra del 1829 (l'anno di nascita dello Yard), incaricato di risolvere un problema apparentemente futile. Ma lo aspetta un omicidio inspiegabile come l'altro. Tratto da La fiamma e la morte di John D. Carr, un autore che sa intrecciare molto bene realtà e fantastico, il film a puntate non rende assolutamente giustizia all'elaborato e avvincente libro. Pagliai è come sempre soporifero.

Così per gioco
(I, TV 1979)
di Leonardo Cortese. Con Mariano Rigillo, Maddalena Crippa, Aldo Barberito, Cristiano Censi, Raffaele Curi

Un uomo muore in un incidente stradale, che forse incidente non è, ed il commissario che indaga sospetta di alcuni suoi amici patiti del gioco d'azzardo. Costoro subiscono una rapina durante la quale uno di essi rimane gravemente ferito: per non avere guai lo trasportano lontano e avvisano il 113, che però di lui non trova traccia. Vi è un legame fra le due vicende? Una buona sceneggiatura non trova pieno riscontro in una realizzazione abbastanza modesta, con interpreti non sempre adeguati.

Luigi Ganna detective
(I, TV 1979)
di Maurizio Ponzi. Con Luigi Pistilli, Renato Scarpa, Vittorio Sanipoli, Valeria Ciangottini, Alessandro Haber

Truffe, tradimenti, furti, omicidi per caso o per avidità, sparizioni: di crimini ordinari, talvolta misteriosi e più spesso squallidi, si occupa un investigatore privato di provincia, acuto, disilluso, umano quanto basta. Discreto tentativo di portare sul piccolo schermo una figura ancora abbastanza trascurata nel panorama italiano (e in effetti non così frequente nella nostra realtà), ma è troppa la distanza con le produzioni, mature e al passo coi tempi, francesi o americane. E anche i bravi protagonisti sono imprigionati in schemi poco attuali.

Il delitto Notarbartolo
I,
TV 1979)
di Alberto
Negrin. Con Ivo Garrani, Bruno Alessandro, Luigi La Monica, Antonio Guidi

1893, il direttore del Banco di Sicilia, già sindaco di Palermo, viene assassinato da due picciotti: la ragione sta nelle ripetute denunce che il bamchiere aveva fatto a proposito della cattiva gestione dell'istituto (a favore di agrari e speculatori) e delle pesanti ingerenze della mafia locale. Mandante (un deputato) ed esecutori vennero scandalosamente prosciolti dopo vari processi. Forse il primo vero delitto di stato, che inaugura l'interminabile periodo dei segreti. Recitazione asciutta e regia solida.

La mano sugli occhi
(I, TV 1979)
di Pino Passalacqua. Con Leopoldo Trieste, Massimo Mollica, Ida Di Benedetto, Remo Remotti, Umberto Spadaro

Sicilia, anni '50: un cadavere viene rinvenuto nei pressi del podere di un tranquillo contadino, che troverà poi il proprio cane ammazzato. E ancora altri segnali inquietanti, galline sgozzate, colpi di pistola. Ma lui è un poveruomo, che da sempre si fa gli affari suoi, e non si capacita di essere in mezzo ai guai. E il maresciallo dei carabinieri capisce bene che le cose sono più grandi di quel che sembrano. Dal primo romanzo di Camilleri un breve ritratto siciliano, con le cose e le persone rinchiuse in un piccolo mondo in cui s'infiltra una malvagia modernità. Trieste bravissimo.

Astuzia per astuzia
(I, TV, 1979)
di Mario Caiano. Con Mario Carotenuto, Nicoletta Rizzi, Elsa Martinelli, Salvatore Puntillo

Una casa di moda è al centro di un sacco di brutte cose: corruzione, ricatti, e svariati omicidi. Chi indaga, e che risolverà il caso, non è un aitante poliziotto, ma un corpulento e pigro avvocato, che sembra cinico e svagato ma ha buon occhio, si muove con astuzia e non si fa fregare dal fatto che tutti raccontino balle. Un dignitoso giallo di impianto piuttosto tradizionale ma che scuote un certo immobilismo dei polizieschi televisivi e anima i personaggi di una verve insolita. Da notare che i fatti sono narrati consentendo allo spettatore di avere tutti gli elementi per capire il mistero.

Quattro delitti
(I, TV 1979)
di Alberto Sironi. Con Renato Scarpa, Licinia Lentini, Alfredo Pea, Bruno Pagni, Mario Feliciani

Un ragazzo senza arte nè parte che per quattro soldi accetta di ammazzare una persona. Un uomo da poco uscito dal carcere cerca inutilmente un po' di serenità. Un giovane si sente a tal punto inferiore all'amico fortunato con le ragazze da ucciderlo. Un "gigante buono" cerca di redimere una prostituta. Quattro episodi tratti da Il centodelitti di Giorgio Scerbanenco tra una periferia milanese squallida e senza vita, una montagna tranquilla ed il Friuli devastato dal terremoto. Storie ineviitabilmente amare.

Delitto in piazza
(I, TV 1980)
di Nanni Fabbri. Con Luigi La Monica, Germana Carnacina, Silvano Tranquilli, Franco Angrisano, Fiorenza Marchegiani

Lui è un mediocre impiegato ma la sua fidanzata fa credere in giro che è un agente dei servizi. Così lui riceve da una coppia di amici una richiesta d'aiuto per ritrovare una persona scomparsa. E nella vicenda s'inseriscono bizzarri personaggi. Potrebbe essere l'inizio di un dramma frenetico o di una commedia degli equivoci, e invece la storia si dipana quasi a somiglianza del protagonista, con un ritmo sonnacchioso e senza particolari momenti di tensione. Non uno dei migliori sceneggiati polizieschi.

L'enigma delle due sorelle
(I, TV, 1980)
di Mario
Foglietti. Con Delia Boccardo, Laura Belli, Giampiero Albertini, Giancarlo Dettori, Gisella Burinato, I. Staccioli

Nora è perseguitata dalle telefonate di una donna che sostiene di essere sua sorella; ma questa è morta in un incidente stradale causato dalla stessa Nora. Per cercare di capire Nora va in due luoghi dove ha vissuto: la casa d'infanzia e la clinica psichiatrica in cui è stata ricoverata. Alcuni delitti, e vari intrighi sentimentali, rendono la faccenda ancora più complicata. Trama decisamente troppo aggrovigliata, e appesantita da un ritmo talvolta soporifero. E, a parte l'ottimo Albertini, interpreti poco convincenti. Eppure la sceneggiatura è del bravo Pittorru.

Poco a poco
(I, TV 1980)
di Alberto
Sironi. Con Flavio Bucci, Teresa Ann Savoy, Franco Fabrizi, Renato Scarpa, Diego Abatantuono

Milano: un coreografo e la sua costumista vengono aggrediti, e la cosa sembra piuttosto banale, ma un commissario sospetta che ci sia dell'altro, e infatti uno degli aggressori fugge dopo essere stato arrestato. Costui si nasconde a casa di un pittore, che fa strani giri con dei quadri. Appunto, la vicenda ruota intorno a un traffico illecito di opere d'arte. Sironi è ancora lontano dagli ottimi risultati di Montalbano, e si fa le ossa in questo giallo metropolitano, non indimenticabile. Bucci sempre molto bravo. Da un lavoro teatrale di Durbridge.

Arsenio Lupin gioca e perde
(Arsène Lupin joue et perd, F, TV 1980)
Con Jean-Claude Brialy, Christiane Krüger, Maurice Biraud, François Maistre, Marco Perrin, François Perrot

Gentleman-Cambrioleur, Ladro Gentiluomo. Per antonomasia. Impeccabile aristocratico in frack, clochard dai panni sdruciti e puzzolenti, rubicondo curato di campagna, stizzoso ed esile vecchio: Lupin maestro del travestimento che anticipa i mille volti di quel Fantômas che - almeno nei libri - non vediamo mai nel suo vero aspetto. Riprendendo brillantemente il celebre personaggio creato da Maurice Leblanc, la piacevole serie (un'altra nel 1971 e poi nel 1989) è tratta molto liberamente dal romanzo 813.

Bambole: scene di un delitto perfetto
(I, TV 1980)
di Alberto Negrin. Con Adalberto Maria Merli, Elisabetta Pozzi, Glauco Onorato, Paolo Poiret, Marilù Prati

Torino, periodo della prima guerra mondiale: un ricco signore, cinico e vizioso, non si accontenta di un normale, e insodddisfacente, matrimonio, ed escogita un diabolico piano per assicurarsi il proseguimento della bella vita. Astuto manipolatore, riuscirà a ingannare chi sospetta di lui? Buona ricostruzione d'epoca, nell'ambientazione e nel clima sociale della provincia italiana. Il malvagio protagonista, ottimamente interpretato, ricorda inevitabilmente altri cattivissimi: Angoscia, Delitto perfetto, Il promontorio..., Chinatown, Velluto blu, ecc. Sceneggiatura di Pittorru.

Delitto in via Teulada
(I, TV 1980)
di Aldo Lado. Con Auretta Gay, Pietro Brambilla, Aldo Sassi, Barbara D'Urso, Branko Vatovec

A Roma, nel grande stabile sede della RAI, dove vengono registrate numerose trasmissioni, vengono uccise due donne e si cerca di scoprire chi è stato: alcuni dipendenti indagano ma sono anch'essi minacciati da un'inquietante figura vestita di nero. Nello scontro finale lo sconosciuto viene ucciso e tutto pare finito. Ma c'è il colpo di scena. Idea interessante quella di ambientare un giallo, e per di più abbastanza cruento, nientemeno che nel cuore della televisione italiana, ma non sempre funziona il meccanismo di intrecciare realtà e finzione.

Cribb
(Id., UK, TV 1980 - 1981)
Con Alan Dobie, William Simons, David Waller

Londra, fine '800: Scotland Yard ha da poco creato il CID (Criminal Investigation Department) al fine di contrastare la dilagante criminalità attraverso una più efficiente e moderna struttura, in grado di utilizzzare le più avanzate tecniche di indagine. Un esperto sergente e la sua squadra lavorano duramente per le strade della città. Serie piuttosto tradizionale, che tuttavia ha il merito di offrire un'accurata ricostruzione, ambientale e sociale, dell'Inghilterra vittoriana e delle sue profonde trasformazioni.

Hill Street giorno e notte
(Hill Street Blues, USA, TV 1981 - 1987)
ideato da S. Bochco, padre di NYPD. Con D. Travanti, D. Franz, J. Sikking, B. Weitz, V. Hamel, M. Conrad

Una svolta radicale: al centro non un singolo bensì un gruppo, e, soprattutto, si racconta una città. E lo si fa (Hammett docet) rompendo con la tradizione: i "buoni" non sono sempre buoni, belli, coraggiosi, ecc.. "È la prima volta che un telefilm punta alla più alta qualità narrativa attingendo energie dalla cronaca dei giornali, dalla letteratura, dal jazz, dal rock, dai fumetti. Non ci sono eroi solitari o atmosfere patinate ma un gruppo di combattivi agenti di polizia in un commissariato periferico caotico e polveroso." (A. Grasso) La serie ha ottenuto sia un enorme successo di pubblico che una gran quantità di premi.

Colpo di grazia alla Sezione III
(I, TV 1981)
di Enzo Tarquini. Con Claudio Gora, Renato Scarpa, Micaela Pignatelli, Erna Schurer, Giustino Durano, Gigi Battista

Nella Sezione III di una clinica privata vengono ricoverati i pazienti "a breve scadenza", cioè quelli ormai incurabili e destinati a morte certa. Ma questo sinistro reparto non è ciò che sembra e nasconde un mostruoso segreto: alcune grandi aziende e la struttura sanitaria hanno stretto un accordo "riservato" per ingigantire i profitti, e solo pochi privilegiati possono sottrarsi al sistema. Da un libro di Sergio Casati, medico, Fabio Pittorru ha ricavato una buona sceneggiatura, e per la prima volta in televisione vengono affrontati temi così scottanti.

Accadde a Zurigo
(I, TV 1981)
di Davide Montemurri. Con Giovanni Vettorazzo, Gianni Garko, Mario Valdemarin, Toni Ucci, Angela Goodwin

Prima guerra mondiale: in una cassaforte del consolato austriaco di Zurigo sono conservati documenti segretissimi ritenuti di particolare importanza e il neonato servizio segreto italiano, con poche risorse, è costretto a ricorrere ad un "esperto" esterno: un giovane scassinatore talmente abile che si è guadagnato il soprannome di Passpartout. Con qualche peripezia il colpo riuscirà ma ci sarà gloria per il nostro eroe? Liberamente ispirato a una vera operazione del Servizio Informazioni della Regia Marina.

Inverno al Mare
(I, TV 1982)
di Silverio Blasi. Con Glauco Onorato, Renato Mori, Orso Maria Guerrini, Rita Savagnone, Franco Interlenghi

Fine anni '60: sul litorale toscano un ragazzino di dodici anni scompare e si pensa ad un rapimento (peraltro inedito, perché i sequestri avevano sempre colpito solo adulti). Dopo qualche tempo in una pineta viene rinvenuto il cadavere del ragazzo. Le indagini si scontrano con omertà e depistaggi, perché la vicenda va oltre lo specifico crimine ed è collegata ad un giro di prostituzione minorile e a gruppi neo fascisti. Liberamente ispirato ad un fatto reale, il sequestro Lavorini, il film è gestito con cura e realismo.

Una tranquilla coppia di killer
(I, TV 1982)
di Gianfranco Albano. Con Ray Lovelock, Francesca De Sapio, Rita Savagnone, Paolo Poiret

Sì, una coppia normale e tranquilla, ma che in realtà, dopo il golpe militare dell'11 settembre 1973, collabora con i servizi segreti cileni per uccidere espponenti politici antifascisti ancora in libertà o in clandestinità. In vare occasioni sono proprio questi due agenti americani a progettare i sequestri e gli attentati. Uno dei pochi film che affronta le pesantissime ingerenze USA nella politica del Sud America e il tentativo di far luce su questo terrorismo. Liberamente ispirato alla vera storia di un agente.

L'indizio
(I, TV 1982)
di Andrea
Camilleri. Con Lino Troisi, Ida Di Benedetto, Ida Meda, Mauro Avogadro

Cinque ordinarie indagini di un funzionario di polizia, napoletano trasferito a Torino: tra gente-bene, balordi, persone apparentemente normali, in una città nebbiosa, ma tranquilla e ordinata, che naturalmente nasconde molte cose. Una vera delusione questa regia del grande Camilleri: un commissario che vorrebbe essere distratto e astuto come Colombo e invece è solo trasandato e ottuso; personaggi caratterizzati in modo grossolano, ambientazione superficiale, trame debolissime, ritmo soporifero.

L'occhio di Giuda
(I, TV 1982)
di Paolo Poeti. Con Adolfo Celi, Gianni Garko, Daniela Poggi, Daniele Dublino, Carlo Hintermann, Gianni Rizzo

Londra, anni '30: come da tradizione giovanotto va dal padre della ragazza per chiedere la mano di lei, e insieme all'auspicabile futuro suocero si siede a bere un whisky in salotto. Ma si addormenta, come l'avessero drogato, e al risveglio trova l'altro morto, ucciso da una freccia. La stanza è chiusa a chiave, ci sono solo loro due, e quindi la polizia non ha dubbi. Per fortuna un amico di famiglia, Sir Henry Merrivale, risolve genialmente il mistero. Finalmente un libro di J. D. Carr, il maestro dei delitti nella camera chiusa, adattato per la tv con abilità e attenzione.

Tre colpi di fucile
(I, TV 1982)
di Daniele D'Anza. Con Giampiero Albertini, Alberto Lupo, Marcello Mandò, Mariano Rigillo, Simona Izzo

Campagna inglese, una fiera di beneficenza, un indovino con la sfera di cristallo. Una giovane donna va da lui e subito fugge terrorizzata, perché il chiromante cade colpito da un colpo di fucile, apparentemente sparato proprio dalla ragazza. Cosa è davvero successo? Si scoprirà che tutto è collegato ad altri delitti commessi in una stanza chiusa ermeticamente a chiave. Lo sceneggiato fa parte della serie RAI Dentro una stanza chiusa ed è tratto dal romanzo di John D. Carr, il maestro dei delitti nella camera chiusa.

Tutti gli uomini di Smiley
(Smiley's People, GB, TV 1982)
di Simon Langton. Con Alec Guinness, Michael Lonsdale, Curd Jürgens, Vass Anderson, Eileen Atkins

Dopo una vita passata a "non dormire mai", il vecchio agente George Smiley non riesce, o non vuole, godersi la pensione: per aiutare un amico rientra nel giro, ma il "Circus" (l'MI6) sembra travolto dagli intrighi politici, quasi più devastanti dei servizi sovietici. Che però sono più che mai attivi e pericolosi. In questo film per la tv il solito magistrale Guinness interpreta nuovamente il personaggio centrale di le Carrè e l'atmosfera tipica - sottintesi, ambiguità, veleni - qui è ancora più nebbiosa e rarefatta.

Parole e sangue
(I, TV 1982)
di Damiano Damiani. Con Matteo Corvino, Mario Feliciani, Corrado Gaipa, Glauco Onorato, Paolo Bonacelli

Nel caos degli anni di piombo differenti strade portano sciaguratamente vari giovani a considerare vuota la vita democratica e ad avvicinarsi alla lotta armata: così Federico, laureato in Scienze politiche, si aggrega ad un gruppo clandestino che sequestra un giudice. Che però il giovane conosceva, e quindi si crea un corto circuito fra la mentalità brigatista e la realtà conosciuta in altri ambiti. Damiani non affronta il terrorismo come fenomeno globale ma mette a fuoco un'esperienza individuale, cercando di capirne le motivazioni.

Il caso Murri
(I, TV 1982)
di Mario Ferrero. Con Gianni Giuliano, Renato Scarpa, Gisella Burinato, Mino Bellei

Bologna, inizio '900: un noto aristocratico viene ucciso e le indagini si orientano sbrigativamente verso una rapina finita male. Mai il suocero della vittima, un illustre clinico, rivela che l'assassino è il proprio figlio, ed il processo passerà alla storia come il "caso Murri". Ispirato ad un celebre fatto di cronaca nera, reso ancora più clamoroso da risvolti di tipo politico e sessuale, il film è un buon ritratto della borghesia del tempo, ancora in bilico fra pulsioni progressiste e vocazione reazionaria. Già portato sullo schermo nel 1974.

Quer pasticciaccio bruto de via Merulana
(I, TV 1983)
di Piero Schivazappa. Con Flavio Bucci, Scilla Gabel, Giacomo Piperno, Jean Boisserie, Franco Iavarone

Da Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, di Gadda, una storia di furti, gelosie, morte violenta, segreti, passioni inconfessate, miserie quotidiane, ambizioni ridicole. In una Roma lacera, ancora segnata dalla guerra, in cui ciascuno cerca di sopravvivere a modo suo. E il commissario Ingravallo deve cercare qualcosa in mezzo a questa varia umanità. E alla fine, chi è il colpevole? Un giallo vero, ben condotto, con Bucci incisivo e acuto, e molto diverso da Gemi nel suo splendido film (1959). Nel 1996 un'altra versione, di Giuseppe Bertolucci.

Bebawi - Il delitto di viale Lazio
(I, TV 1983)
di Michele Massa. Con Alessandro Haber, Sara Tafuri, Flavio Bucci, Andrea Matteuzzi, Silvio Anselmo

Roma, 1964. Il titolare di un'azienda tessile, un egiziano, viene ritrovato morto, ucciso a colpi di pistola. Si ipotizza che sia stata l'amante, Claire Bebawi, in complicità col marito. Al processo i due adottano un'astuta strategia difensiva: lui accusa lei e lei accusa lui, così, non potendo stabilire la verità, vengono entrambi assolti. In appello i due saranno invece condannati, ma intanto erano fuggiti all'estero. Il caso, reale, all'epoca fece molto scalpore e la ricostruzione è piuttosto efficace. Haber bravo come al solito, forse un po' troppo.

Giallo sera
(I,
TV 1983 - 1984)
di Mario
Casacci e Alberto Ciambricco. Con Renzo Palmer, Antonella Consorti, Giancarlo Dettori, Marina Perzy

Delitti che hanno luogo quasi sempre in interni, nei locali dell'Hotel Sette Stelle, dove lavora Gianluca Spada, un poliziotto privato, bonario, umano e con uno spiccato acume investigativo. Riprendendo la fortunata formula di Giallo club, il giallo s'interrompeva prima del finale e due concorrenti in studio (ma eventualmente anche telespettaori che potevano telefonare) dovevano cercare di scoprire il colpevole. Se la prima stagione presentava storie piuttosto convenzionali, la seconda si indirizzò sul thriller più o meno ad alta tensione.

Nucleo zero
(I, TV 1984)
di Carlo Lizzani. Con Patrick Bauchau, Antonella Murgia, Paolo Graziosi, Giacomo Piperno, Mirella Banti

Nucleo Zero è una formazione terrorista che effettua rapine per finanziare le future attività. Membro del gruppo è il figlio di un noto avvocato, ed entrambi saranno coinvolti in una drammatica e ambigua situazione allorché il Nucleo verrà neutralizzato. Da un bel libro di Luce D'Eramo, il film è un coraggioso tentativo di raccontare un pezzo della recente storia italiana, gli anni di piombo, rinunciando a formulare tesi o giudizi e puntando invece a porre domande: dove nasce il terrorismo? Che effetti, anche a lungo termine, può produrre nella società?

Un delitto
(I, TV 1984)
di Salvatore Nocita. Con Daniel Gélin, Margaret Mazzantini, Emmanuelle Riva, Francisco Rabal, Nino Castelnuovo

In un piccolo paese delle Alpi francesi arriva un nuovo parroco, che subito si trova coinvolto in un dramma, due delitti: una ricca signora e un giovane. La polizia pensa ad una rapina finita male, ma il giudice istruttore è di parere diverso e sospetta sia del prete che della governante, ex suora, della morta. La soluzione, come spesso accade, è da ricercarsi nel passato. Da un romanzo (1935) di George Bernanos una storia oscura e dolorosa, in cui vittime e carnefici sono ugualmente oppressi dalle vicende umane.

Hunter
(Id., USA, TV 1984 - 1991)
di Frank
Lupo. Con Fred Dryer, Stephanie Kramer, Charles Hallahan, John Amos, Bruce Davison

Los Angeles: un brillante sergente del dipartimento di polizia e la sua tosta collega indagano sui crimini che dilagano nella città tentacolare: avventure sempre molto movimentate ma abbastanza realistiche, senza fantasiosi serial killer e complotti internazionali. La serie, non originalissima ma dignitosa, ebbe un enorme successo negli USA anche perchè l'attore protagonista era un famoso ex campione di football. Non indispensabili alcuni film per la televisione, a cavallo del secolo, ispirati alla serie.

La signora in giallo
(Murder, She Wrote, USA, TV 1984 - 1996)
di Peter S. Fischer, Richard Levinson. Con Angela Lansbury, Tom Bosley, William Windom, Michael Horton

Come il tenente Colombo, il personaggio di Jessica Fletcher nasce direttamente per il piccolo schermo, ed è stato al centro di una delle più fortunate serie televisive poliziesche: un successo basato peraltro su un dignitoso impianto spettacolare, sia dal punto di vista delle sceneggiature che da quello dell'interpretazione. In realtà le trame hanno generalmente una struttura fin troppo tradizionale, che tende alla ripetitività (ovunque vada Jessica ci scappa il morto). Numerosi gli attori hollywoodiani intervenuti come guest stars.

La piovra
(I, TV 1984 - 2001)
di Damiano Damiani. Con M. Placido, B. De Rossi, F. Bolkan, R. Girone, F. Perier, F. Bucci, P. Colizzi, P. Millardet

Il commissario Cattani, appena giunto in Sicilia, indaga sull'uccisione di un collega: il delitto è mafioso, e le indagini porteranno alla luce un intricato e micidiale quadro di collusioni tra mafia, economia e potere politico. Partita quasi in sordina, questa miniserie televisiva è diventata la più vista negli anni '80 e '90 (10 stagioni in tutto), riuscendo ad affermarsi anche all'estero: un fenomeno sociale che ha dato il suo forte contributo alla coscienza antimafia. Un esempio di buona televisione, grazie a un cast notevole e soprattutto all'esperienza di un cineasta fra i più capaci e coraggiosi, già regista de Il giorno della civetta (1968). Berlusconi lo strozzerebbe.

Le avventure di Sherlock Holmes
(Adventures of Sherlock Holmes, GB, TV 1984 - 1995)
di Paul Annett. Con Jeremy Brett, David Burke, Edward Hardwicke, Rosalie Williams, Charles Gray, Colin Jeavons

Probabilmente la migliore serie su SH, inizia con l'episodio basato sul racconto Uno scandalo in Boemia, per poi ripercorrere quasi tutte le avventure del detective (con titoli che riprendono le opere originali: Il ritorno, Il taccuino, ecc., ma anche con storie create ad hoc). Brett è uno dei più bravi interpreti di SH e non finì le riprese perché morì d'infarto. Fra l'altro la serie si distingue per la fedeltà alle trame create da Doyle, ad eccezione della cocaina: per motivi "pedagogici" qui si vede SH rinunciare alla siringa. Figuriamoci.

C'è un cadavere in biblioteca
(Miss Marple: The Body in the Library, UK, TV 1984)
di Silvio Narizzano. Con Joan Hickson, Gwen Watford, Moray Watson, Valentine Dyall

Il villaggio di St. Mary Mead, dove vive Miss Marple, sembra un luogo tranquillo, ma ne succedono di tutti i colori, e meno male che c'è l'arzilla vecchietta che risolve ogni cosa. Quando, ad esempio, nella biblioteca di una villa viene ritrovato il cadavere di una donna, la nostra detective non perde l'occasione per rivelare la propria abilità. Primo film di una buona serie (a differenza di quelle con H. Hayes, G. McEwan e J. McKenzie) con un'interprete molto aderente al personaggio creato da Agatha Christie. Ma siamo troppo affezionati a Margaret Rutherford...

Un uomo in trappola
(I, TV 1985)
di Vittorio De Sisti. Con Ugo Pagliai, Elena Sofia Ricci, Franco Interlenghi, Massimo Lopez, Luigi Diberti

Un uomo è sospettato di omicidio, ma il suo alibi è un problema: era con una ragazza che però ha paura e non vuole testimoniare in sua difesa. La faccenda si complica e i cadaveri aumentano: anche quello della testimone e del vero assassino. C'è qualcuno che ha orchestrato tutto e il commissario che indaga farà davvero molta fatica. La trama è forse troppo complicata, ma il giallo italiano diventa lentamente adulto, anche grazie alla sceneggiatura di uno specialista come Pittorru.

Un giustiziere a New York
(The Equalizer, USA, TV 1985 - 1989)
di Richard
Lindheim. Con Edward Woodward, Keith, Szarabajka, Robert Lansing, William Zabka, Mark Margolis

Robert McCall è un ex agente segreto che ha lavorato a lungo per un'agenzia governativa non ben identificata (ma comunemente chiamata compagnia...). Fa il detective privato e assume incarichi particolarmente delicati, usando spesso metodi decisamente drastici e avvalendosi dei contatti coi precedenti colleghi. Il personaggio - che non ha niente a che vedere con altri "giustizieri" - riprende un cliché assai frequente ma quasi sempre riesce ad evitare la banalità. Non mancherà un seguito al femminile nel 2021. Vari film ispirati alla serie: 2014, 2018, 2023.

I Delitti della Rue Morgue
(The Murders in the Rue Morgue, USA-F, TV 1986)
di Jeannot
Szwarc. Con George C. Scott, Rebecca De Mornay, Val Kilmer, Ian McShane

Auguste Dupin non è più il giovane, brillante investigatore di un tempo, ma ritorna in pista quando il fidanzato della figlia è arrestato perché ritenuto responsabile del feroce omicidio di due donne. Il massacro è avvenuto in rue Morgue e ci riporta al primo racconto di Poe. Chissà perché gli sceneggiatori hanno voluto mescolare le carte e aggiungere elementi del tutto assenti nel libro. Il film per la tv è dignitoso, ma nulla di più. Il roccioso Scott è bravo, però il cavalier Dupin era tutt'altro.

Ispettore Morse
(Inspector Morse, UK, TV 1987 - 2000)
di Colin Dexter. Con John Thaw, Kevin Whately, James Grout, Peter Woodthorpe, Amanda Hillwood

Endeavour Morse, ispettore capo della Thames Valley Police: nel Regno Unito un'istituzione nel campo del poliziesco, tant'è che la serie televisiva non si è interrotta con la morte dell'attore che impersonava Morse, ma è proseguita con protagonista l'ex assistente di Morse, di cui ha preso il posto. Successo dovuto, of course, all'impianto assolutamente british - e ciò è una referenza o meno, a seconda dei punti di vista - fra l'altro impreziosito da numerose, ma non stucchevoli, citazioni, sia letterarie che musicali. E c'è anche Morse giovane (2012).

Sonny Spoon
(Id., USA, TV 1988)
di Stephen J. Cannell. Con Mario Van Peebles, Terry Donahoe, Joe Shea, Melvin Van Peebles

Sonny è un detective privato che si trova ad affrontare i crimini più vari: lo fa con l'aiuto del padre e di una brillante avvocatessa, e ricorrendo ad abili travestimenti. Il carattere esuberante e anticonformista, unito all'uso spregiudicato dello slang, ne fa un personaggio a metà fra Shaft e Serpico, ma senza la ruvidezza provocatoria che caratterizzò i primi film diretti dallo stesso Mario Van Peebles, come quel celebre Sweet Sweetback's Baadasssss Song che fu una sorta di manifesto della protesta afroamericana.

L’archivista
(I, TV 1988 - girato nel 1985)
di Guido
Ferrarin. Con Flavio Bucci, Flavio Bonacci, P. Bondioli, C. Bacchi, E. Bortolani, P. Fraticelli, L. Leonesi

Un abile poliziotto è confinato nell'archivio della Questura, ed esaminando i fascicoli si trova a indagare su casi irrisolti o lasciati perdere perché legati a scomodi fatti di corruzione e malaffare: viene a capo della verità, ma, incazzato com'è coi colleghi (e in genere col mondo) non lo rivela a nessuno, tanto... Dai libri di Macchiavelli una figura insolita (ma forse debitrice verso Scerbanenco) di investigatore, aspra e aliena dal lieto fine, che nella sua improbabilità è più realistica di molti commissari televisivi.

Una verità come un'altra
(I, TV 1989)
di Gianluigi Calderone. Con Capucine, Vanni Corbellini, Raffaella Azim, Orso Maria Guerrini, Milena Vukotic

Un agente di borsa trova la moglie morta e non riesce a spiegarsi cosa sia successo. Le indagini faranno emergere lentamente che la vita della donna assassinata era molto diversa da quello che ci si poteva immaginare: una misteriosa doppia esistenza di cui, in realtà, varie persone erano a conoscenza, senza farne parola. Intrighi, minacce, menzogne, indizi contraddittori, sospetti, per un discreto film (tratto da un romanzo di Patrick Quentin), che segue i collaudati meccanismi del giallo tradizionale.

Crimini misteriosi
(Unsub, USA, TV 1989)
di Stephen J. Cannell. Con David Soul, M. Emmet Walsh, Joe Maruzzo, Jennifer Hetrick, Richard Kind, Kent McCord

Una squadra speciale dell'FBI, composta da vari esperti forensi, indaga su omicidi seriali ed altri gravi crimini violenti, utilizzando per la prima volta le tecnologie più avanzate. Dieci anni prima di CSI, le investigazioni basate più sulla scienza che sulle pallottole fanno il loro ingresso nel panorama televisivo, ma una certa prolissità fece sì che la serie non conquistasse grandi favori, come invece accadde poi con CSI e dintorni. Ritorno un po' in sordina di un non dimenticato protagonista di Starsky & Hutch.

Il ritorno di Arsenio Lupin
(Le Retour d'Arsène Lupin, F, TV 1989 - 1990)
Ideato da Jacques
Nahum. Con François Dunoyer, Paul Le Person, Eric Franklin, Roland Lesaffre

Gentleman-Cambrioleur, Ladro Gentiluomo. Per antonomasia. Impeccabile aristocratico in frack, clochard dai panni sdruciti e puzzolenti, rubicondo curato di campagna, stizzoso ed esile vecchio: Lupin maestro del travestimento che anticipa i mille volti di quel Fantômas che - almeno nei libri - non vediamo mai nel suo vero aspetto. Riprendendo mediocremente il celebre personaggio creato da Maurice Leblanc, la serie segue quelle, decisamente migliori, andate in onda nel 1971 e nel 1980.

Poirot
(Agatha Christie's Poirot, GB, TV 1989 - 2013)
Con David Suchet, Hugh Fraser, Philip Jackson, Zoë Wanamaker, Pauline Moran

Una lunga serie, giustamente amata dal pubblico perché riprende con cura e attenzione le avventure del celebre personaggio: non sempre con fedeltà ai romanzi e ai racconti, ma gli adattamenti per il piccolo schermo sono comunque costruiti rispettando lo spirito del ciclo. A volte Poirot è forse un po' troppo à la Poirot, però Suchet (ed il suo eccellente doppiatore) sarebbero certamente stati apprezzati da Dame Agatha, perché i caratteri, le atmosfere e le situazioni sono resi con abilità e intelligenza.